La cultura dietro al servizio del GamePass
Chiunque di noi possiede un abbonamento. Non importa cosa segua: se Sky, Spotify, Netflix, Disney Plus, PlayStation Plus, Amazon Prime Video, Nintendo Online e tanti altri. Non importa quale utilizzo ne faccia, non importa in che modo e con quale costanza.
L’importante è coinvolgersi artisticamente, tentare di farlo per espandere con raziocinio una propria visione del mondo e comprendere quante meraviglie si annidano là dove non immaginiamo, pronte a condurci in viaggi sensazionali ed esistenziali per allargare i propri confini.
Prendiamo un modello come Disney Plus, per esempio. Al suo interno ha quasi tutta la filmografia Disney, proponendo anche i primi episodi di The Mandalorian a un prezzo relativamente basso con dei giorni di prova al suo interno.
Altri abbonamenti propongono lo stesso, con accurate e scrupolose metodologie atte ad offrire un servizio diversificato per spingere l’utente a restarne fedele, riuscendo a incanalare la propria cultura cinematografica, videoludica e musicale.
Non per niente, è una metodologia di consumo sensata, raggiungibile a chiunque a prezzi modici con delle proprie produzioni ed esclusive originali. È necessario aprire una parentesi ulteriore su di esse: la proposta, qualunque essa sia, è funzionale al servizio stesso.
PlayStation Plus, di Sony, è un abbonamento che lascia dei titoli gratuitamente ogni mese, anche di rilievo. Ha PlayStation Now, che è ancora al dieci percento del proprio potenziale, nonostante le ottime e concettuali proposte ed esclusive che sono inserite al suo interno.
Netflix, il più famoso servizio streaming al mondo, produce delle proprie serie televisive come Tredici, Stranger Things e The Witcher. Non riuscendo probabilmente a seguirle tutte quante, soprattutto a causa del budget considerevolmente alto che sostiene un’esclusiva di spessore.
Di produzioni sospese e cancellate ce ne sono tantissime e spesso la politica a riguardo non è stata ottimale per l’utente, tenuto in sospeso e lasciato con l’amaro in bocca perché non potrà più guardare la propria serie preferita.
Un rischio ulteriore all’interno del mercato dell’intrattenimento che segue delle regole comunque accurate per tenere fede ai propri bilanci, con un gran dispiacere per coloro che seguono e continuano a utilizzare Netflix da qualche anno a questa parte, tornando al piacere del divano di casa, a un concetto intimo e al tempo stesso condivisibile con chiunque.
In un momento del genere, ancora in quarantena a causa del COVID-19, un punto di riguardo in più da parte delle istituzioni per i servizi in streaming e gli abbonamenti videoludici è fondamentale per estendere, nel futuro, una progettualità in tal senso che può essere fruibile e resa fluida per chiunque ne sia interessato.
Pensare all’educazione al videogioco, ora come ora, è un passaggio che può portare a una risoluzione ulteriore per combattere drammi d’insicurezza e paura, non contestabili al videogioco quanto a chi ne fa uso.
Questa è una premessa importante per l’intero contenuto di cui vogliamo parlarvi in questo approfondimento trattando di un servizio che ha utenti appassionati in tutto il mondo, augurandoci soprattutto che possiate avvicinarvi alla possibilità di ampliare totalmente una visione complessiva dell’intera arte videoludica e delle proposte contenute su Xbox GamePass.
Prima di tutto, una cosa: alimentare guerre futili tra piattaforme è il male del settore videoludico e dell’arte del videogioco. Qualunque sia il modo in cui viene portato e proposto, approfondito con accuratezza e decisione da parte di chi lavora e cerca di ampliare l’approccio a quest’ultimo, si tratta sempre di una materia culturale integrativa per comprendere quale sia la profondità e l’evoluzione che viene adeguatamente seguita attraverso delle scelte mirate alla condivisione dell’esperienza.
L’educazione al videogioco parte da piccoli, importanti simboli di riconoscimento nel valore di qualsiasi prodotto interno per il videogiocatore.
Dal catalogo al videogiocatore…
La fedeltà che si pone, in tal senso, a quel che ora viene sperimentato con Xbox GamePass parte inizialmente dalla proposta di prezzo e dai giorni di prova. Spesso accade di trovare l’abbonamento a un euro per tre mesi, consentendo così al videogiocatore di concentrarsi a recuperare titoli variegati all’interno di un catalogo in continua espansione.
Da titoli indie di case sviluppatrici alle esclusive Xbox, da una profonda scelta di contenuti al legame ulteriore che si vuole dare all’utente. Un’esperienza mia, che ho il servizio ormai da un anno e mezzo, è aver potuto recuperare Yakuza 0 e Yakuza Kiwami, aggiunti recentemente nonostante io disponga di una PlayStation 4, ora in un altro Comune della mia Regione.
Ho recuperato The Long Dark, un survival horror che attendevo da parecchio, capace di regalare un’esperienza estremamente unica e selvaggia. Ho recuperato Hollow Knight e molte altre produzioni. Sono un frequentatore assiduo dei mari di Sea of Thieves e di Gears of War, se non altro.
In tutto ciò ho risparmiato, come molti altri, una somma di denaro importante considerate le proposte a cui ora darei l’intero importo della mia carta di credito, inconsapevole del modo in cui potrei trovarmi senza nulla.
A parte questo, occorre giustamente porre attenzione al servizio quanto ai titoli che vengono aggiunti. Quando mi sono trovato davanti Nier Automata, che volevo recuperare per PlayStation, la prima sensazione che avuto è stata quella di scaricare il titolo e iniziare a giocarlo.
Complice una mancanza di tempo importante, ancora non l’ho avviato. Eppure, mi sovviene alla mente un altro esempio eclatante di un titolo indie che ho giocato all’uscita ed è stato poi aggiunto su GamePass: A Plague Tale Innocence.
Il lavoro di Asobo Studio, casa sviluppatrice francese, è integrativo e raggiunge un livello qualitativo nelle sezioni di esplorazione o con i rompicapi, presentando un motore grafico attrattivo e ben delineato.
Un’avventura difficilmente dimenticabile, considerata la profondità che viene approfondita attraverso l’intero sistema di gioco in una fattualità storica che si ricollega agli orrori della Guerra dei Cent’Anni e alla peste che ne conseguì, durante il periodo storico in cui la battaglia di Azincourt era ancora lontana e l’invasione di Calais fu orchestrata dal Plantageneto.
In particolare, GamePass è una misura culturale di proposta invidiabile dal punto di vista emozionale, se si considera il piano che Microsoft sta seguendo per rifornire il catalogo di titoli sempre aggiornati. Mi sovviene alla mente anche What remains of Edith Finch, un’altra avventura indie che incanala parte della sua narrazione attraverso i ricordi passati di una ragazza che ha perso tutto quanto e ha visto alcuni membri della sua famiglia morire misteriosamente a causa di eventi imprevedibili.
Un viaggio intenso, condensato e ben delineato che spiega l’aspetto psicologico che si annida nella nostra mente, tra la paura di perdere qualcuno a quello di smarrire se stessi, per sempre.
Il catalogo non solo si concentra a intrattenere, ma riesce a scalfire un dettaglio importante di proposta che innova l’intera arte videoludica per portarla a un approccio diverso. Se Sea of Thieves permette di solcare i mari, Hollow Knight espande ulteriormente una visione più approfondita di ogni progettualità al fine di soddisfare e meravigliare il proprio utente.
Ancora più importante e per niente secondario, è la cura per la storia di Microsoft che è Microsoft stessa a proporre. Penso, in tal senso, a tutti i titoli di Fable usciti o a ogni Gears of War, resi retrocompatibili grazie alle prestazioni della piattaforma. In particolare, Halo: The Masterchief Collection e Halo 5, che ricalca fedelmente l’intera storia di Xbox.
GamePass incontra nuovi produzioni e le propone, aggiunge contenuti memorabili per il videgiocatore al fine che possa raggiungere un’esperienza più gradevole e longeva attraverso delle scelte accurate, basando il proprio servizio a divenire un grandissima raccolta di titoli per espandere la propria cultura per non limitarla e affinarla.
Final Fantasy XV, quando venne annunciato in uscita su GamePass, venne accolto con piacere ed estrema gioia da chi segue Square Enix e non ha avuto la possibilità di giocare il titolo. Se penso a questo, riflettendo poi su un panorama ancora più espando e dal livello qualitativo maggiore, ora è possibile avvicinarsi a quel livello d’interazione che appare sempre più evidente.
Il catalogo è raggiungibile, come ho precedentemente scritto. Ci sono svariati titoli che possono essere scaricati e giocati immediatamente. La facilità con cui si arriva a farlo, poi, è grazie ai generi che sono stati fedelmente delineati per offrire un’esperienza unica al suo interno, ancora più rimarcata, approfondita.
Non c’è arroganza nel mezzo che viene utilizzato né una prepotenza al dettaglio, quanto a una cura leale alle aspettative del videogiocatore, di ogni videogiocatore.
Recentemente è stato introdotto GamePass Ultimate, che raccoglie sia l’abbonamento Gold che il GamePass, disponibile ora anche su PC con alcune proposte differenti che non sono presenti su console. Un’apertura importante, considerata l’intenzione di Microsoft a regalare un’esperienza ancora più fedele e leale ciò che intende esprimere attraverso le sue proposte.
Red Read Redemption 2 su GamePass…
Ne abbiamo parlato anche noi, subito dopo appresa la notizia. Red Dead Redemption 2 è uno dei titoli migliori della generazione, il secondo titolo targato Rockstar Games che verrà aggiunto nel catalogo GamePass in maniera tale che possa essere giocato da chi non è riuscito a farlo.
Non sono mancate le polemiche a riguardo, considerata la nomea del titolo e il fatto che sia stato aggiunto dopo un anno e mezzo. Il tempo non è un problema quando un prodotto videoludico viene aggiunto al catalogo né deve essere contestualizzato ciò in un’argomentazione.
Se non altro, innanzi a una crescita dell’intero progetto GamePass ogni videgiocatore dovrebbe fare un plauso per aver raggiunto un traguardo così imponente, considerato il costo esiguo dell’abbonamento a GamePass e ciò che ne consegue.
A crescere maggiormente, in tal senso, è la giusta metodologia che viene eseguita durante lo studio accurato delle produzioni da proporre nel catalogo e in quello che si vuole far vivere al videogiocatore durante la sua intera esperienza sul servizio e i titoli aggiunti.
The Outer Worlds, per esempio, è un altro traguardo che ha visto il suo approdo al Day One all’interno di GamePass. A seguirlo è stato Blair Witch, esclusiva temporanea Microsoft fino al suo approdo su PlayStation 4 e alla versione fisica per entrambe le controparti.
Nel dettaglio, nessuno prevarica su nessuno, e in tal senso è utile aprire una parantesi che va ben oltre la spiegazione di GamePass e si ricollega a un discorso univoco sul concetto di una guerra che, nel 2020, dovrebbe essere disinnescata con l’entusiasmo e la curiosità.
Giocate al videogioco e non fate la guerra…
Torniamo a basarci sull’onestà intellettuale di ognuno di noi. Parliamoci chiaro e tondo: quanto tempo sprechiamo dietro alle polemiche precludendoci la possibilità di recuperare dei titoli su qualsiasi piattaforma? Ognuno di noi ha preferenze, ha un suo punto di vista e una sua sensibilità quando si approccia all’arte videoludica e al contesto espanso di ogni produzione.
La critica, se costruttiva, è una materia interessante da analizzare e su cui, poi, raggiungere una conclusione integrativa per chi ha questa passione, capace di fondare e regalare degli stati emozionali importanti.
Un messaggio positivo, oltre al GamePass, è un’esclusiva PlayStation uscita recentemente: Dreams. Permette di giocare a un videogioco e di crearne uno proprio, lanciando un messaggio per il futuro che non può fare null’altro che creare approfondimenti maggiori.
Penso anche ad Animal Crossing, che accompagna da un mese come altri titoli il distanziamento sociale che noi tutti siamo costretti a seguire e seguiremo ancora per un po’, a causa dell’emergenza.
L’importanza della cultura passa da questo. E chi ne ha fame, non si pone problemi. Approfondisce.
Per rimanere informati sul mondo nerd, continuate a seguirci sul nostro sito DrCommodore.it e su Facebook, Instagram, Telegram, YouTube, Discord, Steam e Twitch.