TIM è ormai contro tutta Italia: dopo la grossa multa di un mese fa non si arrende e continua ad andare contro consumatori e concorrenza.
Luigi Gubitosi, AD di TIM, con le sue ultime dichiarazioni nei confronti di Asati, Associazione Azionisti Telecom Italia, ha seminato zizzania. Dopo l’appello dell’associazione stessa di potenziare gli investimenti in fibra ottica e creare una rete unica nazionale, Gubitosi ha affermato che la competizione con Open Fiber è un ostacolo inutile. La risposta di Open Fiber, però, non è mancata.
TIM vs Open Fiber, chi ha ragione?
L’assemblea degli azionisti di TIM si terrà domani, ma Gubitosi già ha detto la sua. Per permettere lo sviluppo delle infrastrutture in Italia serve un’ulteriore accelerazione, una “transizione verso la rete unica, dove la duplicazione della rete non ha senso e non è nell’interesse del Paese”. Un’affermazione che sì, in effetti sarebbe giusta, se non fosse che gli obiettivi predisposti negli anni precedenti non sono stati raggiunti proprio a causa di TIM.
In una nostra analisi precedente abbiamo visto come la maggiore azienda di telecomunicazioni italiana abbia ostacolato lo sviluppo. Da qui la multa di 116 milioni di euro emessa dall’AGCM. Ora però essa stessa afferma che la duplicazione di investimenti con Open Fiber è inutile e non accelera la copertura. Secondo Gubitosi, il controllo della rete unica dovrebbe appartenere a TIM, ovvero un operatore più grande e meglio organizzato, evitando quindi “un modello wholesale only”.
Open Fiber, più precisamente l’AD Elisabetta Ripa, ha però risposto che il modello in questione non va contro il Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche e nemmeno contro AGCOM e Antitrust. Il modello wholesale anzi sarebbe “il più adatto per favorire gli ingenti investimenti necessari che, al contrario, non sono stati effettuati da TIM causando il ritardo in cui si trova il Paese.”
Nel botta e risposta, Open Fiber mostra successi
La suddetta multa conferma questo persistente problema di TIM. Open Fiber, mentre l’azienda di Gubitosi “posticipava” i lavori, ha raggiunto 8,5 milioni di case e il terzo posto come fornitore europeo di connettività in Europa. “Inutile duplicazione di investimenti”? Assolutamente no.
Anzi, se non fosse stato per Open Fiber ora l’Italia si troverebbe in uno stato ancora peggiore.
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