Da quando Riot Games ha annunciato il suo nuovo parco titoli l’attenzione si è rivolta principalmente verso il suo nuovo FPS, Valorant, e il nuovo MMORPG. Sebbene l’uscita di Legends of Runeterra ha tirato un bello scossone ai giochi di carte online, alla fine non è stato così incisivo come ci si aspettava. Con l’uscita della Closed Beta abbiamo avuto la possibilità di provare Valorant e ci siamo ritrovati praticamente con un gioco completo che ha bisogno solo di qualche rifinitura, oltre che davanti ad un prodotto che cambierà considerevolmente il competitivo di questo genere.
Pubblicità NON ingannevole
Nel momento in cui si decide di avere qualche informazione sul gioco ci si può recare al sito dedicato alla beta . Qui, oltre a rispiegare la procedura per poter ottenere una chiave di accesso a questa versione del gioco, vi sono tutte le indicazioni delle specifiche minime e delle caratteristiche di Valorant.
Ecco cosa pensiamo che ci voglia per convincervi a investire su questo gioco: server con 128 di tickrate, almeno 30 fps su buona parte dei computer con i requisiti minimi (anche di dieci anni fa), da 60 a 144+ fps sulle configurazioni moderne, una diffusione capillare di datacenter in tutto il mondo con l’obiettivo di mantenere sotto i 35 ms i giocatori nelle più grandi città del globo, un netcode sul quale lavoriamo ossessivamente da anni e un impegno concreto sullo sviluppo di un anti-cheat efficace sin dal primo giorno.Sparare in VALORANT è preciso, affidabile e letale. Vogliamo che la vittoria dipenda esclusivamente dalla vostra abilità e strategia.
Tutto quello che vi è scritto posso praticamente confermarlo da subito. Il tickrate è la frequenza di aggiornamento della partita nei confronti degli utenti. In poche parole più aggiornamenti avvengono più avrete informazioni accurate e sicure su quello che sta succedendo in gioco. Una delle funzioni più utili in assoluto è la presenza dei passi in mappa. Correndo, e non semplicemente camminando, darete informazioni alle persone intorno a voi, anche visivamente. Questa funzione è estremamente precisa e non è legata solamente al suono come avviene nei restanti FPS competitivi del momento. Il tickrate potrebbe sembrare una funziona tecnica che non vi riguarda ma nel fatto è utile in tantissimi altri contesti. Quante volte nei vari sparatutto siete morti nonostante vi siate coperti e nonostante non laggavate? Qui, praticamente, non succede mai. Il ping, nonostante risenta ancora della mancanza dei datacenter prestabiliti, rimane molto basso. Questo, in comunione col tickrate, permette un’esperienza di gioco pulita e senza frustazioni tecniche. Le frustazioni, però, nasceranno sullo sparare, o meglio… sull’imparare di nuovo a sparare. Il gioco è estremamente preciso. Un colpo alla testa significa morte con quasi tutte le armi, anche con le pistole. Nonostante questa cosa sia un pregio in generale, in game risulta molto complicato all’inizio abituarsi a ciò.
Il gameplay
Due team da cinque persone hanno il compito di piazzare una bomba e di difendere il territorio. Vi ricorda qualcosa? Indubbiamente la fonte di ispirazione per Valorant è Counter-Strike: Global Offensive. L’essenza di quel gioco è, non solo palese, ma anche predominante. Nonostante ciò, possiamo affermare senza alcun dubbio che Valorant, fin dalla closed beta, gli è superiore. Non tanto per una questione tecnica già sopra citata (i server Valve vanno a 64 tick), ma per come è inteso lo sparatutto in sè. CS:GO è un gioco incentrato solamente sullo sparare, Valorant invece incarna quell’essenza è la unisce alle abilità tipiche di Overwatch. La tattica pertanto non è solo legata all’utilizzo del suono e delle armi, ma all’utilizzo accurato delle abilità degli agenti. Vi sono personaggi che creano muri, che guariscono, che permettono di avere visione dell’area e chi più ne ha più ne metta. Questi elementi rendono il gioco più competitivo in quanto ogni partita sarà diversa dalle altre e ogni combo di agenti permetterà ai giocatori di avere tattiche diverse anche su una stessa mappa. Come per CS:GO ad ogni turno, in base alle kill e agli assist effettuati e se si vince o si perde il round, riceveremo dei soldi da poter investire nel nostro armamentario. Le abilità si comprano ad utilizzo tranne una che ad ogni round viene fornita gratuitamente. Gli agenti potranno anche sprigionare la loro forza con una abilità Ultima che si può caricare tramite le uccisioni e tramite delle sfere sparse nella mappa. Le Ultime possono cambiare le sorti di un match se usate in maniera adeguata. Alcuni personaggi possono resuscitare un compagno morto al massimo della vita, altri possono usare il “Martello dell’Alba” (per chi conoscere Gears of War capirà) e così via. Capire il momento adatto all’utilizzo di queste abilità finali sarà il vertice di tutta la competitività.
Valorant è personalizzazione
Uno dei grandi pregi di questo gioco è la possibilità di ottimizzare qualsiasi cosa ad hoc per le esigenze di tutti i giocatori. Aprendo infatti il menù ci troveremo davanti tantissimi pannelli di personalizzazione che incideranno parecchio sul gameplay. Dall’ovvia possibilità di cambiare completamente i tasti per usare le abilità, le indicazioni e i vari movimenti del personaggio ai meno ovvi comandi classici delle macro personali dei mouse. Una cosa che, ad esempio, ci ha affascinato è il poter accovacciarsi senza dover tener premuto il pulsante CTRL col mignolo. Tutto questo è possibile grazie al pannello che ti da possibilità di scegliere e personalizzare qualunque comando. Ma, indubbiamente, la miglior ottimizzazione è quella relativa al mirino. Una tabella dedicata completamente a questo aspetto che ci permette di cambiare tutto. Dal colore, alla presenza di bordi, al tipo di mirino. Questa cosa è importantissima in questo gioco perché, come già accennato in precedenza, sparare è un po’ diverso rispetto al solito. Occorre essere precisi e ottimizzare la mira permette ad ogni persona di avere un’esperienza gratificante senza fastidi preimpostati dal gioco.
Ma la personalizzazione non è solo legata alle impostazioni ma anche alla cronologia delle partite. Aprendo quel menù, infatti, potremo avere un riepilogo molto dettagliato sulla partita, con tanto di mappe personalizzate che indicano i punti di morte o delle uccisioni. Un sistema molto efficace per poter migliorare riosservando schematicamente la partita. Al momento non vi è possibilità di riguardare il match, ma confidiamoo che verrà aggiunta prima del lancio o durante la prima stagione. Sarebbe un ulteriore tool importante per migliorare nelle strategie di team.
Valorant: Cosa andrebbe migliorato
Parto dal presupposto che è sempre una closed beta, per tanto tutti questi “difetti” sono cose che, indubbiamente, sistemeranno nel corso del tempo. Il primo grande problema, al momento, è la poca varietà degli agenti. Veramente troppo pochi e per poterli acquistare ci vuole parecchio tempo. Non abbiamo inoltre apprezzato la questione dei contratti così com’è. In breve, per acquistare un agente avrete bisogno di tot esperienza che si accumula giocando. Ogni agente però ha una raccolta di esperienza diversa, pertanto alla fine del contratto, che si attiva selezionando un determinato personaggio, non si ha scelta su cosa sbloccare, ma tutto verrà determinato da ciò che è stato selezionato 250.000 punti esperienza fa. A partita finita si ricevono dai 3.000 ai 5.000 punti esperienza. Un po’ esagerato dunque il metodo per sbloccare i nuovi personaggi.
Al momento, secondo noi, le armi son troppo poche. Alcune necessitano di nerf, altre di buff. Oltre al Phantom le altre armi fanno più da contorno che da vere scelte. Ottimi gli sniper ed assolutamente inutili i fucili a pompa.
Anche un numero maggiore di mappe sarebbe cosa gradita.
Nonostante i millemila comandi manca una cosa fondamentale, il poter affacciarsi dagli angoli con l’arma. Probabilmente questo elemento non è stato inserito per rendere il gioco più veloce e dinamico, ma senza dubbio è un grave difetto per quanto concerne i giocatori che stanno in difesa.
Assolutamente divertente
Nonostante i piccoli difettucci che vi abbiamo elencato il gioco è promosso al 100%. Le partite durano al massimo 25 turni ma ognuno di questi è rapido, tale da far perdere facilmente il senso di pesantezza. Il poter cambiare strategia dal solito “Rush B”, elaborando di round in round cosa fare tramite le abilità, rende vario un gioco che, altrimenti, risulterebbe troppo statico, esattamente come CS:GO.
Al momento abbiamo avuto la possibilità di giocarci da soli ed in pochi giorni abbiamo superato le 20 ore davanti lo schermo. Se fossimo in team praticamente saremmo dei simbionti con la nostra sedia.
Gli AFK, che anche in closed beta ci sono, non sono una grande frustrazione. In live abbiamo vinto spesso in 4v5 proprio grazie alle abilità che, usate al momento giusto, permettono ottimi Come Back.
Insomma, Valorant è lo sparatutto che tutti vorremmo giocare: divertente, appassionante e competitivo. Un valido modo per passare una giornata da solo e con amici. Ancora qualche modifica e sarà il top!
E poi è gratis.
E voi, commodoriani, giocherete a Valorant? Avete ottenuto una chiave per la beta? Fatecelo sapere!
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