Zoom, la popolare piattaforma di videoconferenze, si trova ancora immersa nella bufera per problemi di violazione della privacy. La compagnia aerospaziale SpaceX, fondata da Elon Musk, ha deciso allora di vietarne l’utilizzo ai dipendenti.
Elon Musk non si fida
In questo periodo di smart working, scuola online e quarantena obbligatoria, sta crescendo la popolarità delle app di videoconferenza che, per necessità, vengono utilizzate ogni giorno da migliaia di utenti. Sfortunatamente è anche in crescita il rischio di violazione della privacy, se questi servizi risultano non sicuri.
Proprio in questa ottica, infatti, Zoom è entrata nel mirino dell’FBI. Tanto da portare un’azienda così tecnologicamente avanzata come SpaceX a vietarne l’utilizzo.
Le segnalazioni
Sono le segnalazioni risalenti ad alcuni giorni fa, in merito alle intrusioni di estranei all’interno di videoconferenze in corso su Zoom, che hanno messo in allerta l’FBI. Gli intrusi, infatti, avevano la possibilità non solo di trasmettere video pornografici o contenuti razzisti, ma anche di spiare i partecipanti.
Si è scoperto, inoltre, che l’applicazione non utilizza la crittografia end-to-end (così come, ad esempio, Whatsapp) ma una crittografia TLS che, teoricamente, potrebbe permettere alla società di spiare le conversazioni di tutti i suoi utenti senza alcun avviso.
A seguito di queste violazioni della privacy, SpaceX, secondo quanto riportato da Reuters, ha vietato l’utilizzo di Zoom ai propri dipendenti, avvisandoli attraverso una comunicazione di aver disabilitato tutti i loro accessi all’app. Ha consigliato poi di preferire chiamate, messaggi ed e-mail per le comunicazioni remote.
“Comprendiamo che in molti stanno usando questo strumento per conferenze e riunioni, ma si prega di utilizzare e-mail, messaggi o il telefono come mezzo di comunicazione alternativo”
Questa la comunicazione inviata dalla compagnia ai propri dipendenti il 28 Marzo e confermata da due persone a conoscenza della questione.
Dopo SpaceX, anche la NASA vieta l’utilizzo di Zoom ai suoi dipendenti come dichiarato da Stephanie Schierholz, portavoce dell’agenzia aerospaziale.
La risposta di Zoom
Zoom risponde alle segnalazioni con un post sul suo blog, rendendosi disponibile a risolvere tutti i problemi sulla privacy. Zoom comincerà rimuovendo dall’app iOS l’invio di dati a Facebook e modificando la policy della privacy (per chiarire quali dati degli utenti vengano utilizzati e come). Infine chiarirà il funzionamento della crittografia, che è garantita solo se tutti i partecipanti alla videoconferenza utilizzano l’app ufficiale di Zoom.
L’azienda dichiara inoltre di non possedere i mezzi per decrittare e intercettare le videoconferenze, non essendo interessata a farlo. Nonostante la crittografia non sia end-to-end, lavorerà comunque per integrare un un metodo di criptazione più sicuro.
Anche se Zoom si sia reso disponibile e abbia rimediato alla falla nella sicurezza, sono tante altre le app di videoconferenze che stanno registrando picchi nell’utilizzo e che potrebbero incappare negli stessi problemi.
FONTE: REUTERS
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