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La Casa di Carta Parte 4, la nostra recensione

articolo a cura di Cristina Nifosi e Martina Cappello

L’attesissima quarta stagione de La casa di carta sbarcherà su Netflix il prossimo 3 aprile. Noi di DrCommodore abbiamo avuto l’occasione di guardarne i primi episodi in anteprima e non vediamo l’ora di parlarvene.

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Dove eravamo rimasti

La terza stagione della Casa di Carta si era conclusa in un momento di pieno fermento. Il professore è in fuga: la polizia gli sta alle calcagna, che setaccia le vicinanze del nascondiglio in cui ha catturato Lisbona. 

Nel frattempo alla Banca di Spagna l’ultima mossa della spietata ispettrice Sierra stana Nairobi, che viene ferita da un colpo d’arma da fuoco di fronte agli occhi increduli di suo figlio. 

La banda è in guerra con la polizia, il piano prende una piega completamente diversa e fa vacillare anche le ideologie che la banda ha sempre trasmesso “La resistenza”

La terza stagione de La Casa di Carta ci ha lasciati così, sospesi in equilibrio su un filo di incertezze e di paure, ma cosa ci si aspetta nella quarta stagione?

La Casa di Carta 4: la nostra recensione

La parola d’ordine della quarta stagione della Casa di Carta è “Amore”. In una situazione in cui tutti gli equilibri sono ormai vacillati, lo stress si accumula e i nervi saltano, l’amore è l’elemento chiave intorno al quale si muovono tutti i personaggi, chiave di volta per carpirne fragilità e forze. 

Non risparmia nessuno: neanche una mente geniale e calcolatrice come quella del professore, né quella degli ispettori che lavorano incessantemente nella tenda o dei membri della banda. 

Ancora una volta la narrazione si dipana lungo due linee temporali: da una parte quella del presente, che segue il corso della rapina; dall’altra quella del passato, che ci proietta nelle fasi di pianificazione del colpo (e non solo…) attraverso i numerosi flashback.

In quella che sembra ormai essere parte della dichiarazione d’intenti della produzione, la serie è tenuta in piedi alternando momenti di pura suspense a momenti più leggeri, forse fin troppo, azzardando persino in performance musicali che strappano facilmente la risata.

I primi episodi riescono nell’intento di intrattenere a patto di non serbare aspettative troppo alte. Per il resto, persa la spinta iniziale delle prime due stagioni, la serie continua a registrare un calo di qualità piuttosto netto, mantenendo ben poche delle premesse che l’hanno consacrata come serie cult.

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La quarta stagione perde il genere heist movie

Il genere che l’ha caratterizzata è l’heist movie, per chi non lo conoscesse è un sottogenere cinematografico del film thriller che descrive storie in cui un gruppo di individui, generalmente una banda di criminali, organizza e mette in atto un grande furto in maniera accurata.

Possiamo tranquillamente dire che in questa stagione il genere in questione si avvicina molto di più ad un commedia romantica o, peggio ancora, ad un film di fantascienza. Gli errori sono tanti e non possiamo parlarvene adesso, ma lo capirete da soli. 

Il professore perde di credibilità a partire dalla fine della seconda stagione, quando il piano di una vita costruito su solide basi familiari, viene stravolto da una donna che non era prevista.

Dopo aver visto qualche episodio della quarta stagione della Casa di Carta possiamo tranquillamente dire che in confronto alle prime due che l’hanno lanciata, si è perso l’obiettivo principale: la rapina.

Non conosciamo ancora la conclusione della serie e quindi non possiamo dare un giudizio a 360°: ci vediamo il 3 aprile con la fine della stagione.

 

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Martina Cappello

Martina Cappello

Instancabilmente amante delle storie, le legge, le guarda, le gioca e talvolta le scrive. Ingegnere di giorno, incontraddicibile fangirl di notte.

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