One Piece ritorna sotto forma di musou
Il musou dedicato al manga di Eiichirō Oda è tornato con la sua quarta iterazione videoludica in un genere non sempre apprezzato dal pubblico occidentale. Tuttavia, la serie sviluppata da Omega Force finora è stata l’unica capace di tradurre l’opera del mangaka in videogioco con risultati discreti. Basti pensare agli insuccessi di One Piece Burning Blood, il picchiaduro, e One Piece: World Seeker, l’action/adventure. Dopo ben 5 anni dall’ultimo gioco di successo, Bandai Namco e lo stesso team di sviluppo ritornano sulla Rotta Maggiore, andando a rimpolpare la serie Pirate Warriors, dando alla luce One Piece: Pirate Warriors 4.
Attraverso questo quarto gioco, vivremo le avventure della ciurma di Cappello di Paglia fino a uno degli archi narrativi più recenti, con una nuova schiera di personaggi giocabili e varie migliorie sul piano strutturale e ludico. Scopriamo dunque se l’ultima fatica di Omega Force è riuscita a migliorare drasticamente il predecessore e a saziare i fan più accaniti del brand.
Diventerò il Re dei pirati!
La peculiarità della saga in questione è quella di raccontare interamente le vicende dei Mugiwara dalle origini in ogni iterazione. Feature sicuramente apprezzata dall’utenza, scandita anche da buone scene d’intermezzo animate che ripercorrono i momenti più iconici dell’avventura pirata di Monkey D. Rufy. Inevitabilmente, trattandosi di un manga estremamente longevo e in continua espansione, alcuni tagli diventano presto necessari e l’ultimo arco narrativo che si affronta è stato spesso frutto di uno scenario originale, non essendo ancora stato scritto canonicamente. È questo il caso di Pirate Warriors 4, come lo è stato anche per il terzo capitolo, che si interrompeva presso la saga di Dressrosa con un finale tutto suo. In questa quarta iterazione si è adottato lo stesso metodo, narrandoci delle gesta della nostra ciurma fino alla saga di Wano, ultima avventura ancora in corso di scrittura e che quindi presenterà una storia inedita non canonica, seppur affascinante. Purtroppo per rientrare nelle tempistiche, alcuni archi a partire dall’inizio sono stati tagliati integralmente, lasciando dei piccoli riassunti per colmare le parti che non saranno giocabili. Mossa che giustifica in parte anche delle assenze abbastanza insolite nel roster dei personaggi se consideriamo il predecessore.
A conti fatti, vivremo solo gli archi più importanti della storia, partendo da Alabasta per arrivare all’inedita Whole Cake Island, passando per l’immancabile Marineford. Nonostante gli intrecci da seguire siano gli stessi – e quindi il fattore ripetitività sempre dietro l’angolo – le varie sezioni del racconto sono state affrontate e raccontate in maniera diversa rispetto al passato, andando ad approfondire alcune parti specifiche, grazie anche all’inserimento di più episodi per arco narrativo, perdendosi nei dettagli delle vicende. Il titolo dunque ne guadagna in longevità, grazie alle oltre 30 missioni per quindici ore complessive necessarie per portare a termine la modalità Diario Narrativo. L’offerta proposta da Omega Force come da tradizione, non si ferma alla mera narrazione del manga, ma si estende anche in molteplici contenuti sbloccabili e modalità, tra cui la modalità Diario Libero, dove rivivere le vicende con uno degli oltre 40 personaggi messi a disposizione una volta sbloccati, e la modalità Diario del Tesoro, che prevede un numero considerevole di incarichi di grado e difficoltà crescente da portare a termine.
Il musou dei pirati
Il gameplay è quello classico della serie di appartenenza, un vero e proprio musou in cui dovremo liberare zone e affrontare numerosi gruppi di nemici comuni e talvolta qualche figura importante, seguendo il dettame della storia. Le mappe di gioco tematiche sono caratterizzate da macrozone collegate tra loro in cui dovremo completare degli incarichi primari per avere successo e proseguire, e alcuni incarichi secondari opzionali, come sconfiggere determinati avversari che appariranno in battaglia. Ogni personaggio avrà a disposizione delle abilità speciali da utilizzare oltre che alle combo classiche eseguibili alternando i due tasti d’attacco. Sarà così possibile creare delle combo lunghe e spettacolari, estremamente articolate in base al beniamino utilizzato, per spazzare via il maggior numero di nemici. Tra le novità più evidenti troviamo una barra per la resistenza, che limiterà l’abuso degli scatti, estesi o meno, che possono permettere di schivare colpendo e rompere una combo in anticipo per iniziarne un’altra, creando potenzialmente una catena di colpi estremamente longeva seppur ripetitiva.
Inoltre, ora è possibile saltare liberamente per colpire i nemici che si mantengono distanti dal terreno o per performare nuove mosse dedicate. Colpendo i nemici più forti, sarà possibile togliere loro l’armatura, stordendoli per un breve periodo di tempo in cui è possibile infliggere più danni del normale. La protezione tuttavia si ricaricherà in pochi secondi e imparare a sfruttare queste aperture si rivela essenziale per avvantaggiarsi negli scontri. Parliamo dei capi di settore e in generale dei boss, che anche se protetti subiranno comunque danni seppur in quantità ridotta, indipendentemente dal tipo di frutto posseduto. Contro gli avversari più grandi e iconici, si dovranno attuare delle tattiche ben precise per renderli vulnerabili, sfruttando il moveset a disposizione per cercare precise debolezze.
Il sistema dedicato alle mosse speciali ha subito una rivisitazione sostanziale. Mentre nel precedente capitolo avevamo una barra apposita – caricabile colpendo gli avversari – che veniva consumata in segmenti in base alla mossa utilizzata, ora è possibile selezionare l’abilità da utilizzare previa pressione del dorsale destro del pad, che aprirà il menù delle 4 mosse disponibili. Ciascuna abilità può essere assegnata preventivamente a uno dei tasti che compone il quadrante del controller, velocizzando di fatto il processo di utilizzo in gioco. Prima di ogni battaglia potremo selezionarle a piacimento tra quelle disponibili e potenziarci attraverso 3 diagrammi per ciascun personaggio, chiamati mappe, in cui distribuire i Berry e i Gettoni guadagnati durante le missioni, al fine di accedere al miglioramento delle statistiche di base, tra cui attacco, difesa, vita e resistenza, e allo sblocco di nuove combo, trasformazioni peculiari, e abilità passive assegnabili. La prima mappa è comune per tutti i personaggi, mentre le restanti due sono individuali e vanno ad incidere solo per quello selezionato.
La crescita dunque, non avviene più attraverso l’esperienza del singolo elemento utilizzato ma attraverso la distribuzione delle risorse, laddove giocando sarà possibile acquisire la valuta e le iconiche monete allo scopo di riempire tutte le sezioni delle mappe per conformare le statistiche desiderate. Aumentare di livello quindi, ora risulta estremamente più veloce e semplice, grazie anche all’implementazione del Livello Ciurma, parametro che farà salire il grado del personaggio controllato e al tempo stesso anche quello degli altri alleati in campo. Il valore di questo parametro inciderà sull’ottenimento dei gettoni più rari, indispensabili per sbloccare i power up più potenti e singolari. Un sistema che funziona egregiamente ed evita all’utente l’utilizzo del medesimo lottatore in ogni missione, utile anche per spezzare una certa monotonia di gameplay inevitabile della struttura musou.
Anche il roster si è aggiornato, con nuovi personaggi e alcuni tagli non troppo graditi, andando a comporre un totale di 40 combattenti (+9 in arrivo con i DLC) suddivisi in quattro categorie diverse, differenziandosi ulteriormente tra loro e subendo dei cambiamenti alle proprie caratteristiche principali. Gli stili di combattimento a cui apparterranno possono essere Potente, Tecnico, Volante e Veloce. Lo stile Potente si basa sulla forza bruta e genera un’onda d’urto se i nemici colpiti da un attacco collidono con superfici, garantendo ulteriori danni ai nemici circostanti. Quello Tecnico consente un assalto caricato che attira a sé tutti i nemici vicini per colpire in massa. Quello Volante garantisce una sequenza di scatti a ripetizione fino ad esaurimento stamina per mantenersi in aria e tuffarsi con un colpo in picchiata. Infine, quello Veloce riduce il consumo di resistenza durante uno scatto potenziato. Sarà possibile inoltre godere dei vari scenari in compagnia di altri utenti attraverso il multiplayer online cooperativo, in cui possiamo creare squadre fino a 4 giocatori e prendere parte alle varie missioni della storia, sebbene la maggior parte di esse siano strutturate solo per 2 utenti.
Il gameplay di One Piece: Pirate Warriors 4 dunque, è stato rifinito e migliorato ulteriormente anche se è molto facile cadere nella trappola della ripetitività se non si utilizzano a rotazione i personaggi a disposizione, mentre le missioni intrinseche degli scenari tendono a ripetersi con molta facilità. Riesce comunque nell’obiettivo di offrire una delle esperienze musou più curate e avvincenti di sempre.
Il Frutto del Diavolo più debole
Purtroppo le note dolenti della produzione risiedono in gran parte nel comparto tecnico e grafico di One Piece: Pirate Warriors 4, sebbene per quest’ultimo ci siano dei piccoli miglioramenti rispetto al predecessore, con modelli poligonali un po’ meno spigolosi e un utilizzo di texture più dettagliate. Il frame rate invece, risulta spesso ballerino su Ps4 Standard, e oscilla costantemente tra i 30 e i 50 senza una valenza fissa che possa stabilizzare l’azione. L’interazione ambientale ha trovato applicazione pratica in alcune missioni, dove per proseguire o sbloccare dei percorsi bisogna attivare dei marchingegni o distruggere barriere. La verticalità dei livelli ora si concretizza in stage multipiano che offrono un’ulteriore espansione delle iconiche mappe della saga.
Anche per quanto riguarda la telecamera, ci sono dei problemi non indifferenti, che si fanno più evidenti quando si decide di bloccarla su un nemico, con incastri piuttosto frequenti che vanno a creare situazioni frustranti. Buono invece il comparto sonoro, che fa il suo dovere senza esagerare con brani già conosciuti e nuovi dallo stile vivace. Il doppiaggio (unico) giapponese da tradizione è lasciato in mano alle vere voci della serie animata, ricreando le atmosfere della suddetta con estrema perizia, accompagnato dalle traduzioni scritte in lingua italiana talvolta altalenanti ma sufficienti.
Conclusioni
One Piece: Pirate Warriors 4 è un titolo controverso per una serie di fattori. Da un lato abbiamo una moltitudine di accorgimenti estremamente funzionali apportati alla formula classica adottata da Omega Force per la serie, mentre dall’altro troviamo delle carenze piuttosto evidenti e tagli ingiustificati di contenuto. Senz’altro vi è una cura maggiore complessiva sul piano ludico e grafico, ma ci saremmo aspettati un’ottimizzazione migliore e una maggior quantità di contenuti e modalità rispetto al passato. La sensazione è che il lavoro svolto dal team sia completo a metà, forse per colpa delle tempistiche ristrette, apparendo come un more (a tratti less) of the same laddove avrebbe potuto certamente osare di più. Coraggiosa la scelta di omettere degli archi narrativi per dare spazio d’approfondimento a quelli più importanti, sebbene la ripetitività di alcune vicende giocabili unita a quella inevitabile del gameplay possa creare un mix di noia precoce.
È da apprezzare tuttavia lo svecchiamento di alcune meccaniche, rese ora più immediate e al passo con i tempi, che non snaturano il genere di appartenenza, e grazie al roster iniziale di 40 personaggi, i fan troveranno il loro bel da fare tramite il nuovo sistema di potenziamento dei loro beniamini. Gradita la presenza del multiplayer cooperativo, che seppur limitato, aggiunge all’offerta una componente alquanto ricercata. Per concludere, non possiamo che consigliare il titolo a tutti coloro che hanno apprezzato le precedenti iterazioni videoludiche di stampo musou della saga di Eiichirō Oda e ai fan della serie del pirata più famoso del mondo orientale.
Pro
- Meccaniche di gameplay migliorate
- Ottima longevità
- Un roster numeroso…
Contro
- …con qualche mancanza ingiustificata
- Inevitabilmente ripetitivo
- Tecnicamente da rivedere
VOTO: 7.5/10
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