Dr Commodore
LIVE

Cos’è la musica “8D” e come funziona, ecco cosa c’è dietro la “magia”

Le canzoni 8D sono spopolate di nuovo dopo un anno dal loro primo boom. Brani rap, rock, classici, colonne sonore, ogni genere possibile è stato ritrattato con questa apparentemente nuova tecnologia che, ad alcuni, sembra “magia”. Ma come nel caso degli ASMR, non si tratta di miracoli o imprese strane. Si tratta di un utilizzo particolare di strumenti esistenti da molti anni.

La “droga musicale” del 2020?

Su YouTube i canali che caricano canzoni 8D sono cresciuti molto rapidamente. Aviion Music conta 560k iscritti, 8D Era 718k e 8D TUNES addirittura 6,6M. Prevalentemente questi canali sono comparsi nel 2018-2019, ma ora – come ogni fenomeno strano – è nel picco di popolarità forse anche grazie alla quarantena che ci sta permettendo di scoprire e riscoprire la rete. Ci sono anche canali che spacciano musica 16D, ma cosa significa tutto questo? E soprattutto, come viene creato questo effetto?

Questi brani vanno sentiti rigorosamente con le cuffie, come consigliano tutti i canali, perché l’effetto si basa sul Surround. Quando li si ascolta infatti si sente l’audio “girare” da destra a sinistra, davanti a noi e dietro di noi, come se fossimo in un ambiente ancora più grande (dunque cambiando la percezione dello spazio attorno a noi) e se avessimo un impianto con i controfiocchi. L’”illusione” viene creata in fase di editing pannando (da to pan, pannare, distribuire il suono all’interno del campo stereo) la canzone. Così facendo, si potrà decidere da dove far venire i suoni all’orecchio.

Ha senso chiamarlo 8D?

8D dunque non ha molto senso come termine, dato che non si percepiscono ulteriori dimensioni. A spiegarne ulteriormente l’”etimologia” ci ha pensato anche il producer Andrés Mayo:

Si basa su una manipolazione di fase che impedisce al cervello di identificare da dove viene il suono. Ciò significa che grazie al lavoro di mix che si realizza per generare l’8D (la cui definizione si avvicina all’idea di musica 360° o binaurale) la mente umana entra in una specie di parco di divertimenti di suoni che vanno e vengono, e che regalano una sensazione di spazialità che approfondisce ancor di più quella vissuta con il suono stereo. In questo modo la musica (o almeno la sensazione che il suono genera) non rimane più circoscritta a due fonti sonore (lato destro e sinistro) bensì diventa uno spazio virtuale di forma sferica, dove si possono apprezzare stimoli che sembrano provenire da diversi angoli.”

Storicamente ci sono stati dei precedenti, nati con la stereofonia. Già dagli anni ’60 molti musicisti sperimentavano le registrazioni binaurali per dare una sensazione “3D”. Questo effetto veniva originariamente dato registrando con due microfoni orientati in direzioni divergenti, posti all’altezza delle orecchie di un manichino. In questo modo, una volta avviato il brano ci sembrerebbe di stare nella stanza del concerto.

Dopo questo esperimento è arrivata la tecnica “olofonica” negli anni ’80, applicando filtri a microfoni con capsule orientate a 360 gradi. Un altro effetto che registra l’audio sfericamente, come si può sentire in 5:06AM di Roger Waters.

Un trucco con un fondo di verità

L’audio 8D invece non viene registrato con tecniche particolare, viene soltanto modificato in post produzione. Se è quindi il risultato di un semplice “trucco”, in realtà c’è una tipologia di brani e file audio che dà veramente una sensazione di spazio estremamente diversa da quella da noi percepita ogni giorno.

Il termine con cui va chiamata tale tipologia è Ambisonic Audio ed è nata come esperienza audio per contenuti VR. Con un virtual recorder la traccia base viene posta al centro di una sfera virtuale, amplificando il risultato e dividendolo tra canali L/R (left & right). Ci sono varie sottoclassi di Ambisonic Audio: dal 1° al 7°, e più in alto si va più diventa un’esperienza mozzafiato. Già dalla terza e quarta classe ci si può sentire in estasi!

Le canzoni in 8D quindi rimangono solo una classe ancora inferiore rispetto a quest’ultima citata, un’illusione creata ad hoc che, comunque, ha un suo effetto. Per un’esperienza più “veritiera”, però, servirebbe un impianto serio e impostato da un ingegnere del suono, il tutto per una cifra piuttosto alta.

Credo che la versione più economica su YouTube convenga a tutti.

FONTE

Per rimanere informati sul mondo nerd, continuate a seguirci sul nostro sito DrCommodore.it e su FacebookInstagramTelegramYouTubeDiscordSteam e Twitch.

Articoli correlati

Francesco Santin

Francesco Santin

Studente di Scienze Internazionali e Diplomatiche, ex telecronista di Esports, giocatore semi-professionista e amministratore di diversi siti e community per i quali ho svolto anche l'attività di editor e redattore.

Condividi