C’è un qualcosa di incredibilmente appagante nel vedere gli eroi di My Hero Academia avere finalmente un “momento di normalità”. Quello del festival scolastico è un elemento molto utilizzato all’interno degli anime per riuscire ad estrarre anche da quelle storie apparentemente vuote o prive di mostri super leggendari o lotte intergalattiche un qualcosa di avvincente da vedere. E in fondo qui il focus è un po’ lo stesso, con la differenza però che di lotte mozzafiato ne abbiamo viste eccome. E adesso che apparentemente sembrano essere in pausa si sente già in sottofondo l’eco del “che noia, fate uscire i villain per favore!”.
Nulla da obiettare, per carità. Però occhio, forse lo scopo di quest’arco è proprio quello di inquadrare i personaggi da un’altra prospettiva. Nell’arco precedente abbiamo avuto modo di esplorare gli eroi della 1-A, e invece questa volta siamo di fronte ai ragazzini che si celano dietro quelle maschere. Individui con sogni e passioni, con interessi che magari non sono strettamente legati al motivo per cui vogliono diventare degli eroi. E questo è semplicemente fantastico, e non soltanto perché così potremo scoprire qualcosa in più su di loro, ma anche perché al contempo ci arriva limpido un messaggio molto importante: in un cartone ricco di scontri e di mazzate, i combattimenti non devono essere per forza l’unico modo efficace per approfondire i personaggi.
Inutile dire quanto sia stato bello vedere Eri alle prese con il mondo. Fin da quando ne ha memoria la ragazzina non ha mai avuto alcun momento di normalità, e vederla circondata da persone che la adorano fa davvero scaldare il cuore. Eri adesso ha tutta la vita davanti, ha il tempo di fare di se stessa quello che più preferisce. Però prima deve adattarsi, studiare, trovare ciò che la appassiona e inseguire il proprio sogno con tutta se stessa. Per questo il festival gioca un ruolo cruciale nel suo sviluppo, perché attraverso di esso la ragazzina entrerà in contatto con tante realtà diverse che prima non aveva mai conosciuto. È come esplorare il mondo, ma in versione miniatura.
È chiaro però che il lavoro sarà molto duro. Quello di Chisaki sarà un fantasma che la rincorrerà per tutta la vita, ed è proprio lì che Eri dovrà dimostrare di che stoffa è fatta. Chiaramente al suo fianco avrà senza alcun dubbio Milio e Midoriya, così come tutti gli eroi che hanno contribuito a salvarla, però il peso più grosso graverà comunque sulle sue spalle. La piccola deve riuscire a trasformare quel ricordo in una fonte di forza e motivazione; in un esperienza che possa in qualche modo spronarla ad intraprendere una strada nuova.
Certo che, pensandoci, sarebbe stato interessante scoprire di più su Nejire, l’ultimo membro dei big three. Fino ad ora il personaggio ha ricoperto un ruolo parecchio marginale, ed effettivamente non l’abbiamo neanche vista dare una parola di conforto a Milio. Non che ce ne fosse bisogno, però comunque dopo aver scoperto il bellissimo rapporto che lega quest’ultimo con Amajiki, Nejire a confronto sembra quasi un’estranea. E un po’ dispiace, perché in fondo facendo parte di un gruppo così importante la curiosità schizza alle stelle. Se proprio dovessi fare un parallelo la metterei sullo stesso piano di Aoyama. Proprio come abbiamo visto accadere con il principino negli episodi precedenti, non mi sentirei di escludere che anche Nejire abbia un qualcosa da nascondere dietro quel sorriso smagliante. Non resta che aspettare e vedere.
Tornando un po’ più in tema, comunque, l’occasione del festival ha dato vita a dei momenti molto interessanti. Dalla fantastiche scene comiche di Mineta ai conflitti interni tra la sezioni dello Yuuei, passando per l’allenamento di Deku e per la critica che Bakugo rivolge ai suoi compagni. L’ultimo punto in particolare merita più attenzioni.
Bakugo è sempre passato per la testa calda della situazione, ma in realtà ha più volte dimostrato di essere un individuo razionale e analitico. Semplicemente ha un modo un po’ strambo di comunicare, ma in fondo è una persona parecchio emotiva e a tratti persino fragile. Essendo tra i più forti della classe ricopre in qualche modo un ruolo importante, e vedere con quanta responsabilità lo esercita pur rimanendo sempre se stesso è stato molto stimolante.
Comunque, se proprio vogliamo essere sinceri, non è che i villain sono andati davvero in pausa. Gente Criminal e La Brava stanno effettivamente posano i loro occhi sullo Yuuei, ma onestamente fatico davvero a considerarli una minaccia valida. Sarà per il modo in cui sono stati presentati; sarà perché non è possibile che la scuola venga effettivamente chiusa per colpa loro, o magari perché ogni volta che in un anime qualcuno spiega un piano in anticipo alla fine qualcosa va sempre storto. Non lo so. Quel che certo, però, è che siamo anni luce lontani da criminali come Chisaki o Shigaraki. E poi non posso non ammetterlo: in fondo mi stanno anche leggermente simpatici.
Più che per rincorrere un qualche ideale particolare, Gentle e La Brava agiscono per motivazioni all’apparenza molto meno significative. Entrambi portano sul banchetto delle tematiche affrontate dalla serie una portata nuova e molto attuale: quella dell’utilizzo del nostro amatissimo internet. Vedete, Gentle è profondamente invaghito dal seguito che sta ricevendo. All’inizio il criminale ha fallito nel proporsi sui social in maniera efficace, ma appena ha incontrato La Brava è subito riuscito a farsi un nome. L’incredibile quantità di follower che ha improvvisamente ottenuto l’ha spinto ad andare sempre più oltre, ad addentrarsi sempre più a fondo in quel sentiero negativo che aveva già imboccato precedentemente. Ecco perché vuole entrare nello Yuuei proprio in questo momento, per alzare sempre di più l’asticella.
La Brava invece è l’esempio un po’ esagerato del lato pericoloso di quello che ormai è un vero e proprio mondo. Probabilmente in realtà è una donna già da tempo, ma il suo aspetto da bambina non è mica casuale. Siamo di fronte ad una persona che si invaghisce di un individuo con cui praticamente non ha mai interagito. E non solo, non contenta di questo finisce anche col precipitarsi a casa sua senza la minima accortezza. Per carità, non è che lui l’abbia in qualche modo adescata, e menomale, però ciò non cancella mica il resto. La verità è che questi due utilizzano internet nel peggior modo possibile, sia per loro stessi che per la società nella quale vivono.
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