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Avast vendeva i dati degli utenti tramite Jumpshot

Gli antivirus gratuiti non hanno mai goduto di un’ottima reputazione, rischiando di portare più problemi che soluzioni. Quando, però, un servizio è offerto gratuitamente, un piccolo prezzo da pagare si nasconde sempre dietro l’angolo. Come nel caso di Avast, uno tra gli antivirus più famosi, accusata di raccogliere e vendere i dati degli utenti tramite Jumpshot, una sua sussidiaria. Un servizio che, secondo le voci, vanta di una clientela del calibro di Microsoft, Google e TripAdvisor, citandone giusto alcuni.

Avast, non proprio il compagno più fedele

Quanta fiducia riposta nel proprio antivirus che, teoricamente, avrebbe il compito di proteggerci e non di vendere le nostre informazioni al miglior offerente. Secondo le inchieste di Motherboard e PCmag, Avast raccoglieva i dati di navigazione in modo particolarmente dettagliato, registrando i siti visitati, le parole chiave cercate e i video guardati. Insomma, una vera e propria spia pronta a raccogliere le tracce di qualsiasi movimento in rete senza troppi fronzoli.

A sua discolpa, Avast ha dichiarato che i dati passati a Jumpshot per essere venduti fossero completamente anonimi, impedendo l’identificazione dell’utente. Risalire al proprietario, d’altra parte, non appare così impossibile considerando il dettaglio dei dati raccolti. Altro punto a favore della difesa consiste nel fatto che l’antivirus effettivamente richiedesse l’autorizzazione dell’utente per raccogliere informazioni da vendere a terze parti.  Tentativi di trasparenza che però trovano terreno poco fertile quando si parla di rischi per la privacy.

Per un’azienda di cybersecurity, poi, non è certamente una pubblicità positiva. Acconsentire di vendere i propri dati con un click, magari da un utente distratto o non consapevole di cosa si stia accettando realmente, è tanto diverso da uno di quei virus a cui proprio Avast dovrebbe fare la guerra? Motivo per cui la società ceca ha deciso di fare un passo indietro, dichiarando che Jumpshot non avrà più accesso alle informazioni di chi utilizza Avast.

Prestare attenzione, prima di tutto

Se possedete questo antivirus, un controllo alle autorizzazioni e alle impostazioni sarebbe meglio farlo. In generale, è bene ricordare (con un po’ di rammarico) che il mercato ruota attorno al continuo tentativo di raccogliere informazioni sui propri clienti, anche con metodi dai dubbi risvolti etici. Per cui, prima di accettare qualsiasi cosa, non fa mai male leggere con attenzione. Un click, in fondo, è meno banale di quanto sembri.

FONTE: LA STAMPA

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