In un mondo in continua evoluzione, in una realtà dove il confine tra tecnologia e quotidiano diventa sempre più sottile, qualcuno ci ricorda qual è la differenza tra uomo e macchina: la ATAC di Roma.
Il servizio trasporti della capitale si è reso celebre per alcune curiose “letture” delle fermate autobus. Viale XXI aprile si trasforma in “Viale ics ics i aprile“, degno del miglior spelling di un codice fiscale. A seguire Santa Agnese, protettrice di fidanzate, giardinieri e vergini, diventa “Esse Agnese“. E questo è solo il repertorio dell’autobus numero 90.
L’autobus n°80 regala altre perle, come Sant’Agnese Annibaliano Megabyte uno: nome in codice per un Gundam o personale interpretazione di Metro B1? Chi può dirlo. Seguono accenti random con “Valle Melaìna“, “Via Dandòlo” fino a “Via Bocca della verìta“. Nessun errore di battitura, l’accento cade sulla i. Le macchine però sembrano anche avere una buona conoscenza di opere nipponiche a giudicare dalla fermata “gnogno” – o era “Jonio“?
A Milano invece quest’estate la linea M5, la metro Lilla, aveva deciso di portare a spasso i suoi passeggeri, ingannandoli con dei messaggi contraddittori “scendete“. Peccato per le porte rimaste chiuse.
Conoscete qualche altra voce robotica degna di essere citata? Avete altre segnalazioni? Fatecele sapere nei commenti!
Fonti: Il Messaggero.
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