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Zombie Army 4: Dead Nation – Anteprima della quarta apocalisse di Rebellion Developments

La nostra anteprima di Zombie Army 4 Dead War

Nelle scorse settimane siamo stati invitati da Koch Media per provare in anteprima Zombie Army 4 Dead War, nuovo capitolo della saga zombie in arrivo il prossimo mese. Per i non avvezzi, Zombie Army è uno sparatutto in terza persona che nasce come spin-off della saga di Sniper Elite dalle menti di Rebellion Developments. Guidati da questi ultimi, abbiamo mosso i nostri passi all’interno dell’apocalisse zombie scatenata dal “Piano Z” del Fuhrer, ultima spiaggia per vincere la Seconda Guerra Mondiale, costruendo un party da quattro giocatori con colleghi di altre testate giornalistiche. Insieme abbiamo affrontato alcune missioni di storia e una modalità orda, che ha saputo mettere alla prova le nostre capacità, sia come giocatori che come gruppo. La quarta edizione dell’Apocalisse Z ci vede respingere le orde non-morte del generale tedesco tra le vie delle città del nostro Bel Paese, in uno scenario tipicamente e squisitamente italiano nonostante la distruzione imperversi tra le strade che ci ritroveremo a battere. Sicuramente questo aspetto è ciò che ha convinto Rebellion a mostrare il suo nuovo titolo con un press tour in Italia e questa occasione si è rivelata preziosa anche per scambiare due chiacchiere con il team, che ha deciso di rispondere gentilmente a qualunque domanda gli venisse posta, ribadendo la vicinanza alla community. Seppur come semplice spin-off, infatti, Zombie Army è riuscito a guadagnarsi un posto nel cuore degli amanti della saga principale, generando attorno una sé una community di giocatori che è cresciuta insieme al prodotto e che è ha permesso al team di sviluppo di migliorare il titolo capitolo dopo capitolo.

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Tornando alla nostra esperienza con Zombie Army 4: Dead War, siamo stati divisi in squadre da quattro giocatori (il massimo numero di membri raggiungibile per team) e per cominciare siamo stati invitati a provare i primi cinque capitoli della storia. A primo impatto, da profani dei titoli di Rebellion, siamo rimasti piacevolmente colpiti: tra le mani avevamo un gameplay che va a pescare quanto di buono fatto da titoli come Gears of War, che hanno sdoganato la formula del TPS e l’hanno evoluta nel tempo. Cambiare armi, ricaricare, recuperare da terra oggetti, puntare, sparare. Tutte le azioni più basilari all’interno del gioco funzionano e sono intuitive sia per i giocatori veterani e sia per chi si approccia per la prima volta a questo tipo di titoli. L’ambientazione tutta italiana funziona, le bellezze del nostro territorio e delle nostre città si sposano bene con l’apocalisse che si sta svolgendo: la natura profondamente mutata legata ai cataclismi che si susseguono di mappa in mappa (un bel Vesuvio che erutta) unita alla desolazione delle strade e degli edifici in pezzi si mescolano in un’estetica perfetta che riesce nel tentativo di regalare un’atmosfera sinistra e suggestiva, ricercata anche dagli stessi sviluppatori, come poi abbiamo avuto modo di approfondire parlando con essi. E allora ecco una Napoli devastata da fiumi di lava e un Vesuvio che minaccioso erutta sullo sfondo oppure una Venezia desolata solcata e attraversata da acque imputridite dal quale sbucano incessantemente zombie pronti ad assalirci. Se esteticamente l’impatto è stato buono, non possiamo dirlo totalmente del level design che, esattamente come un qualsiasi Gears of War, è estremamente lineare caratterizzato da dei checkpoint di tanto in tanto, che permettono di accedere all’armeria per rifocillarsi un po’ dal punto di vista bellico e all’officina per potenziare il proprio arsenale. Oltre alla linearità ci sono stati dei momenti di confusione causati proprio da una costruzione dei livelli non proprio perfetta: durante la nostra prova, la nostra squadra anti-non morti è rimasta più di una volta bloccata più volte nella ricerca di una via per proseguire a causa di scale che ci sono sfuggite o di percorsi che non credevamo a primo impatto fossero percorribili. Da questo punto di vista, il titolo ha scoperto qualche fianco sebbene ci sia da ammettere che la mappa veneziana, invece, risultava molto più interessante da giocare in quanto ci è sembrata meglio costruita. C’è da dire che quest’ultima mappa l’abbiamo potuta provare in una differente modalità differente (l’orda, per intenderci) e non sappiamo come essa si presenterà nella storia, quindi il nostro giudizio potrebbe lasciare il tempo che trova.

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Come vi avevamo già anticipato, la nostra abilità è stata messa piacevolmente alla prova e non solo in singolo, ma anche in gruppo. La scelta delle armi, delle granate, medi-kit e quant’altro va ben ponderata, così come i vari potenziamenti che ci troveremo costretti a fare presso le officine nei checkpoint. Infliggere più danno su questo o quel nemico tornerà utile nei momenti più concitati che non mancheranno nel corso dell’avventura. Sicuramente la necessità di arsenale oculato (imbracceremo le armi tipiche del secondo conflitto mondiale) o di un potenziamento o di una granata con determinati poteri non la sentirete quando scaricherete le vostre armi sui “pesci piccoli”, ma di fronte a nemici più resistenti fare maggior danno su di un punto critico risulterà a dir poco vitale. L’armata non-morta di nazi-zombie del Fuhrer, infatti, sarà composta dai più disparati tipi di combattenti in grado di mettere pressione e difficoltà, ognuno con i suoi punti critici e le sue abilità: tra questi abbiamo affrontato giganti con i lanciafiamme dove era necessario colpirli allo zaino napalm per poi raccogliere le loro armi e usarli contro di loro, colossi che imbracciavano motoseghe che richiedevano uno sforzo congiunto per essere bloccati, abbiamo affrontato addirittura necromanti in grado di resuscitare i compagni caduti (di nuovo). Rebellion ci ha fatto sapere di aver avuto più cura in Zombie Army 4 nella realizzazione dei nemici e di aver lavorato con la volontà di creare qualcosa di diverso, capace di mischiare il tipico genere zombie con il fantasy.

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Dopo aver concluso, non senza difficoltà, le missioni di campagna, ci siamo cimentati nella modalità Orda, dove il teatro della nostra carneficina sono stati i canali veneziani. Gli spazi ristretti e l’avanzata dei numerosi nemici ci hanno messo seriamente alla prova soprattutto col crescere delle ondate, ribadendo come il gioco di squadra diventi sempre più fondamentale man mano che si cresce con il livello di difficoltà. Tirando le somme, nonostante qualche bug (complice il fatto che abbiamo provato una build non proprio aggiornatissima) e alcuni difetti, possiamo dire di esserci divertiti con Zombie Army 4. L’esperienza co-op è stata gradevole e a tratti anche appagante, ma lungi dall’essere una recensione sul titolo, vedremo se il livello generale rimarrà tale anche nella versione day one del titolo. Per il momento possiamo dirci soddisfatti della nostra prova e rimandiamo il giudizio finale a febbraio, sperando che il titolo di Rebellion Developments possa confermare le nostre impressioni.

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