Il progetto del Bambino Gesù di Roma, il primo in Europa
Sostituire un bronco non funzionante a causa della broncomalacia, una malattia per cui le pareti bronchiali esterne sono molli e impediscono un normale flusso di aria. L’idea è tanto semplice quando rivoluzionaria. L’intervento sperimentale è il primo in Europa, e il dispositivo, frutto del lavoro di 6 mesi di un’equipe multidisciplinare, ha funzionato alla perfezione.
Una questione di tecniche e materiali
Tramite sofisticate tecniche di imaging, scansione 3D e bioingegneria il pezzo realizzato è unico: progettato per aderire perfettamente all’apparato respiratorio del bambino e non interferire con la crescita, i materiali utilizzati comprendono il policaprolattone, polimero utilizzato per suture interne, e l’idrossiapatite, composto bio-riassorbibile, capace di stimolare la crescita ossea. Questa protesi respiratoria verrà eliminata dall’organismo nell’arco di circa 2 anni.
La nascita della protesi
Il bronco sintetico è basato su uno studio dell’Università del Michigan svolto su 15 interventi simili, dove hanno verificato la resistenza, la compatibilità ed i vantaggi economici. Il dispositivo, personale ed unico, è disegnato sulla struttura del paziente, partendo dalle immagini ottenute tramite TC realizzate nel Dipartimento Interno di Diagnostico per immagini, coordinato da Aurelio Secinaro e poi rielaborate dall’Unità di Innovazione e Percorsi Clinici, coordinata da Luca Borro, riproducendo una struttura identica a quella del bronco sano.
Epilogo
Il piccolo sta bene. Dopo un mese di ricovero per convalescenza, è tornato a casa. Lo aspetta un follow-up di routine per controllare che tutto proceda per il meglio.
Per rimanere informati sul mondo nerd, continuate a seguirci sul nostro sito DrCommodore.it e su Facebook, Instagram, Telegram, YouTube, Discord e Twitch.