L’embargo era scaduto. Il nuovo videogioco che PierPiero stava tanto attendendo era ormai alle porte e le recensioni erano online. Non c’era più tempo, il ragazzo fremeva dalla voglia di leggere i pareri del suo recensore di fiducia.
Una volta aperta la recensione si gustò il momento: aprì un energy drink e percepì già il cuore battere all’impazzata. Una gocciolina di sudore gli scivolò lentamente sulla fronte per la troppa ansia; si domandava se il videogioco fosse davvero bello come pensava. Passò la mano sulla fronte per asciugarsi e iniziò a leggere la recensione.
“Non male”, pensò Pier, “certo, c’è qualche piccolo difetto, ma rispetta davvero le aspettative. Insomma, il framerate è un po’ ballerino, ma il comparto narrativo è davvero mozzafiatante e il gameplay sembra davvero ben congegnato!”. Pier continuò a leggere la recensione paragrafo per paragrafo arrivando ormai alla fine.
L’eccitazione si era improvvisamente trasformata in paura. Una paura dettata dalla curiosità di scoprire il voto che il recensore aveva dato al titolo. Molto lentamente, arrivò fino in fondo alla pagina per leggere il voto: 80. PierPiero divenne completamente scuro in volto. Qualsiasi segno vitale si spense all’istante e il tremore cessò. Con un’espressione completamente priva di qualsiasi emozione chiuse la recensione e postò uno stato su Facebook:
“Ragazzi, sono uscite le recensioni di Cavalcastruzzi II. Se prima avevo un hype esagerato, mi sa tanto che aspetterò prima di giocarlo. Purtroppo il titolo ha ricevuto diverse valutazioni basse e non mi sento di dargli subito una possibilità”.
Dopo aver premuto invio sospirò attendendo qualche risposta. Dopo neanche 10 secondi arrivarono i primi commenti:
“Che schifo, non pensavo fosse così il gioco”.
“Una vera delusione, aspetterò il calo di prezzo per giocarlo”.
“Ma ci rendiamo conto? Sono sconcertato. Pensavo fosse meglio di Lancia Pietre Remastered, il quale ha ricevuto 95 su quasi tutte le recensioni…”
Il valore del voto numerico
Ha davvero senso il voto numerico oggi? Nel corso del tempo abbiamo notato come la valutazione dei videogiochi sia ormai rivolta verso numeri alti. Il problema, però, non si pone tanto sul voto in sé, quanto più sul peso attribuitogli dall’utenza che si interfaccia con le recensioni videoludiche. Un altro enorme difetto è dato dai recensori, oggi fin troppo superficiali nell’attribuire un voto numerico a un titolo, senza quindi dar valore al vero lavoro svolto per la stesura di una recensione: studio approfondito del titolo e delle sue meccaniche, oltre che alla contestualizzazione del titolo stesso. Assegnare quindi un numero a un lavoro che ha richiesto giorni – se non settimane – oltre che a sminuire le fatiche del recensore, ha fatto sì che, nel tempo, esso sia ormai divenuto il fulcro della recensione stessa. Capita spesso che un utente apra diversi approfondimenti di un titolo esclusivamente per leggere quel dannato numeretto; molte altre volte, invece, si affidano a portali come Metacritic, i quali propongono una media basata sulle valutazioni dei principali portali videoludici. Ormai, inutile dirlo, si dà più peso al numero che al titolo in sé, di conseguenza i recensori hanno adeguato il proprio criterio di giudizio dando in pasto agli utenti ciò che essi vogliono leggere. Un circolo vizioso che sta lentamente distruggendo un intero settore, svantaggiando alcuni titoli meno blasonati che si vedono penalizzati da una valutazione sotto la media. Una media che oggi si aggira sul 9/10. Se difatti un titolo dovesse ricevere una valutazione inferiore, nel lettore, forse anche inconsciamente, si innesca un meccanismo mentale tramite il quale, egli, attribuisce un valore inferiore al videogioco.
Non menzioniamo nemmeno chi esprime valutazioni basse esclusivamente per fini promozionali.
Il contesto è tutto
Andando oltre al criterio di valutazione oramai compromesso, focalizziamoci sul contesto del voto. Fingiamo che i numeri che vediamo alla fine delle recensioni siano validi, e vediamo nel concreto perché contestualizzare il numero è davvero fondamentale. Questo paragrafo vuole far luce sui dubbi che affliggono gli utenti, molti dei quali non comprendono la differenza di valutazione dei titoli.
01 novembre 2019, le recensioni di Death Stranding, l’ultimo lavoro di Hideo Kojima, sono state pubblicate globalmente. La valutazione media data da metacritic ammonta a 84.
15 ottobre 2019, le recensioni di Disco Elysium sono online. La valutazione media data da metacritic ammonta a 90.
Se la matematica non è un’opinione, 90 è un numero più grande di 84, ma ciò significa che Disco Elysium è migliore di Death Stranding? La risposta è abbastanza ovvia, ma allora perché un GDR ha un voto più alto di un Action? Contestualizzazione. Quando un recensore lavora su un titolo non deve solamente tener conto del comparto tecnico e narrativo del titolo, ma anche del genere, della piattaforma e dei titoli che rientrano nella stessa categoria. Non bisogna stupirsi, quindi, se un Cooking Mama ha una valutazione maggiore di un Tripla A multipiattaforma, poiché l’analisi e l’attribuzione di un voto numerico al titolo sviluppato da Office Create per Nintendo DS è contestualizzato, oltre che dalla piattaforma, dal genere di videogioco che incarna. Ciò non si traduce in: “il videogioco di cucina è più valido di questo nuovo Action RPG”, ma dovrebbe essere interpretato come un: “per i recensori, questo titolo di cucina è migliore di altri titoli appartenenti alla stessa categoria”.
Andate oltre il numero
La valutazione dei videogiochi, oggi, è oramai compromessa; pertanto, vi invitiamo caldamente a non badare al numero, ma al contenuto delle recensioni. Non soffermatevi soltanto sul lavoro di un giornalista o di un’unica testata specialistica, ma cercate di leggere diverse recensioni in modo da avere un’idea più ampia del prodotto che vorreste acquistare. La speranza è che un giorno la valutazione numerica torni a essere più bilanciata, e che un titolo non venga considetato spazzatura perché il suo voto è un 70.
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