OLTRE LA FINE DEL MARE
Vinland saga si è dimostrato un’ opera in cui a farla da padrone sono i personaggi, e sebbene l’azione non manchi, è chiaro fin da subito che non sarà il perno di questa storia. Nelle ultime puntate abbiamo visto come Thorfinn abbia dovuto integrarsi nella ciurma di Askeladd, arrivando a uccidere un generale nemico per chiedergli un duello.
Riprendiamo dunque l’analisi di quest’ottimo anime con l’episodio otto.
RITORNO
Dopo la vittoria contro i franchi, Askeladd e i suoi si dirigono in una piccola penisola dello Jutland per passarci l’inverno. Il ricco bottino conquistato durante i vari saccheggi compiuti nel corso dell’anno li rende ospiti molto graditi dagli abitanti del luogo e dal loro signore Gorm.
Capiamo che Askeladd è solito rifugiarsi lì nel momento del bisogno, offrendo denaro e gioielli in cambio di cibo e alloggio.
Gorm è apparso fin da subito come un uomo assai patetico ai miei occhi; ossessionato dal denaro, è convinto che questo gli dia in qualche modo più potere e valore come persona, differenziandolo dagli schiavi di cui lui stesso e un possessore. Perfino Askeladd lo compatisce, pensando a quanto la sua ossessione gli offuschi la vista, impedendogli di vedere quanto gli umani possano essere risorse ben più fruttuose e utili, se si sanno usare nel giusto modo.
Apprezzo davvero tanto come questa serie, mostrandoci un personaggio per pochi minuti, sia comunque in grado di farci capire tutto su di lui e sul suo modo di pensare. Non servono introduzioni che durano interi episodi per avere un quadro completo della situazione, ma poche semplici scene.
LA BATTAGLIA
Askeladd è pronto a rispettare la promessa fatta a Thorfinn, che gli ha portato la testa di un generale e ora deve essere ricompensato con un duello.
Lo scontro è piuttosto breve, e malgrado Thorfinn sia diventato un ottimo guerriero, non riesce ancora a rivaleggiare con l’esperienza e sopratutto la furbizia del suo avversario. Askeladd lo conosce piuttosto bene, e sa perfettamente quali punti toccare per fargli perdere la lucidità e metterlo con le spalle al muro.
Prendendosi gioco di Thors e del suo sacrificio, egli scatena l’ira di Thorfinn, che sentendo il padre venire deriso è incapace di controllarsi e parte alla carica, finendo dritto nella trappola del suo avversario. Infatti, Askeladd lo disarma facilmente e lo mette al tappeto, lussandogli successivamente una spalla.
Nonostante abbia vinto il duello, il mercenario non ha alcuna intenzione di uccidere Thorfinn, anzi lo ammonisce per il suo comportamento sconsiderato.
Un soldato non deve mai farsi sopraffare dalla rabbia, poiché perderebbe lucidità e diverrebbe un bersaglio facile. Con poche parole, semplici ma al tempo stesso dure, Askeladd lo invita a lavorare sul suo più grande punto debole: l’assenza di controllo.
Thorfinn, infatti, non pensa, limitandosi ad agire e a lanciarsi in qualsiasi situazione, non curandosi di quanto pericolosa possa essere; non pianifica, non analizza il contesto, e ciò lo rende incapace di affrontare i nemici più abili.
SIAMO TUTTI SCHIAVI?
Dopo la battaglia, Thorfinn si isola in preda alla frustrazione, mentre gli altri organizzano un abbondante banchetto e si danno alla pazza gioia.
Durante la cena, Gorm si scaglia con violenza su una delle sue schiave, picchiandola ferocemente per aver rovesciato un piatto. Askeladd lo guarda dall’alto in basso con estrema freddezza, sminuendo il suo operato con una frase tanto crudele quanto veritiera: “siamo tutti schiavi di qualcosa”.
Per quanto sia dura da accettare, l’astuto capo vichingo ha assolutamente ragione. Gorm è un uomo che crede di essere un padrone e di poter esercitare il suo controllo su uno schiavo, senza realizzare di esserne uno a sua volta e proprio di quel denaro che gli permette di comprarlo.
Gli esseri umani sono così, dopotutto. Sebbene non pensi che la parola “schiavo” sia quella più azzeccata, effettivamente ognuno di noi ha qualcosa sulla quale si rifiuta di scendere a compromessi e a cui sarà sempre devoto: un’ idea, un oggetto, un ideale, un pensiero religioso, un qualcosa che decidiamo di far nostro e che ci rifiutiamo di lasciar andare.
Gli uomini hanno innumerevoli dogmatismi nella loro società, e di essi si fanno forti, malgrado ne siano in qualche modo anche succubi e questi spesso li accechino, privandoli del buon senso.
NESSUNO HA DEI NEMICI
Thorfinn non ha preso affatto bene la sconfitta, e rannicchiato in un angolo di quella che una volta era la nave di suo padre, si commisera per non essere nuovamente riuscito ad uccidere l’uomo che gli ha rovinato la vita.
Ripensa alle parole che suo padre gli disse molti anni addietro: “non hai nessun amico. Non c’è non devi fare del male a nessuno”. Tuttavia, questa frase suona come sciocca e stucchevole alle orecchie di un ragazzo che ormai vive solo per uccidere i suoi nemici.
L’ingenuo e arrabbiato Thorfinn che conosciamo non è in grado di comprendere il significato di quelle parole che Thors, dall’alto della sua saggezza, gli ha lasciato in dono. Dovrà capire cosa significhino prima o poi, ma ora non ne ha né la capacità né la voglia.
UN POSTO DOVE ANDARE
Mentre è immerso nei suoi pensieri, Thorfinn viene raggiunto dalla schiava di Gorm, intenta a portargli un cesto con del cibo.
La giovane schiava non può fare a meno di notare la grande somiglianza fra lei e lo sgraziato ragazzo che si abbuffava davanti ai suoi occhi. Titubante, gli domanda se anche lui è uno schiavo, ricevendo una risposta piuttosto seccata, in cui Thorfinn la rimprovera duramente per essersi paragonata a lui.
Lui è un guerriero, e può scegliere da sè che cosa fare, dove mangiare, dove dormire e come vivere la sua vita.
Lei non è altro che un oggetto, una persona ridotta a possesso di un’altra. Al posto suo, Thorfinn dichiara che avrebbe ucciso il suo padrone e si sarebbe dato alla fuga, ma sembra che lei sia incapace di un simile gesto.
Thorfinn la guarda con forte disapprovazione, deluso dalla codardia di una persona che, ai suoi occhi, preferisce vivere da schiava per il resto della sua vita piuttosto che combattere.
Dopodiché, lei si lascia andare, fantasticando su dove potrebbe andare se scappasse. Lei non ha un posto in cui fare ritorno, e anche se lo avesse sarebbe comunque bersaglio dei continui conflitti armati che imperversano per tutte le terre del nord.
“Se scappassi dall’altro lato dell’oceano, cosa troverei?”
È questa la domanda che si pone.
VINLAND
Nonostante la freddezza iniziale con cui l’ha accolta, ora Thorfinn sembra provare una certa compassione per la sorte toccata alla giovane fanciulla, e decide di risponderle, raccontandole qualcosa che Thors disse a un altro schiavo anni prima.
Al di là dell’oceano, c’è una terra fertile con grandi pianure verdi coltivabili; si tratta di una terra ideale per l’allevamento e l’agricoltura, dove i mercanti di schiavi non possono arrivare e le guerre non ci sono. Quel luogo è chiamato Vinland, e sembra un vero e proprio angolo di paradiso in un mondo consumato dai conflitti.
Essendo questo il luogo che da titolo alla serie, è ovvio che sarà in qualche modo la meta finale del nostro protagonista. Tuttavia, vi invito a scoprire come riuscirà a raggiungerla e a scoprire se Thorfinn rinuncerà alla sua vendetta per inseguire un obbiettivo decisamente più grande continuando a vedere la serie e a seguire i nostri commenti.
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