Lo scorso appuntamento ci siamo lasciati sperando in un approfondimento più omogeneo dei personaggi, e l’abbiamo decisamente ottenuto. La storia si allontana marginalmente dal filone Kazusa&Izumi e anzi quasi lo sfrutta per allacciarsi agli altri personaggi. E menomale, direi. Per quanto la loro sia una storia interessante e piacevole da guardare, fermarsi un momento non può che far bene. In fondo anche le altre ragazze hanno parecchio da raccontare, e in questi due episodi ce ne accorgiamo eccome. Sonezaki la fa quasi da padrona, e con lo sviluppo degli eventi che la riguardano riesce a donarci dei momenti davvero emozionanti. Nel quarto episodio ci delizia con la scena della pioggia di parole, mentre nel quinto appare all’ultimo per salvare in calcio d’angolo un episodio altrimenti abbastanza piatto. E perché non iniziare proprio da lei?
Sonezaki
Ammettiamolo: Sonezaki è abbastanza vicina allo stereotipo del “topo da biblioteca”. Gli occhiali e il codino evocano un po’ quell’aura da secchiona, il suo approccio teorico e “poetico” alla sessualità la rinforza, e in generale è davvero difficile farsi una prima impressione diversa del personaggio. Non che questi tratti determinino necessariamente la personalità di un individuo, ma se si trovano lì tutti insieme c’è un motivo ben preciso. E il motivo, ovviamente, è che attraverso di lei Mari Okada vuole dirci qualcosa.
Sino a quel momento Sonezaki era sempre stata presa in giro per il suo aspetto fisico. I suoi compagni di classe non la consideravano per nulla attraente e le ragazze la odiavano per la sua aria da “so tutto io”. Sarebbe stato facile adattarsi e cambiare il proprio aspetto fisico per timore del giudizio degli altri, ma Sonezaki è sempre rimasta così com’è. E infine, per la prima volta, qualcuno le ha detto che è carina. Qualcuno è riuscito a guardare oltre le apparenze; oltre il suo codino e gli occhiali “da secchiona”. Grazie all’apprezzamento di Shun, Sonezaki è riuscita a trovare dentro di sé una bellezza che non credeva di possedere. Questo è il vero potere dell’amore, ed è soltanto per le persone che sono in grado di donarcelo che vale la pena cambiare.
Tra l’altro, è davvero interessante vedere un tentativo da parte della sua compagna bionda di farsela come amica. La ragazza sembra genuinamente preoccupata per Sonezaki, e come non esserlo del resto. Per adesso Sonezaki sembra non gradire la sua presenza, però magari in futuro le cose potrebbero cambiare. Che sia grazie a lei che Sonezaki riuscirà finalmente ad inserirsi per davvero nella sua classe? Magari.
Momoko
Immaginate di ritrovarvi seduti con un vostro conoscente da qualche parte. Nel bel mezzo di un discorso casuale, questo scoppia improvvisamente a piangere per una qualche ragione. Ed ecco che quindi entrate in gioco voi, suo grande compagno d’avventure e unica persona in grado di fornire il consiglio perfetto. Peccato, però, che il problema che affligge quella povera anima sia praticamente lo stesso che state affrontando voi in quel momento. Che fare? Bella domanda.
Questa è più o meno la situazione in cui Momoko si è ritrovata per i primi episodi. La storia l’ha trascurata parecchio, però lei era sempre lì. Con gli stessi dubbi e timori di Kazusa, però era sempre lì, pronta a sostenerla. Momoko è l’amica perfetta: mai invadente e sempre garbata.
Però rimane sempre il fatto che anche Momoko è inesperta, ed è lei stessa a dirlo. Che sia proprio la necessità di “fare esperienza” per poter essere più utile a Kazusa che l’ha spinta ad uscire con Sugimoto? È difficile rispondere con certezza a questa domanda, ma quel che è certo è che Momoko sembra quasi volersi forzare. E continua a farlo anche durante l’appuntamento vero e proprio. Senza soffermarci su quanto sia cavalleresco pagare anche per le donne durante un appuntamento, Momoko sembra non gradire affatto tutte queste attenzioni. Il suo rifiuto ovviamente apre uno spiraglio per un discorso sul maschilismo, però qui il punto non è questo. Fino al quarto episodio si poteva al massimo speculare sulla sua sessualità, però ormai è abbastanza palese che a Momoko non piacciano i ragazzi. Nulla di così sorprendente in fin dei conti, però fa sicuramente bene avere qualche prospettiva in più.
Sugawara
Sin dai primi episodi Sugawara sembrava in qualche modo manipolata da un pensiero che non riusciva a discernere completamente. Tutti le sue riflessioni sul “non avere molto tempo” e sulla purezza come sinonimo di bellezza era un po’ su per le righe e apparivano come il risultato di un pensiero inculcatole da qualcun’altro. E di fatto veniamo a scoprire che la sua attuale situazione è dovuta al comportamento del regista che ha conosciuto da bambina. Sugawara sviluppa con il tempo un vero e proprio sentimento d’amore nei suoi confronti, che però finisce per non essere ricambiato (e menomale).
Ciononostante nella sua mente tutti quei ricordi non appaiano affatto come un qualcosa di traumatico. Il modo in cui vengono presentati è quasi solenne, ed è questo il punto. Sugawara non comprende la gravità delle azioni di cui è stata vittima, e nonostante lei stessa ammetta di aver avuto a che fare con un pedofilo, il peso di quel termine sembra non raggiungerla. Personalmente mi sono quasi sentito spaesato nel vedere un’attrazione così perversa venire presentata in questo modo, quasi come a indurre lo spettatore a pensare che quella del regista sia più un’attrazione “artistica” che fisica. Però ecco che la narrazione di Mari Okada intercetta prontamente i dubbi dello spettatore, ponendo i punti sulle i. “Ma è soltanto un pedofilo!”. Ecco, l’ha detto.
Però il punto non è tanto che il tizio era un pedofilo. E non lo è perché Sugawara non è una ragazza traumatizzata da quell’esperienza. Il punto sul quale dobbiamo soffermarci è che Nina è stata praticamente rifiutata. Ed è stata rifiutata praticamente con la stessa questione dell’attrazione fisica che ha colpito Kazusa. Adesso il suo mettersi in mezzo per risolvere la situazione ha più senso, vero?
Tutto d’un tratto le sue parole degli episodi precedenti acquistano più senso. Sugawara si è confessata al suo amore impossibile troppo tardi, e teme possa succedere di nuovo lo stesso. Un giorno, proprio come il regista non la guaderà più perché ormai adolescente, anche i suoi coetanei smetteranno di trovarla attraente. Nina deve affrettarsi. Il tempo scorre velocemente.
Hongo
È inutile girarci attorno, la situazione della senpai Hongo è preoccupante. Inizialmente abbiamo tirato qualche sospiro di sollievo dato il rigetto di Milo, però ovviamente non poteva finire qui. Non importa da che punto di vista cerchiamo di affrontare la situazione, Hongo sta indubitabilmente valicando il confine. E la cosa più allarmante è che praticamente nessuno se ne accorge. Milo non sembra per nulla un cattivo ragazzo, ma questa è davvero una giustificazione valida? Chi ci garantisce che da un momento all’altro non finisca per provare anche lui qualche sentimento di troppo?
E ciò che fa più male è vederla cercare di sforzarsi soltanto per fallire miseramente. È fin troppo chiaro che Hongo non è pronta per un passo del genere, eppure sembra voler bruciare per forza le tappe. Al contempo è impossibile non condannare le assurde richieste di Milo, probabilmente mirate e farle perdere lentamente l’imbarazzo. Tutta questa storia è semplicemente una lenta e dolorosa preparazione per “quel momento”, e non resta che sperare in qualche ostacolo. Per come stanno adesso le cose una qualche interferenza sembra alquanto improbabile, però mai perdere le speranze.
Kazusa&Izumi
Aah, Kazusa. Sempre lì a rimuginare infinitamente sui tuoi problemi. Ovviamente i suoi timori su un presunto “tradimento” di Nina sono infondati, e menomale direi. Se fosse davvero come crede non starei di certo qui ad elogiare la sceneggiatura di Okada, del resto. Però il punto è un’altro.
Kazusa continua a rimanere nella sua bolla, e anzi rifiuta persino il confronto con Nina. Per quanto le sue difficoltà ci abbiano fatto sia ridere che riflettere, l’improvviso arresto della sua “timeline” ha finito col far emergere il lato negativo della sua personalità. Il problema è che Kazusa è immatura ed incapace di esprimersi correttamente, e se questi elementi non vengono supportati correttamente dalla narrazione e dalla regia finiscono col diventare fastidiosi. Chiaramente è davvero difficile trovare la formula perfetta per bilanciare tutte le storie insieme, però se a questo ci aggiungiamo un drama di bassa lega pieno di speculazioni che sembrano non volersi risolvere per nulla al mondo, è davvero difficile apprezzare ciò che la loro storia ha di bello da offrire.
Quanto meno questa situazione evidenzia nuovamente quanto confusa sia Kazusa. Praticamente ogni cosa che succede attorno a lei viene fraintesa ed estremizzata all’infinito, e spero che questa situazione non faccia spazio ad avvenimenti forzati. Per quanto riguarda Izumi, invece, c’è da ben sperare. Grazie a Nina il belloccio ha finalmente capito che Kazusa prova qualcosa di serio per lui, e dovremmo aspettarci grandi sviluppi nei prossimi episodi. Quello che conta è che Nina e Kazusa si chiariscano il prima possibile. Il resto, si spera, avverrà naturalmente.
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