I movimenti no-vax sono in crescita anche online da qualche mese, tra i vari social e pure canali di comunicazione come Youtube. E spesso, erroneamente o no, finiscono per condividere informazioni completamente false sui vaccini. È talmente innegabile la loro pericolosità per la salute mondiale che Facebook, Instagram e tanti altri social network stanno iniziando a cambiare gli algoritmi per non portare in evidenza questo tipo di post. Colpendo anche gli hashtags.
Il nuovo blocco su Instagram
A causa di questo problema, dunque, Instagram ha annunciato che inizierà a nascondere ogni hashtag legato a informazioni false sui vaccini. Precisamente da oggi, ogni disinformazione subdola rilasciata su Instagram verrà bloccata e rimossa. E non finisce qua: ogni fonte verificata verrà pushata in cima alla lista delle notizie in materia vaccini.
“Qualsiasi hashtag del tipo #vaccini1234 che presenta parole false sul conto dei vaccini verrà bloccato istantaneamente.”
Queste le parole di Karina Newton, capo della politica pubblica globale di Instagram. Ma cosa significa disinformazione? Essa è ogni informazione definita falsa direttamente dalla World Health Organization o da altre organizzazioni simili. Ciò non colpirà per forza i post dei no-vax che sono verificati come veri e/o condivisibili.
L’imperfezione degli algoritmi
Ciò che risalta da questa problematica è la mancanza di algoritmi in grado di funzionare bene. Spesso cancellano post dai contenuti completamente leciti, o finiscono per lasciare in balia della rete i thread vietati. Una serie di imperfezioni che dunque necessita di essere sistemata per consentire agli utenti di navigare in sicurezza, senza allarmarsi eccessivamente con informazioni false.
È necessario allora un lavoro continuo da parte dei tecnici, e Instagram (e non solo) lo sa. Questi strumenti avranno bisogno di parecchio tempo speso su di loro, anche in altri campi. Difatti, Instagram ha anche annunciato che sta dedicando risorse allo sviluppo di altri algoritmi per verificare l’entità dei post rimossi o segnalati, dunque di un servizio di moderazione migliore, e di algoritmi per moderare i contenuti legati a nudità.
Per un social più pulito e sicuro. Forse anche meno usato dal pubblico, un po’ come è successo per Tumblr.
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