In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale sembra voler mettere piede in ogni ambito dell’espressione umana, Shinichiro Watanabe, celebre regista di opere come Cowboy Bebop e Samurai Champloo, prende una posizione netta. In una recente intervista a Gizmodo Japan, il regista e sceneggiatore ha definito l’uso dell’AI negli anime come “un mostro senza cuore”. Per lui, ogni opera creata da mani umane, anche se imperfetta, porta con sé un valore emotivo inestimabile, un’eco dei sentimenti dell’artista che nessun algoritmo potrà mai replicare.
Questa visione si intreccia con la filosofia alla base di Carole & Tuesday, anime che esplora il significato della creatività in un’epoca dominata dalla produzione artificiale. Watanabe sottolinea come, a prescindere dalla qualità tecnica di un’opera generata dall’AI, essa risulti priva di vera anima. Il rischio, avverte, è quello di dimenticare il motivo fondamentale per cui gli esseri umani creano: non per produrre perfetti meccanismi di intrattenimento, ma per il puro piacere di esprimersi e comunicare emozioni autentiche.
La sua critica si spinge oltre il semplice dibattito tecnico, toccando il valore stesso dell’atto creativo. Creare per Watanabe è un atto umano imprescindibile, che l’adozione indiscriminata dell’intelligenza artificiale rischia di svuotare di senso. “Anche il disegno più rozzo possiede una bellezza intrinseca perché riflette l’anima di chi l’ha realizzato“, ha affermato nell’intervista.

Lazarus, la risposta di Watanabe
Watanabe non si limita alla teoria. La sua nuova serie Lazarus rappresenta una dichiarazione pratica di intenti. Ambientata in un futuro dominato dall’AI e da droghe letali come la fittizia “Hapuna”, la serie racconta una società sedotta da promesse tecnologiche che si rivelano inganni mortali. Il regista insiste però che Lazarus non vuole impartire lezioni morali, bensì offrire un’esperienza di puro intrattenimento che possa anche spingere a riflettere, magari solo una volta terminata la visione.
Per realizzare l’azione spettacolare di questo nuovo anime, è stato scelto Chad Stahelski, il regista di John Wick, come supervisore delle sequenze d’azione. L’incontro tra lui e il regista nasce da una serie di coincidenze internazionali e dal comune amore per le narrazioni intense e dinamiche. In collaborazione con 87Eleven Action Design, l’anime evita tecniche come il motion capture, preferendo la ricostruzione manuale dell’azione per mantenere quel tocco unico che solo l’animazione disegnata a mano sa donare.
Anche sul piano musicale, la serie si distingue. La scelta è ricaduta su artisti come Floating Points, Bonobo e Kamasi Washington, creando una colonna sonora che fonde elettronica e jazz per accompagnare le scene d’azione quasi come se fossero una danza. Una combinazione che riflette il desiderio del regista di sorprendere senza mai abbandonare la profondità emotiva.
Nonostante il mondo sembri correre verso una normalizzazione dell’intelligenza artificiale in ogni ambito creativo, Shinichiro Watanabe ribadisce la sua fede incrollabile nella forza irripetibile dell’espressione umana. E attraverso Lazarus, dimostra che, anche in un futuro immaginato come dominato dalle macchine, c’è ancora spazio per l’arte fatta di carne, cuore e imperfezione.
