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Clair Obscur: Expedition 33, la recensione: il miracolo dell’arte

For those who come after.

L’arte, qualsiasi declinazione essa abbia, è nata quale forma di espressione dell’animo e della mente umana; le manifestazioni di questa, su cui è inutile dilungarsi, rappresentano sempre o quasi un sentimento, un momento, uno stato d’animo, una vita. L’arte racconta una storia, e nell’arte ci si può rifugiare per cercare tutto ciò che manca nella vita – quella vera – dell’artista o di chi, semplicemente, ne fruisce. Insomma, l‘arte è allo stesso tempo la più alta forma di espressione dell’essere umano ed il suo più grande rifugio, un luogo sicuro in cui provare a ritrovare se stessi o a vivere altre mille vite, tutte diverse tra loro; un modo per evadere dalla spesso troppo crudele realtà, insomma.

E d’altronde non è un caso che da tempo sul web e non solo è partita una – neanche troppo – silenziosa lotta volta a sensibilizzare i più scettici che, inspiegabilmente, rifiutano la possibilità di annoverare il videogioco tra le forme d’arte. Una lotta, a modo di vedere di chi vi scrive, fine a se stessa, in quanto l’arte non dovrebbe avere forme ben delineate, ma dovrebbe “banalmente” essere come già detto qualche riga fa l’espressione più pura dell’animo umano; per questo motivo, categorizzare l’arte sarebbe solo controproducente.

Tuttavia, qualora si volesse prendere una parte in questa “lotta”, il sottoscritto si schiererebbe senza dubbio alcuno nel novero di quelli che considerano il videogioco come una forma d’arte. Ci sono tantissimi esempi che vanno in questa direzione; basti pensare alla magnificenza di titoli come Red Dead Redemption 2 e The Last of Us 2, al character design di Dragon Quest opera del compianto Akira Toriyama, o alla ricercatezza estetica di titoli più di nicchia come ad esempio Gris. Nel gruppo formato da questa sorta di elite artistico-videoludica, che non si limita di certo ai titoli citati qualche riga fa, c’è una fulgida new entry, che oltre ad essere un’espressione elevatissima di pura arte, fa della stessa l’elemento fondante dell’intera impalcatura narrativa e non solo. Stiamo parlando, come avrete compreso, di Clair Obscur: Expedition 33, nuovo RPG sviluppato da Sandfall Interactive in arrivo il 24 Aprile su PlayStation, Xbox e PC.

Ecco a voi la nostra recensione di Clair Obscur: Expedition 33

Un titolo questo capace di stupire sin da subito un grandissimo numero di giocatori, estremamente attratti sia dallo stile artistico dei trailer sia da alcune feature di gameplay che – senza inventarsi nulla, anzi – tentavano di rendere moderno e brioso un tipo di combat system troppo spesso bistrattato: il combattimento a turni. Grazie ad alcune aggiunte piuttosto interessanti, come i parry e le schivate infatti, gli sviluppatori hanno tentato di rendere più fresco un sistema che a molti giocatori non va giù in quanto estremamente statico, riuscendoci – ve lo anticipiamo – pienamente. A sorprendere i tanti fan di Clair Obscur inoltre ci ha pensato anche il cast di doppiatori, oltre che il comparto tecnico che appariva dai trailer come estremamente curato: nel novero di attori chiamati a dare vita ai meravigliosi personaggi del gioco infatti troviamo Charlie “Daredevil” Cox, Jennifer “Cuorescuro” English e soprattutto sua maestà Andy Serkis, che di certo non ha bisogno di presentazioni. Un lusso questo per un titolo con dei valori produttivi lontanissimi da quelli dei AAA, venduto inoltre ad un prezzo che, date le polemiche degli ultimi mesi, risulta essere praticamente un prezzo budget. Nonostante tuttavia i valori produttivi tutt’altro che mastodontici, vi possiamo anticipare una cosa: Clair Obscur: Expedition 33 riesce, grazie ad una perfetta alchimia di tutte le sue componenti, e soprattutto grazie a quella forza delle idee che troppo spesso manca in produzioni ben più onerose e blasonate, a superare per qualità ed esperienza un gran numero di titoli tripla A attualmente presenti sul mercato. La sua anima “indie” unita ad un team di sviluppo che reputiamo essere semplicemente egregio, riesce infatti a donare al pubblico un titolo che potrebbe tranquillamente contendersi il titolo di game of the year, e che potrebbe essere schiacciato solo da Death Stranding 2 o GTA 6 (?), pur senza avere la portata innovativa di questi ultimi.

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Dunque, lo avrete capito; dopo esserci immersi a lungo nel meraviglioso mondo di Clair Obscur: Expedition 33, siamo finalmente pronti a dirvi cosa pensiamo di un titolo che – per chi vi scrive – rappresenta una vera e propria gemma, che dovrebbe avere un successo infinitamente maggiore di quello che avrà, per quanto elevato sarà.

La vita “a tempo” di Lumiére

La vita a Lumière è una sfida contro il tempo. Gli abitanti della cittadina ispirata alla belle epoque francese non sono come gli altri; sognano una vita lunga, ricca di esperienze e di momenti degni di essere vissuti, fatta anche di quella che noi definiamo comunemente normalità. Normalità che invece, a Lumière non esiste più; il tempo è un dono, la vita ha una data di scadenza, ed è un lento intermezzo scandito dal pensiero di non poter vivere le gioie ed i dolori che essa porta con sé. Gli abitanti di Lumière sanno che non potranno vedere i propri figli crescere, i propri partner invecchiare, e che le persone a loro care prima o poi verranno spazzate via dal Gommage.

Il Gommage, un macabro evento che viene addirittura festeggiato una volta l’anno dagli abitanti di Lumiére, i quali, ben consci della caducità della vita dei loro cari, preferiscono dire loro addio con gioia, per poi lasciarsi trasportare dal dolore. Questo drammatico spettacolo viene messo in scena dalla Pittrice, un misterioso essere che abita il Continente che si staglia di fronte Lumiére; ogni anno questa dipinge su un enorme monolito – ben visibile dalla cittadina – un numero, sempre decrescente, che spazza via tutti gli esseri umani di quell’età, trasformandoli in meravigliosi petali di fiori che, trascinati dal vento, abbandonano la propria vita terrena.

Gustave e Maelle Clair Obscur: Expedition 33

Per porre fine al Gommage, ogni anno una spedizione di studiosi e combattenti parte da Lumière, pronta a distruggere la Pittrice e a rendere Lumière una città come le altre. A far parte di questa spedizione sono molti dei “condannati” dell’anno successivo, che preferiscono dare un senso alla propria vita provando a porre fine all’oscuro loop di morte ideato da questo essere misterioso. Tuttavia 67 spedizioni sono partite, e 67 non hanno mai fatto ritorno né mai sono state capaci di raggiungere la Pittrice per porre fine al suo sterminio controllato. Il Continente infatti nasconde numerose insidie, rappresentate soprattutto dai Nevron, misteriose creature create dal pennello della Pittrice per difendere il proprio dominio, e nonostante i tanti sforzi, le spedizioni non sono mai riuscite a fermare il Gommage.

Clair Obscur: Expedition 33 prende il via proprio durante il giorno del Gommage; giorno in cui facciamo la conoscenza di due dei protagonisti, Gustave e Maelle. I due sono legati da un rapporto di parentela acquisita, in quanto i genitori di Maelle, molto più giovane del personaggio egregiamente doppiato da Charlie Cox, non sono sopravvissuti al Gommage, lasciandola sola, fino al momento in cui Gustave e sua sorella hanno deciso di adottarla; Gustave è un padre ed un fratello per la ragazza, oltre ad essere un fervido studioso di tutto ciò che riguarda le spedizioni, la Pittrice ed i Nevron. L’uomo, dopo una sequenza iniziale semplicemente magistrale e commovente, in grado di caratterizzare i personaggi ed il mondo di gioco più di quanto facciano 60 ore di tanti titoli tripla A, è particolarmente deciso nel fare da capo alla Spedizione 33, che ha un unico obiettivo: uccidere la Pittrice e liberare finalmente Lumiére dal giogo della stessa.

Maelle, che vede come già anticipato in Gustave un mentore, oltre che un fratello e un padre, decide nonostante la sua “non sacrificabilità” dettata dall’età sensibilmente più bassa rispetto ai compagni, di unirsi alla Spedizione 33, in modo da poter finalmente ripagare Gustave per tutto l’amore donatole. Insieme ai due vi sono numerosi abitanti di Lumiére – che l’anno successivo spariranno durante il Gommage – tra cui spiccano l’enigmatica Lune e la simpaticissima ma tormentata Sciel.

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Dopo essere sbarcata sul Continente, la Spedizione 33 capisce subito il motivo per il quale nessuno è stato mai capace di fare ritorno; i membri della spedizione infatti vengono istantaneamente intercettati da un anziano uomo misteriosamente sopravvissuto al Gommage, che con una potenza ed una velocità fuori dal comune stermina praticamente tutti – o quasi – i suddetti. Gustave, miracolosamente sopravvissuto all’ira dell’uomo, inizia dunque il suo viaggio all’interno del Continente, ritrovando vecchi amici e guadagnandosene di nuovi, in una storia che difficilmente dimenticheremo.

Una storia che scandaglia l’animo umano

Nonostante alcuni punti leggermente poco chiari – non eccessivamente, sia chiaro – l’impianto narrativo di Clair Obscur Expedition 33 è uno dei più riusciti degli ultimi anni; la caratterizzazione di tutti i personaggi è semplicemente meravigliosa, così come lo sono la regia, la sceneggiatura e l’intreccio, ricco di plot twist e coadiuvato da un world building essenziale, ma capace di stupire in più di un frangente. La storia di questo titolo tocca tantissimi temi, tantissime corde tutte diverse, ed approfondisce ognuna di esse nella miglior maniera possibile. Abbiamo volutamente ridotto il “riassunto” narrativo in ragione del fatto che spoilerare un qualsiasi tipo di avvenimento delle circa 30 ore necessarie a portare a termine la main quest dovrebbe essere considerato un reato.

Ciò che possiamo dirvi è che abbiamo trovato l’impianto narrativo di Clair Obscur una vera e propria meraviglia. Non ci aspettavamo di ritrovarci davanti ad una storia capace di coniugare temi estremamente personali ed intimi come l’amore, l’abbandono e la morte con un setting fantasy di altissima fattura, in grado di far riflettere, commuovere, e di far affezionare il giocatore ai tanti PG – che lo ribadiamo, son tutti estremamente ben caratterizzati – che ritroverà durante il cammino. Anche i villain – se così possiamo chiamarli – sono tutti estremamente credibili, oltre che posizionati – per le loro intenzioni – all’interno di quella sottile zona grigia che troppo spesso nei videogiochi e non solo viene tralasciata per lasciar spazio ai cosiddetti “cattivi di professione”.

Ognuno dei personaggi trovati lungo il cammino, tra cui spicca l’adorabile Esquie, i protagonisti ed i villain sono dunque una vera e propria meraviglia; l’intreccio, come già anticipato, non è da meno, e grazie ad un ritmo ben serrato che mai cala di intensità riesce a tenere il videogiocatore incollato allo schermo, donando ad esso la voglia di scoprire qualcosa di più su quell’incredibile e tormentato mondo che nasconde molto più di quanto i suoi splendidi, tenebrosi e decadenti paesaggi diano a vedere.

In sostanza dunque, senza volerci sperticare in troppe lodi, non possiamo fare altro che inchinarci davanti al team di sviluppo di Clair Obscur. La narrativa imbastita per questo titolo che, lo ricordiamo, è un’opera prima, è di primissimo ordine; grazie ad un mondo di gioco estremamente curato e ricco di mistero, unito ad una trama tutt’altro che banale ed in grado di riservare numerosissime sorprese e tantissimi momenti commoventi ed impattanti, e ad un cast di prim’ordine sia per doppiaggio che per caratterizzazione, Expedition 33 rappresenta una vera e propria perla in un mondo che troppo spesso non riesce – o non vuole – più osare.

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Innovare senza stravolgere

Anche dal punto di vista del gameplay Clair Obscur: Expedition 33 riesce a brillare proponendo una formula ludica capace di essere al tempo stessa molto classica ed estremamente innovativa. Il titolo, come è noto, è un RPG a turni con elementi in real time, che per intenderci riprende la struttura del proprio combat system da capolavori come Mario e Luigi o Paper Mario e il Portale Millenario, evolvendo la stessa in una maniera tutta nuova e particolare.

Durante i combattimenti infatti, oltre a poter usare i classici attacchi base ed abilità, sarà possibile schivare gli assalti nemici, effettuare dei parry, utili inoltre a mettere in scena dei potentissimi contrattacchi, e più in generale reagire ad ogni mossa dei temibili Nevron che incontreremo durante il percorso. Il combat system di Expedition 33 è inoltre incentrato su due importantissimi cardini: il primo riguarda le abilità proprie di ogni personaggio, che offrono delle variazioni importanti dal punto di vista del gameplay rendendo i membri della spedizione estremamente diversi tra loro in combattimento, mentre il secondo riguarda il corretto utilizzo dei Picto e dei Lumina.

Tutti i membri della Spedizione 33 infatti hanno una propria gimmick; Gustave ad esempio dovrà caricare il suo braccio meccanico tramite i colpi inflitti ai mob, che poi potrà sfruttare per sferrare un potentissimo attacco sovraccaricato in grado di infliggere i cd. danni da strappo, utili a stordire i nemici, mentre Maelle basa l’intero suo stile di combattimento sulle pose; per intenderci, la ragazza ha 3 pose disponibili. Mediante la concatenazione delle abilità, la stessa dovrà passare dalla posa offensiva o difensiva alla posa virtuosa; in posa offensiva subirà il 50 % in più di danni, infliggendone tuttavia il 50% di più ai nemici, in posa difensiva ovviamente avrà un potere d’attacco estremamente esiguo, mentre in posa virtuosa la giovane vedrà la propria potenza d’attacco scalare del 200 % per un solo turno. Tutte le meccaniche dedicate ai vari personaggi che entreranno a far parte della Spedizione sono uniche e molto ben riuscite, e soprattutto sono in grado di donare una profondità estrema ad un combat system molto ben congegnato e spettacolare, in grado di non annoiare neanche per un minuto grazie anche alla sua elevata spettacolarità ed alla dinamicità donata dagli sviluppatori anche ai meri attacchi base.

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Picto, Lumina e un sistema di progressione perfetto

A tale tipo di meccanica, come vi anticipavamo, si aggiunge la presenza dei Picto e dei Lumina. Ogni personaggio del party potrà infatti equipaggiare un massimo di 3 Picto, artefatti in grado di donare numerosi bonus attivi o passivi che dovranno essere ben concatenati per essere sfruttati al meglio. Dopo aver vinto 3 incontri con il Picto equipaggiato, sarà possibile per tutti i personaggi apprendere “l’abilità” di quel determinato Picto, spendendo dei Colori di Lumina, che andranno assegnati ai personaggi nell’accampamento a cui è possibile accedere nell’overworld. Oltre alla spesa dei punti guadagnati dopo ogni level up, che miglioreranno a vostra scelta una delle statistiche base del PG, dovrete dunque fare attenzione a come spendere sia i punti abilità, utili a far imparare nuove mosse ai membri della spedizione, sia a come assegnare i Colori di Lumina, sia a quali Lumina “equipaggiare”. Questa gimmick, che va a rendere il sistema di progressione praticamente perfetto – rendendolo una sorta di gioco nel gioco data la elevatissima quantità di Picto che ritroverete durante l’esplorazione del Continente- , dona ancor più profondità ad un gameplay già di per sé estremamente ben studiato e funzionante in maniera pressoché perfetta, rendendo Clair Obscur Expedition 33 una vera e propria gemma, oltre che – probabilmente, almeno per chi vi scrive – il miglior RPG occidentale degli ultimi anni, secondo solo a sua maestà Baldur’s Gate 3.

L’unico difetto riscontrato relativamente al combat system è venuto fuori con l’avvicinamento ai titoli di coda; abbiamo notato infatti che con il proseguire della trama, alcuni dei boss erano praticamente impossibili da battere first try a causa di pattern d’attacco non leggibili immediatamente. Questa sorta di sistema trial and error, che non è propria degli RPG a turni, ci ha leggermente stranito e nonostante non sia un difetto che mina l’elevatissima qualità di questo prodotto, non possiamo esimerci dal rendere nota questa dinamica.

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La struttura resta classica, ma meravigliosa.

Per il resto, la struttura ludica di Expedition 33 resta piuttosto classica; vi sono delle macro zone da esplorare per proseguire nella trama o che fanno da sfondo a missioni opzionali estremamente ben costruite, innestate all’interno di un overworld vecchio stampo che potrete esplorare in lungo e in largo sia a piedi, sia sfruttando le abilità di Esquie che verranno sbloccate o con il procedere della storia o con l’esplorazione delle enormi zone opzionali presenti.

Le zone esplorabili dell’overworld potranno anche nascondere scontri segreti, tornei di combattimento o più banalmente dei “quadri” statici in cui raccogliere oggetti. L’unico altro piccolo difetto riscontrato sotto questo punto di vista è quello relativo all’esplorazione di queste macro zone; quelle visitate nelle quest principali, per quanto meravigliose ed in grado di restituire paesaggi mozzafiato e di far sgranare gli occhi anche ai videogiocatori più cinici, sono perlopiù lineari. Avremmo apprezzato delle aree più grandi, ma in ogni caso non possiamo lamentarci. Abbiamo inoltre notato che molti utenti avevano paura della durata di questa incredibile avventura: sappiate che Clair Obscur: Expedition 33 richiede almeno 30 ore per completare la main quest ed altrettante per essere portato a termine al 100 percento.

Artisticamente sublime, tecnicamente… pure

Come avrete dunque compreso, non possiamo fare altro che alzarci in piedi per il lavoro svolto dai ragazzi di Sandfall Interactive, capaci di portare sul mercato un prodotto che ludicamente rivaleggia con pochi altri RPG attualmente in commercio. Una vera e propria perla, capace di coniugare perfettamente la dinamicità dei combattimenti in real time con la staticità di quelli a turni, ed in grado di sfruttare al meglio una struttura estremamente classica, che tuttavia risulta essere pregna di modernità.

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Artisticamente e tecnicamente abbiamo davvero molto poco da dire. Clair Obscur Expedition 33 è una vera e propria meraviglia. L’art design del titolo rappresenta uno degli elementi fondanti della produzione; ogni zona esplorabile, ogni nemico, ogni paesaggio è un quadro, una vista mozzafiato che spinge il giocatore a voler vedere sempre qualcosa di più, a voler scoprire tutti i luoghi del Continente, tutti i suoi scorci più belli, e tutte le creature che lo popolano. Non era facile donare un’identità così forte ad una nuova IP, eppure possiamo assicurarvi che siamo stati letteralmente inondati dalla magnificenza della direzione artistica di Sandfall Interactive, e dopo lo scorrere dei titoli di coda avevamo solo in mente una frase “ne voglio ancora”.

Tecnicamente il titolo, provato su PS5 PRO, raggiunge vette elevatissime. La pulizia dell’immagine è molto molto elevata, così come la qualità della stessa e l’effettistica a corredo dei combattimenti. Non abbiamo mai trovato un rallentamento, un bug o un qualsivoglia calo di frame, che poteva essere tranquillamente presente data la qualità visiva.

Non possiamo poi non menzionare la qualità della regia, che è praticamente perfetta sia nelle cutscene sia nei combattimenti, sia la magnificenza della colonna sonora, che è sicuramente una delle più belle ascoltate negli ultimi anni, capace di far risaltare ancor di più momenti e paesaggi. Insomma, anche sotto questo punto di vista non possiamo fare altro che alzarci in piedi ed applaudire il lavoro svolto da Sandfall Interactive, che con questo titolo d’esordio ha fatto un centro pieno.

In conclusione…

Clair Obscur: Expedition 33 è senza dubbio alcuno un capolavoro. Un gioco che fa dell’arte il suo elemento fondante, e che al tempo stesso è una delle più pure forme d’arte che il medium abbia visto negli ultimi anni. Il lavoro compiuto da Sandfall Interactive è incredibile, riuscendo al tempo stesso ad essere un trattato sull’animo umano, sulle sue fragilità, sui suoi dilemmi e sulle sue paure ed un prodotto estremamente “giocoso”, in grado di rapire il giocatore grazie ad un costante senso di meraviglia unito ad una narrativa imponente e mai banale. Un titolo che, al netto di qualche imperfezione, è in grado di essere molto più di un semplice videogioco, e che, avendoci ricordato l’essenza dello stesso, merita il voto che vedrete di qui a poco.

Clair Obscur: Expedition 33

Voto - 10

10

Clair Obscur: Expedition 33 è, semplicemente, un capolavoro che tutti dovrebbero giocare.

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Carlo D'Alise

Carlo D'Alise

Videogiocatore dagli indimenticabili tempi dello SNES. Praticante avvocato nel tempo libero, appassionato in particolare di Action, Soulslike ed RPG, ma in generale del videogioco in (quasi) tutte le sue declinazioni. Sono ad un panino dall'obesità.

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