Nel panorama degli anime che hanno segnato un’intera generazione, Yu-Gi-Oh! GX occupa un posto d’onore. Spin-off diretto della serie originale, ha saputo costruirsi un’identità distinta grazie al suo protagonista Judai Yuki e a un tono più scolastico, ma non per questo meno intenso. Proprio per celebrare il ventesimo anniversario dalla sua prima messa in onda, il franchise ha deciso di rilasciare in Giappone, l’11 aprile 2025, una versione rimasterizzata dell’anime. Tuttavia, più che entusiasmo, questa operazione ha generato perplessità tra i fan storici e i curiosi del momento.
La remastered di Yu-Gi-Oh! GX segue lo stesso destino della precedente edizione aggiornata di Duel Monsters, ovvero un semplice upscaling della risoluzione a 1080p unito alla conversione del formato da 4:3 a 16:9. Una scelta che, se da un lato può sembrare “naturale” per adattare il prodotto agli schermi moderni, dall’altro comporta un taglio evidente di porzioni dell’immagine, compromettendo l’inquadratura originale, come potete vedere dalle immagini sottostanti. Non si tratta dunque di un restauro vero e proprio, ma di una riproposizione visiva pensata più per l’effetto nostalgia che per una reale cura filologica.

Filtri grigi, scelte discutibili e disponibilità limitata per Yu-Gi-Oh! GX Remastered
Al di là della risoluzione, a far discutere è anche l’introduzione di un misterioso filtro grigio applicato in quasi tutte le scene. La sua presenza sembra essere legata a precauzioni visive, in particolare, per evitare il rischio di crisi epilettiche durante sequenze con effetti troppo accesi o lampeggianti, ma l’uso che ne viene fatto appare tutt’altro che coerente, specialmente rispetto alla versione HD del 2016.
In una delle scene più note, quando Judai attiva Skyscraper, il filtro viene applicato a un effetto arcobaleno luminoso, mentre poco dopo, in una scena molto più statica in cui urla contro Chronos dopo aver attaccato con Flame Wingman, la griglia cromatica si fa improvvisamente più spenta, senza apparente motivo. Il risultato è un’immagine opaca, che non rende giustizia alla palette originale dell’anime e lascia un senso di discontinuità nella visione.

A completare il quadro c’è la questione dell’accessibilità. Sebbene gli episodi siano stati caricati sul canale YouTube ufficiale di Yu-Gi-Oh!, la visione risulta bloccata al di fuori del Giappone. Questo limita pesantemente il pubblico internazionale, che pure ha contribuito al successo globale della serie. Chi desidera recuperare GX in versione rimasterizzata, dunque, dovrà ricorrere a VPN o sperare in un futuro rilascio su piattaforme accessibili anche in Occidente.
In definitiva, il ritorno di Yu-Gi-Oh! GX sotto forma di remastered non brilla come dovrebbe. A vent’anni dalla sua prima trasmissione, ci si sarebbe aspettati un trattamento più rispettoso e approfondito per una delle sue serie migliori, magari con una vera remaster dei frame originali, nuove traduzioni, una color correction bilanciata e un’attenzione maggiore all’integrità artistica dell’opera. Al momento, l’operazione appare più come una trovata celebrativa frettolosa che un progetto pensato per durare. Per una serie che ha lasciato il segno in così tanti duellanti sparsi per il mondo, è difficile non desiderare qualcosa di meglio.
