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Twitch: streamer russa aggredita a Tokyo da un passante per averlo ripreso senza consenso

Negli ultimi anni, il Giappone si è trasformato in una delle mete più ambite dai content creator internazionali, attratti da paesaggi iconici, estetica pop e tradizioni affascinanti. Le strade di Tokyo, Osaka e Kyoto sono sempre più frequentate da streamer di Twitch e influencer armati di smartphone e action cam, desiderosi di condividere in diretta ogni aspetto del loro viaggio. Tuttavia, non sempre questa esposizione costante va a braccetto con il rispetto delle norme sociali locali.

A ricordarlo è l’ultimo caso che coinvolge la streamer russa Gilticus, protagonista suo malgrado di un episodio piuttosto acceso. Durante una diretta streaming per le vie di Tokyo, la creator ha ripreso un uomo nei pressi di un parcheggio. Infastidito dalla situazione, l’uomo ha reagito con veemenza, incrociando le braccia a X, gesto universale giapponese per indicare “vietato”, e affrontando direttamente la streamer. Dopo un confronto verbale, l’uomo ha afferrato la borsa di Gilticus, trascinandola verso la strada in una scena che ha subito fatto il giro del web.

Fortunatamente, due passanti sono intervenuti evitando che la situazione degenerasse. Notando i danni alla borsa della ragazza, hanno rimproverato l’aggressore e contattato la polizia, che ha invitato entrambi a chiedersi scusa a vicenda e a lasciarsi la questione alle spalle.

twitch gilticus giappone aggressione

Le live IRL di Twitch: quando l’intrattenimento diventa un problema culturale

Il caso Gilticus riporta l’attenzione su un tema caldo nella community del livestreaming: fino a che punto si può spingere l’intrattenimento nella vita reale (IRL) in contesti culturali così diversi da quelli occidentali? In Giappone, le leggi sulla privacy sono molto più rigide rispetto a quelle di Stati Uniti o Europa. Anche se filmare in pubblico è generalmente legale, pubblicare l’immagine di una persona senza il suo consenso può violare i diritti di immagine e sfociare in conseguenze legali.

La situazione ricorda altri episodi controversi, come quello dello streamer Mizkif, criticato per aver fatto trazioni su un ramo di ’albero di ciliegio, simbolo della spiritualità e della bellezza effimera giapponese. O ancora, il famigerato Johnny Somali, finito in prigione per ripetuti comportamenti molesti durante i suoi stream in Giappone.

L’ascesa dello streaming vlog ha reso le strade delle metropoli asiatiche un palcoscenico globale, ma questo ha anche evidenziato il bisogno di una maggiore consapevolezza culturale da parte dei content creator. Non basta accendere la fotocamera per essere “virali”. La linea tra storytelling e irriverenza è sottile, e se il web ha reso tutto condivisibile, non tutto ciò che può essere trasmesso dovrebbe esserlo. E il prezzo dell’ignorare questa verità, come dimostrano i casi recenti, può essere molto più alto di qualche visualizzazione in più.

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Andrea Moffa

Andrea Moffa

Eroe numero 50 di Overwatch 2. Appassionato di notizie videoludiche. Esploro e condivido le avventure e le ultime info di questo mondo in continua espansione.

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