Nel cuore della Nigeria, dove l’energia elettrica affidabile resta un privilegio per pochi, il solare sta diventando più di una semplice alternativa verde: è ormai una questione di convenienza economica. Ma c’è una protagonista che sta avviando una rivoluzione, ovvero Arnergy, startup nigeriana fondata da Femi Adeyemo. La crescente domanda di energia solare, spinta da un mix letale di blackout cronici e aumenti record nei costi dei carburanti, ha spalancato le porte agli investimenti nel settore cleantech, con la startup che ha appena chiuso un’estensione del round di Serie B da 15 milioni di dollari, portando il totale dei finanziamenti a 18 milioni.
Il punto di svolta è arrivato nel 2023, con la rimozione del sussidio statale sul carburante, una misura storica che ha fatto impennare i prezzi della benzina di quasi il 500%. Per anni i generatori a petrolio e diesel avevano rappresentato un’alternativa più accessibile rispetto a una rete elettrica instabile e a impianti solari ancora troppo costosi. Ma oggi la situazione si è ribaltata. “Quando abbiamo iniziato, posizionavamo il solare come una soluzione all’intermittenza elettrica, non per risparmiare denaro“, racconta Adeyemo. “Ora possiamo dimostrare chiaramente quanto si risparmia ogni mese, rispetto a qualunque fonte: diesel, benzina o rete.“
Sostenuta anche da colossi come Breakthrough Energy Ventures di Bill Gates, Arnergy ha installato oltre 1.800 sistemi in 35 stati, coprendo settori strategici come sanità, finanza, agricoltura ed educazione. Il vero cambio di passo, però, è arrivato con il modello “lease-to-own”, che consente ai clienti di pagare un canone fisso mensile per poi diventare proprietari dell’impianto. Una formula che ha reso il solare più democratico, soprattutto in un contesto dove le tariffe elettriche continuano a salire, e dove ormai pagare ₦200.000 al mese per l’energia (circa 125 dollari) è la norma. Con Arnergy, quella cifra si dimezza. E per chi guarda al lungo periodo, i conti sono evidenti.

Arnergy: una crescita ambiziosa frenata dalla burocrazia
Se il 2023 ha segnato una triplicazione dei clienti in leasing, il 2024 si preannuncia ancora più decisivo. Arnergy punta a crescere di cinque volte quest’anno e ad arrivare a 12.000 installazioni entro il 2029. La strategia si sta evolvendo: meno vendite dirette, più collaborazioni con imprese locali e punti vendita fisici, soprattutto fuori Lagos. L’obiettivo è allargare la platea di clienti in un paese in cui l’accesso all’elettricità resta un sogno per milioni di persone.
Tuttavia, non mancano gli ostacoli. Stando alla nostra fonte TechCrunch, il governo nigeriano ha recentemente proposto un divieto sull’importazione di pannelli solari per incentivare la produzione locale. Una mossa che, seppur comprensibile nelle intenzioni, rischia di penalizzare un settore ancora giovane e in crescita. Secondo Adeyemo, il paese dovrebbe prima garantire infrastrutture adeguate, stabilità normativa e accesso al credito per consentire alle fabbriche locali di svilupparsi. Solo allora avrebbe senso parlare di stop alle importazioni.
L’energia solare in Nigeria non è più un lusso o una soluzione d’emergenza, ma un pilastro per l’indipendenza energetica e il risparmio. Impedire la diffusione di questa tecnologia significherebbe rallentare il percorso verso un’economia più resiliente e sostenibile. Ed è proprio su questo confine tra ambizione e realismo che si gioca il futuro energetico del paese.
