Il collezionismo di carte Pokémon è cresciuto in maniera sfrenata negli ultimi anni, e soprattutto negli ultimi anni ha visto aumentare anche l’artiglio dei bagarini sui prodotti legati al GCC. Questo ha spinto The Pokémon Company a stampare ancora più prodotti, mentre i rivenditori hanno iniziato a mettere in atto delle vere e proprie misure che impedissero ai malintenzionati di comprarsi tutto.

Le autorità italo-svizzera hanno sequestrato 38 carte Pokémon alla dogana
Stavolta non ci troviamo a parlare di bagarini, ma di un caso che comunque ha a che fare con le carte. Un uomo straniero risiedente in Svizzera stava transitando sul varco pedonale italo-svizzero mentre trasportava una scatola sigillata di cui non ha dichiarato il contenuto alle autorità doganali di Ponte Tresa, cosa che per legge bisogna necessariamente fare. Di conseguenza i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, in collaborazione con i militari della compagnia della guardia di finanza di Luino, l’hanno fermato e sottoposto la scatola a un controllo.
Una volta aperta hanno scoperto che essa conteneva ben 38 carte Pokémon da collezione, il cui valore stimato sarebbe di oltre 3 mila euro. Purtroppo non sappiamo quali siano effettivamente queste carte, visto che l’unica immagine diffusa è un po’ sfocata, ma dovrebbero essere tutte parti delle espansioni della serie Scarlatto e Violetto. Visto che l’uomo non ha voluto dichiararle, molto probabilmente per evitare di pagare i diritti doganali come IVA e dazio, le autorità hanno posto le carte sotto confisca amministrativa.

Non è da escludere la possibilità che quelle carte sarebbero dovute arrivare in Italia per essere poi vendute al contrabbando, soprattutto se consideriamo che tra le 38 carte confiscate ce ne siano alcune di tiratura limitata e di alto valore. L’operazione dimostra l’attenzione delle autorità sulla lotta al contrabbando per proteggere la sicurezza economico-finanziaria, anche se del caso restano da chiarire un po’ da cose. Ad esempio a chi sarebbero state vendute le carte, oppure se l’uomo faccia parte di una vera e propria rete di contrabbando europea.