Silent Hill f, nuovo capitolo dell’iconico franchise horror di Konami, non ha ancora una data di uscita ufficiale, ma ha già cominciato a insinuarsi negli incubi dei fan. Ambientato nel Giappone rurale degli anni ’60, il gioco rompe con la tradizione dei capitoli precedenti ambientati negli Stati Uniti, portando il terrore in un villaggio fittizio chiamato Ebisugaoka. Un nome inventato, certo, ma che cela dietro di sé un’ispirazione molto reale e, a quanto pare, altrettanto inquietante: il tranquillo paese di Kanayama, nella prefettura di Gifu.
Nel più recente trailer, la cittadina fittizia si è mostrata pervasa da un’atmosfera decadente, silenziosa e al tempo stesso disturbante. Questa sensazione non fa che amplificarsi, dato che ora alcuni residenti di Kanayama hanno cominciato a condividere scatti reali del luogo su social come X (ex Twitter), come l’utente @sinonomeimori individuato dalla fonte Automaton. I vicoli deserti, i negozi notturni illuminati da una luce fioca e persino alcune strane impronte sulle vetrine sembrano urlare che l’orrore, in fondo, non è mai troppo distante dalla realtà.
Un utente ha raccontato di aver riconosciuto “la solita noiosa strada delle passeggiate con la nonna” nel trailer del gioco, ora trasformata in un paesaggio bizzarro e snervante. Un altro ha condiviso immagini notturne di un negozio di caramelle del paese, sulle cui vetrine campeggiavano misteriose impronte di mani. “Non è Silent Hill, ma venite a Kanayama: potete comunque scattare foto inquietanti”, ha scritto con ironia.

Il realismo di Silent Hill f come strumento di paura: dalla fiction alla geografia
Il legame tra l’horror psicologico e l’ambientazione realistica non è nuovo nel mondo dei videogiochi, ma nel caso di Silent Hill f diventa centrale. Il coinvolgimento di Ryukishi07, autore della celebre saga visual novel When They Cry, non è un dettaglio da poco. Anche quella serie, come il nuovo titolo di Konami, è ambientata in una cittadina rurale giapponese fortemente ispirata a un luogo reale. E come accade in Hinamizawa, il villaggio protagonista della saga di Ryukishi, anche Kanayama sembra essere carico di un’atmosfera sospesa nel tempo, dove ogni angolo può trasformarsi in un presagio.
A rafforzare questa scelta creativa c’è la capacità del team di sviluppo di convertire la malinconia e la solitudine delle piccole comunità in strumenti narrativi: l’apparente tranquillità, la natura rigogliosa ma opprimente, le strutture scolastiche in disuso, i negozi dimenticati dal tempo. Tutti elementi che, già senza l’intervento del soprannaturale, sanno suscitare un senso di inquietudine viscerale.
Konami, dunque, non si limita a creare un nuovo capitolo della saga, ma sceglie di radicarlo in un’estetica profondamente legata al reale. Le implicazioni sono chiare: Silent Hill f potrebbe essere l’episodio più disturbante mai realizzato, perché non si rifugia nel surreale o nell’esotico, ma affonda le sue radici nella quotidianità. Una quotidianità che, in certi angoli dimenticati del mondo, sembra già pronta a diventare un incubo.
