Dr Commodore
LIVE

Dragon Ball GT: gli editori svelano finalmente perché è nato e ammettono di non averlo gradito

Dragon Ball è una di quelle saghe che sembrano destinate a non finire mai, quasi fossero immortali come lo stesso Goku. Ma a volte questa immortalità non è il risultato della passione dei creatori, quanto piuttosto di pressioni economiche e decisioni prese dagli alti dirigenti, più interessati agli ascolti che alla qualità della storia raccontata. È proprio questo il caso di Dragon Ball GT, una delle parti più controverse dell’intera saga creata da Akira Toriyama.

A distanza di quasi tre decenni dalla sua prima trasmissione (1996-1997), il sequel non canonico è ancora un argomento che divide i fan. Nato dopo la conclusione naturale della serie Z, che lo stesso Toriyama avrebbe preferito vedere terminare con il trionfo di Gohan contro Cell, questo spin-off ha sempre lasciato perplessi gli appassionati per la sua atmosfera molto più infantile e leggera rispetto al suo predecessore.

Ma finalmente, grazie ad una recente puntata del podcast giapponese Torishima (con frasi riportate su X/Twitter), che ha ospitato alcuni ex editor della serie manga originale, sappiamo la verità: Dragon Ball GT non è mai stato un progetto nato dalla creatività e dal desiderio autentico di Toriyama. Al contrario, la sua esistenza deriva direttamente dalle pressioni esercitate dall’emittente Fuji Television, che semplicemente non voleva rinunciare ai grandi ascolti e al successo di merchandising generato dalla serie. L’attuale presidente di Fuji Television, Kenji Shimizu, all’epoca coinvolto nella supervisione dell’opera, avrebbe dichiarato a una festa aziendale: “Dragon Ball non può finire. Non può assolutamente finire”. Una frase che racchiude in sé il vero motivo dietro il tanto criticato spin-off.

dragon ball gt cast completo

Gomen, Toriyama-sensei: un progetto di cui persino i creatori si scusano

Nonostante le buone intenzioni iniziali, il risultato finale fu così deludente che persino in Giappone iniziò a girare un ironico gioco di parole: le lettere GT, che in teoria indicavano “Gran Turismo”, vennero presto derise e trasformate nel sarcastico “Goku Time”, per sottolineare come la serie fosse interamente centrata su Goku, dimenticando quasi completamente il ricchissimo cast di personaggi secondari che avevano reso celebre la saga. Addirittura, divenne virale la frase “Gomen, Toriyama-sensei” (“Ci scusi, Maestro Toriyama”) per scherzare (ma forse nemmeno troppo) sulla scarsa qualità della serie e scusarsi pubblicamente con il creatore originale.

Queste confessioni degli editor confermano ciò che gli appassionati avevano sempre sospettato. D’altronde, lo stesso Toriyama aveva più volte ammesso pubblicamente di aver iniziato a disegnare manga non tanto per passione quanto per necessità economiche, arrivando persino vicino a perdere l’occasione di pubblicare Dragon Ball a causa di scadenze non rispettate.

Oggi, la visione su GT è leggermente migliorata, ma resta una delle produzioni meno amate del franchise. Curiosamente, Akio Iyoku, produttore esecutivo della saga, ha recentemente dichiarato che proprio GT è stato un’importante fonte di ispirazione per Dragon Ball DAIMA, il nuovo anime pensato appositamente per attrarre quei fan ormai cresciuti che all’epoca avevano visto GT da bambini. Insomma, lo spin-off rimarrà probabilmente per sempre il “figlio non voluto” del franchise, ricordato con ironia e nostalgia dai fan, un’opera che non è mai stata davvero amata, nemmeno dai suoi stessi creatori. Eppure, nel bene o nel male, ha lasciato il suo segno nella grande epopea di Goku e compagni.

dragon ball gt

Leggi anche: Dragon Ball Daima ha aperto le porte a nuove evoluzioni: il Super Saiyan 5 non è più un’utopia?

Articoli correlati

Andrea Moffa

Andrea Moffa

Eroe numero 50 di Overwatch 2. Appassionato di notizie videoludiche. Esploro e condivido le avventure e le ultime info di questo mondo in continua espansione.

Condividi