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ARK: il trailer generato dall’AI del DLC Aquatica accende la polemica, ma nessuno se ne prende la responsabilità

ARK: Aquatica doveva essere un’occasione per celebrare i dieci anni di ARK: Survival Evolved con uno sguardo immersivo negli abissi dalla premessa intrigante. Invece, si è trasformato rapidamente in una lezione da manuale su come non promuovere un’espansione videoludica. Il trailer presentato alla GDC ha lasciato interdetta l’intera community: sfondi confusi e umidicci, transizioni frenetiche e la solita, inquietante estetica da “valle perturbante”, tipica dei contenuti generati da intelligenza artificiale.

Il tutto condito da una scena in cui un calamaro emerge da una roccia solida inondando lo schermo, mentre un nuotatore muta improvvisamente i piedi in pinne. Un montaggio disorientante, visivamente incoerente, e semplicemente offensivo per il pubblico, specialmente verso i fan che da anni supportano il franchise. Il video ha rapidamente raggiunto mezzo milione di visualizzazioni su YouTube, ma gli apprezzamenti si sono fermati a un migliaio like.

Il commento in cima, con oltre 21.000 upvote, non lascia spazio a interpretazioni: “Questo è disgustoso, e dovreste vergognarvi”. L’indignazione si è fatta ancora più forte quando è emerso che Studio Wildcard, team originale del gioco, ha preso pubblicamente le distanze da Aquatica attraverso un post ufficiale su X (Ex TwitteR), specificando che il DLC è sviluppato da Snail Games Colorado e non fa parte di ARK: Survival Ascended o del futuro ARK 2.

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Il peso dell’automazione e la vulnerabilità degli sviluppatori

Durante la GDC, il lead designer Matt Kohl ha confermato che il trailer incriminato è opera esclusiva del reparto marketing di Snail Games. “Hanno preso i nostri asset e li hanno passati attraverso un’AI per animarli. Il team di sviluppo non c’entra nulla”, ha dichiarato. Una frase che ha acceso ancora di più il dibattito, sollevando il problema ben più ampio del ruolo crescente, e spesso invadente, dell’intelligenza artificiale nelle produzioni creative.

Perché, se è vero che Snail Games è sia publisher che sviluppatore, è anche evidente che chi prende le decisioni di comunicazione non sempre comprende o rispetta il lavoro degli sviluppatori. Il rischio? Che mesi o anni di sviluppo vengano compromessi da un video generato in pochi minuti, privo di passione, cura o coerenza artistica. Il caso di Aquatica ne è l’emblema: un DLC potenzialmente interessante, diventato il simbolo di una comunicazione sorda e priva di empatia verso il pubblico.

E cosa possono fare gli sviluppatori? Vigilare costantemente su ogni scelta del publisher, nel tentativo di proteggere la reputazione di un progetto a cui hanno dedicato energie, talento e sacrifici? In un settore sempre più complesso, questa pressione diventa insostenibile. La verità è che l’uso indiscriminato dell’AI rischia di banalizzare il prodotto, svuotandolo di umanità e rendendolo inviso a chi lo aspetta con entusiasmo.

ARK: Aquatica potrebbe ancora riscattarsi con i prossimi trailer di gameplay e con il contenuto effettivo al lancio. Ma il danno d’immagine è fatto, e il messaggio lanciato alla community è stato chiaro: quando manca il rispetto per il lavoro creativo, nemmeno i mostri marini più spettacolari possono salvare la situazione.

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Andrea Moffa

Andrea Moffa

Eroe numero 50 di Overwatch 2. Appassionato di notizie videoludiche. Esploro e condivido le avventure e le ultime info di questo mondo in continua espansione.

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