Spotify si trova in una situazione spinosa a causa della diffusione incontrollata di contenuti espliciti sotto forma di podcast, spesso in formato video. Secondo quanto riportato, programmi dai titoli ambigui e immagini ammiccanti sono riusciti a scalare le classifiche della piattaforma, comparendo accanto a contenuti ben più autorevoli nelle categorie “Business” o “Salute”.
Il problema è stato evidenziato dalla giornalista Ashley Carman nella sua newsletter Soundbite, sottolineando come l’algoritmo di Spotify, che premia i contenuti in base al numero di ascoltatori unici giornalieri, stia involontariamente favorendo la diffusione di questi episodi NSFW (Not Safe For Work). La situazione è aggravata dal fatto che molti di questi podcast vengono caricati da account anonimi che sfruttano le funzionalità video per pubblicare materiale che viola le linee guida della piattaforma.
Ufficialmente, Spotify vieta contenuti sessualmente espliciti, ma il sistema di moderazione automatica si è rivelato inefficace nel prevenire la diffusione di questi episodi. Dopo la segnalazione di Bloomberg, la piattaforma ha prontamente rimosso i podcast incriminati, dichiarando che questi contenuti non facevano parte del programma Partner né erano monetizzati tramite pubblicità. Tuttavia, la rapidità con cui questi episodi riescono a emergere solleva dubbi sulla capacità del sistema di controllo di arginare il problema in modo definitivo.

Un problema che mina la reputazione di Spotify
La presenza di contenuti espliciti su Spotify non è una novità. Già nel dicembre 2024, alcuni utenti su Reddit avevano segnalato come l’algoritmo suggerisse podcast dal contenuto pornografico. La situazione è peggiorata con l’introduzione del formato video, rendendo ancora più difficile per Spotify monitorare il materiale caricato dagli utenti. Il problema principale risiede nel modello di incentivazione della piattaforma: il programma di video partner di Spotify premia i creator in base alla durata dell’ascolto, attirando così anche uploader intenzionati a sfruttare il sistema per distribuire contenuti non conformi.
Un altro fenomeno preoccupante riguarda la proliferazione di podcast di audio erotico, che eludono più facilmente i controlli rispetto ai contenuti video. Molti di questi programmi vengono etichettati come “NSFW” dagli stessi creator, che spesso invitano gli ascoltatori a non segnalarli per evitare che vengano rimossi dalla piattaforma. Se il problema dovesse persistere, Spotify rischia di perdere credibilità agli occhi sia degli utenti che degli inserzionisti, minando la sua posizione nel settore dei podcast. La competizione in questo ambito è sempre più serrata, e un sistema di moderazione inaffidabile potrebbe spingere creator e ascoltatori a preferire altre piattaforme con controlli più rigorosi.
