Un attacco hacker ha messo in pericolo migliaia di proprietari di Tesla negli Stati Uniti, rivelando online le loro informazioni personali. Il sito DOGEQUEST, recentemente emerso sul web, ha pubblicato un’enorme quantità di dati sensibili, tra cui nomi, indirizzi, numeri di telefono ed email di chi possiede un’auto dell’azienda di Elon Musk. L’obiettivo? Spingere i proprietari a vendere i loro veicoli elettrici nel mezzo di una campagna di boicottaggio nazionale contro il marchio.
Stando a quanto riportato dal DailyMail, oltre alle informazioni sui clienti Tesla, il sito ha reso pubblici anche dettagli sui concessionari, le stazioni di ricarica e persino le residenze di alcuni funzionari governativi. In un gesto altamente provocatorio, il portale include l’indirizzo del direttore dell’FBI, Kash Patel, e utilizza un’icona a forma di Molotov come cursore. Il messaggio è chiaro: la tensione tra Tesla, il suo fondatore e alcuni gruppi di attivisti sta raggiungendo livelli estremi.
Elon Musk ha risposto definendo l’operazione “terrorismo domestico estremo“, evidenziando come il sito non solo esponga i dati privati di migliaia di cittadini, ma inciti indirettamente ad atti vandalici contro le auto e le infrastrutture dell’azienda. Il portale, tuttavia, evita di prendersi responsabilità dirette, affermando di non “appoggiare né condannare alcuna azione”, pur lasciando intendere che i veicoli Tesla potrebbero diventare bersagli di protesta.

Atti vandalici e il crollo delle azioni Tesla
L’attacco informatico arriva in un momento già critico per Tesla. Da settimane, infatti, si registrano episodi di vandalismo contro i veicoli e le concessionarie dell’azienda. A Manhattan, un proprietario ha visto il suo Cybertruck imbrattato con una svastica (immagine di seguito), mentre a Las Vegas un attentatore ha incendiato cinque Tesla con bottiglie Molotov (video di seguito) prima di aprire il fuoco sui veicoli in fiamme. Frasi di protesta come “Resist” sono comparse sui muri delle concessionarie, segno che la tensione sta rapidamente degenerando.

Parallelamente, anche sul piano finanziario l’azienda sta attraversando una fase turbolenta. Il titolo in borsa ha subito un crollo del 53% dai massimi di dicembre, con una perdita di capitalizzazione di oltre 800 miliardi di dollari. Il malcontento tra gli investitori cresce, tanto che alcuni azionisti storici, come Ross Gerber, hanno iniziato a chiedere apertamente le dimissioni di Musk dal ruolo di CEO. La sua gestione, accusata di essere troppo dispersiva tra i vari progetti (tra cui X e le iniziative governative), starebbe danneggiando l’immagine dell’azienda e influenzando negativamente le vendite.
Mentre il governo valuta un’azione contro DOGEQUEST e il movimento anti-Tesla, la compagnia deve affrontare una doppia sfida: recuperare la fiducia degli investitori e proteggere i suoi clienti dagli attacchi sempre più aggressivi. Il futuro di Tesla, un tempo simbolo della rivoluzione elettrica, appare oggi più incerto che mai.
