Dr Commodore
LIVE

Bruno Pizzul ci lascia prima di compiere 87 anni: addio alla storica voce delle telecronache italiane

Bruno Pizzul si è spento all’età di 86 anni all’ospedale di Gorizia, lasciando un vuoto incolmabile nel mondo del giornalismo sportivo italiano. Avrebbe festeggiato il suo compleanno tra pochi giorni, compiendo 87 anni ricchi di storia, ma il suo ricordo resterà vivo nelle menti e nei cuori di chi ha vissuto il calcio attraverso la sua voce pacata, mai sopra le righe, eppure inconfondibile.

La sua carriera in Rai iniziò nel 1969, ma fu il 16 aprile 1970, con lo spareggio di Coppa Italia tra Juventus e Bologna, a segnare il debutto come telecronista, anche se dovette cominciare dal 16º minuto per un piccolo ritardo. Da quel momento, Bruno Pizzul divenne il narratore di cinque Mondiali e quattro Europei, accompagnando con il suo stile sobrio e impeccabile alcune delle pagine più memorabili della Nazionale italiana. Il suo ultimo racconto ufficiale fu l’amichevole Italia-Slovenia del 21 agosto 2002, che segnò il congedo dalle telecronache, ma non dal mondo del calcio.

Bruno Pizzul, però, non è stato solo un giornalista. Prima di avvicinarsi al microfono, il calcio lo aveva vissuto anche sul campo: cresciuto nella Pro Gorizia, arrivò a giocare da professionista con il Catania, l’Ischia, l’Udinese e la Sassari Torres, fino a quando un infortunio al ginocchio lo costrinse ad appendere gli scarpini al chiodo. Laureato in giurisprudenza, insegnò lettere nelle scuole medie prima di dedicarsi completamente alla sua vera vocazione: raccontare il calcio.

morte bruno pizzul

Le Notti Magiche e il dramma dell’Heysel raccontate da Bruno Pizzul

Quando si parla di Bruno Pizzul, è impossibile non pensare a due momenti iconici della storia del calcio italiano: le Notti Magiche di Italia ‘90 e il dramma dell’Heysel. Nel 1990, con l’Italia padrona di casa, fu la voce che scandì le emozioni di un Paese intero. Il gol di Schillaci contro l’Austria ricordato con affetto da Rai News con un iconico video, l’urlo strozzato di “Baggio… Baggio… goooool!” contro la Cecoslovacchia, fino all’amara eliminazione in semifinale contro l’Argentina di Maradona. Le sue parole riecheggiano ancora nelle menti di chi ha vissuto quell’estate irripetibile.

Ma non sempre il compito di un telecronista è quello di esaltare il gioco. Il 29 maggio 1985, Bruno Pizzul fu costretto a raccontare la strage dell’Heysel, avvenuta prima della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool. “È stata la telecronaca che non avrei mai voluto fare”, dirà anni dopo. Quella sera, al microfono, cercò di mantenere la calma e trasmettere solo le informazioni essenziali, consapevole della tragedia che si stava consumando.

Negli anni successivi, si fece portavoce di una scuola di telecronisti che privilegiava la sobrietà all’eccesso di parole. “I telecronisti di oggi parlano troppo”, dichiarò in un’intervista. Il suo stile misurato resterà un modello per chiunque voglia avvicinarsi a questo mestiere. Bruno Pizzul è stato molto più di un semplice giornalista sportivo. È stato la voce del calcio italiano, un narratore capace di emozionare con la semplicità delle parole giuste al momento giusto.

notti magiche bruno pizzul

Leggi anche: Addio a Salvatore “Totò” Schillaci: l’eroe delle Notti Magiche perde la lotta con un tumore

Articoli correlati

Andrea Moffa

Andrea Moffa

Eroe numero 50 di Overwatch 2. Appassionato di notizie videoludiche. Esploro e condivido le avventure e le ultime info di questo mondo in continua espansione.

Condividi