Pochi mesi fa in Giappone i doppiatori si sono mobilitati per protestare contro l’uso indiscriminato della loro voce tramite AI, e anche qui in Italia il settore si sta muovendo. L’Associazione Nazionale Attori Doppiatori (ANAD) ha infatti lanciato l’appello “Difendiamo l’Intelligenza Artistica” per parlare a tutti i professionisti del mondo dell’intrattenimento di tutti i rischi e dei pericoli che l’intelligenza artificiale e gli algoritmi machine learning comportano per tutto il cinema e la televisione.
I doppiatori dicono “NO” alla sostituzione delle espressioni artistiche dalle AI
Per diffondere il messaggio in maniera più capillare, l’ANAD ha realizzato anche un video in cui 6 doppiatori (Luca Ward, Gabriele Patriarca, Riccardo Suarez, Flavio Aquilone, Daniele Giuliani e Rodolfo Bianchi) e 6 doppiatrici (Rossa Caputo, Laura Boccanera, Melina Martello, Veronica Puccio, Laura Romano e Chiara Fabiano) dicono “NO” alla sostituzione delle espressioni artistiche da parte di un algoritmo.
Giuliani, che è anche il presidente dell’ANAD, ha fatto una dichiarazione in cui richiede al governo e all’Unione Europea di attuare urgentemente misure concrete per tutelare le professioni artistiche minacciate dalle nuove tecnologie:
“Chiediamo maggiore attenzione da parte del Governo, delle Istituzioni competenti e dell’Unione Europea per tutelare i lavori artistici. Il doppiaggio è una professione artistica ed è in pericolo, come sono in pericolo le nostre emozioni, che rischiano di sparire se a generarle è un software anziché un attore in carne ed ossa. Abbiamo urgenza di misure concrete per salvaguardare una professione riconosciuta come eccellenza artistica e culturale del nostro Paese“.

Come per tanti altri settori, la crescita delle intelligenze artificiali sta diventando sempre più scomoda, anche se va almeno accettato il fatto che in futuro diventerà un supporto indispensabile per la nostra vita di tutti i giorni.
L’ANAD si era già mossa per contrastare le AI già nei mesi scorsi con l’introduzione di clausole nelle Cessioni Diritti delle principali Major che riguardano proprio l’uso non concordato delle loro voci per l’AI. A luglio aveva poi aggiunto che l’estrazione di testo e dati dalle performance dei doppiatori membri dell’associazione da parte di aziende e organizzazioni che si occupano dello sviluppo di strumenti di intelligenza artificiale “richiede consenso espresso e preventivo degli artisti interpreti esecutori“.
Chissà se questa lunga battaglia porterà anche a rivalutazioni interne a tutto il settore, con introduzione di cambiamenti che potrebbero fare la differenza e garantirgli un futuro prospero. Anche perché se non si fa qualcosa, l’unico destino è che una delle “eccellenze” che molti vantano dell’Italia rischia alla peggio di scomparire.