Negli ultimi anni, il settore automobilistico ha subito una trasformazione radicale, con le auto che stanno diventando sempre più simili a dispositivi connessi piuttosto che semplici mezzi di trasporto. E Stellantis, il colosso automobilistico proprietario di marchi come Jeep, Chrysler e Fiat, sta spingendo questa evoluzione in una direzione piuttosto controversa: l’inserimento di pubblicità direttamente nei cruscotti delle vetture.
Alcuni proprietari di Jeep hanno segnalato la comparsa di annunci pop-up sullo schermo dell’infotainment dei loro veicoli, con messaggi promozionali riguardanti estensioni di garanzia e altri servizi. Il problema? Questi annunci sembrano comparire in modo intrusivo, coprendo lo schermo e interrompendo l’esperienza di guida, in particolare quando l’auto è ferma quando spesso questi annunci ricompaiono. Le lamentele sui social non si sono fatte attendere. Diversi utenti hanno denunciato l’impossibilità di disattivare questi annunci, con alcuni che li hanno definiti persino pericolosi per la sicurezza stradale. Secondo alcuni proprietari, l’interferenza dello schermo potrebbe causare distrazioni al volante, aumentando il rischio di incidenti.
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La risposta di Stellantis non ha rassicurato del tutto i consumatori. La società ha dichiarato che i pop-up pubblicitari fanno parte di un accordo con SiriusXM, il servizio di radio satellitare integrato in molti veicoli del gruppo. Inoltre, un portavoce ha affermato che un bug temporaneo impediva agli utenti di disattivare immediatamente gli annunci, ma che il problema è stato risolto. Tuttavia, rimane il dubbio su quanto questa pratica diventerà diffusa nel futuro.
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La strategia di Stellantis per Jeep e altri marchi
L’inserimento di pubblicità nei cruscotti non è un caso isolato, ma parte di un piano molto più ampio. Stellantis ha annunciato nel 2021 la sua intenzione di generare fino a 20 miliardi di dollari all’anno attraverso servizi software, aggiornamenti OTA (over-the-air) e funzionalità a pagamento. L’obiettivo? Rendere le auto sempre più simili a dispositivi digitali e monetizzare ogni aspetto dell’esperienza di guida. Questa strategia non è esclusiva di Stellantis. Negli ultimi anni, molte case automobilistiche hanno sperimentato modelli di business simili. BMW, ad esempio, aveva tentato di introdurre un abbonamento mensile per l’uso dei sedili riscaldati, ma ha dovuto ritirare l’iniziativa dopo la reazione negativa del pubblico.
Toyota e Subaru offrono pacchetti in abbonamento per funzioni come l’accensione remota del motore. Tuttavia, l’idea di inserire pubblicità direttamente nei veicoli sembra spingersi oltre. Alcuni esperti sottolineano che l’industria automobilistica, tradizionalmente caratterizzata da margini di profitto relativamente bassi sulla vendita delle auto, sta cercando nuovi modi per monetizzare i clienti anche dopo l’acquisto. Una delle strategie più discusse è la raccolta e la vendita dei dati dei guidatori, che potrebbero essere utilizzati per personalizzare gli annunci e offrire nuovi servizi a pagamento.
RJ Cross, direttore della campagna Don’t Sell My Data del PIRG, ha spiegato questa tendenza paragonandola a quanto già avviene con le app e i siti web: “Le case automobilistiche stanno seguendo il modello delle piattaforme digitali, raccogliendo dati e utilizzandoli per monetizzare l’esperienza degli utenti”. L’inserimento di annunci pubblicitari nei veicoli potrebbe quindi essere solo l’inizio di una nuova era in cui l’auto diventa sempre più un hub di servizi a pagamento e di marketing mirato. Resta da vedere come i consumatori reagiranno a questa trasformazione e se le aziende automobilistiche saranno costrette a rivedere le loro strategie di monetizzazione.
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