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Amazon nei guai: frode fiscale da 1,2 miliardi di euro con l’algoritmo

Amazon si trova nuovamente nei guai: la procura di Milano ha accusato la multinazionale americana di aver commesso una frode fiscale di 1,2 miliardi di euro nel triennio 2019-2021. Le autorità starebbero indagando su tre top manager coinvolti nella frode, e stanno tenendo sott’occhio l’algoritmo su cui si basa lo stoccaggio della merce in Italia. La Guardia di finanza di Monza, invece, contesta alla compagnia 3 miliardi di euro tra sanzioni e interessi.

Amazon ancora nei guai con il fisco

Lo scorso dicembre le Fiamme Gialle hanno scoperto grazie a un supercomputer della Sogei (Società Generale d’Informatica del Ministero dell’Economia) che Amazon sfruttava una scappatoia per non pagare il 21% di Iva che doveva all’Agenzia delle Entrate per tutti i prodotti forniti da venditori extra-europei, che rappresenterebbero pure la percentuale maggiore dei prodotti che vende.

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Stando a Sogei, in Italia Amazon ha un volume di vendite costituito al 70% da prodotti cinesi, e avrebbe praticamente evitato non solo di rivelare l’identità dei venditori ai compratori, ma anche di comunicare i loro dati al fisco. A differenza di altre multinazionali, Amazon non vuole contrattare con l’Agenzia delle Entrate e ha intenzione di difendersi con le unghie e con i denti.

La difesa di Amazon: dimostrare che l’algoritmo predittivo la esenti dal pagare l’Iva all’Agenzia delle entrate

In primo luogo, vuole dimostrare come l’utilizzo di un algoritmo predittivo la esenti dal pagamento dell’Iva sui prodotti extra-europei, perché nella sua visione non si verificano molte “vendite a distanza”, in quanto la merce è già presente in uno dei magazzini disposti sul territorio italiano al momento in cui un cliente la ordina online. In secondo luogo, la multinazionale sottolinea come nessun altro paese Europeo le abbia mai contestato una cosa simile, e che l’applicazione di un sistema come quello richiesto dal Fisco appare pressoché impossibile.

La difesa pare studiata per essere inattaccabile, anche se Amazon dovrebbe comunque giustificare all’Agenzia delle Entrate a quale titolo detiene in Italia merci fornite da paesi extra-europei. Ci si aspetta un seguito nello scontro tra l’azienda e le autorità.

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Yoel Carlos Schincaglia

Yoel Carlos Schincaglia

Nato il 14 febbraio 1997 a Bentivoglio, in provincia di Bologna. Grande appassionato principalmente di anime, poi anche di videogiochi e manga. Credo nella canzone che ho nel cuore!

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