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GTA 6 inciterà alla violenza? Il CEO di Take-Two non è affatto preoccupato

Con GTA 6 in arrivo nel 2025, il dibattito sulla violenza nei videogiochi è tornato prepotentemente alla ribalta. Da decenni, il franchise di Grand Theft Auto è stato al centro delle critiche per i suoi contenuti controversi, con accuse di incitare comportamenti violenti nel mondo reale. Tuttavia, Strauss Zelnick, CEO di Take-Two Interactive, ha chiarito senza esitazioni la sua posizione in merito, dichiarando di non essere minimamente preoccupato per il potenziale impatto negativo del gioco.

Durante un’intervista nel programma Squawk Box di CNBC, Zelnick ha affrontato il tema con fermezza: “L’intrattenimento non crea comportamenti, l’intrattenimento riflette i comportamenti. L’idea che l’intrattenimento possa creare comportamenti è stata testata e smentita più e più volte.” Zelnick ha poi sottolineato come film e serie TV, spesso dotati di una resa grafica estremamente realistica, non ricevano lo stesso tipo di critiche e non vengano messi sotto accusa con la stessa insistenza. Per questo motivo, ha dichiarato di non essere preoccupato per il livello di fotorealismo raggiunto da GTA 6.

GTA 6 protagonisti ufficiali

Un dibattito lungo decenni: il passato di Rockstar e Take-Two

L’idea che i videogiochi possano incitare alla violenza risale ai primi anni ‘90, con titoli come Mortal Kombat e Night Trap che furono tra i primi ad alimentare questo tipo di polemiche. Nel corso degli anni, il dibattito si è acceso più volte, con momenti di particolare intensità nei primi anni 2000, quando avvocati come Jack Thompson cercarono di mettere al bando giochi come Bully e GTA: San Andreas.

Nel 2011, una sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti ha riconosciuto che i videogiochi violenti sono protetti dal Primo Emendamento, mettendo fine a molte delle argomentazioni legali contro il settore. Tuttavia, il tema non è mai scomparso del tutto e torna ciclicamente ogni volta che un gioco particolarmente controverso si avvicina al lancio.

Rockstar Games e Take-Two hanno sempre spinto i limiti della narrazione nei videogiochi, garantendosi spesso un M rating (Mature) per i loro titoli. GTA 6 non sarà da meno e, con le aspettative alle stelle, è inevitabile che le polemiche tornino a farsi sentire. Tuttavia, la posizione di Zelnick è chiara: l’intrattenimento non crea comportamenti, ma si limita a rappresentarli. Ora resta da vedere se il gioco subirà ulteriori attacchi mediatici o se il settore videoludico ha ormai superato definitivamente queste discussioni.

gta 6

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Andrea Moffa

Andrea Moffa

Eroe numero 50 di Overwatch 2. Appassionato di notizie videoludiche. Esploro e condivido le avventure e le ultime info di questo mondo in continua espansione.

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