Elbaph, la leggendaria terra dei giganti, ha sempre rappresentato un simbolo di forza e tradizione guerriera nel mondo di One Piece. Il capitolo 1137 getta nuove basi per ipotizzare un ruolo cruciale di questa nazione nel futuro, grazie alla figura di Hajrudin e al legame che egli ha instaurato con Luffy durante gli eventi di Dressrosa. Questa teoria esplora come Elbaph potrebbe tornare a essere una potenza guerriera sotto la guida di Hajrudin, pronta a schierarsi in favore di Luffy in uno scontro epico contro il Governo Mondiale.
Hajrudin, introdotto come un gigante dalla forte volontà e uno dei membri della Grande Flotta di Cappello di Paglia, ha dimostrato di essere un guerriero con un sogno ambizioso: unire tutte le tribù giganti e ristabilire l’antica gloria di Elbaph, cambiata dall’essere guerriera e battagliera, all’essere pacifica per visione di Re Harald. La sua determinazione e il suo retaggio di mezzosangue lo rendono un candidato importante per il ruolo di re, rappresentando simbolicamente l’unione tra diverse culture e ideali.
Come rivelato nel capitolo, il suo legame con Luffy non si basa solo su una semplice alleanza, ma su un profondo rispetto reciproco. La Grande Flotta di Cappello di Paglia si è formata proprio sulla base del riconoscimento della forza e del carisma di Luffy, che ha ispirato Hajrudin a credere in un futuro in cui i giganti possono trascendere i conflitti interni e guardare a un obiettivo più grande. Se One Piece ci ha insegnato qualcosa, è che i regni, dopo la visita dei Mugiwara, sono destinati a cambiare radicalmente, e non è impensabile la teoria di un ritorno alle origini sotto la guida di un nuovo re, condivisa anche dal pubblico di fan.
Il ritorno di Elbaph come nazione guerriera
Elbaph, da tempo divisa da lotte intestine e da pregiudizi contro i mezzosangue, potrebbe trovare in Hajrudin un leader capace di superare questi limiti. La sua capacità di guidare una nuova flotta e il suo sogno di unire i giganti potrebbero trasformare nuovamente Elbaph in una forza temibile, pronta a riconquistare il suo ruolo storico di “nazione di guerrieri”. Il ricordo del Re Harald potrebbe non essere del tutto vano, dato che in passato ha tentato di connettere Elbaph al resto del mondo, per cui Hajrudin potrebbe proseguirebbe l’eredità di pace del suo padre putativo, ma con un approccio più rivolto alla difesa e alla lotta per la libertà.
Con Luffy come figura centrale nella sua vita, è plausibile che Hajrudin scelga di schierare l’intera nazione dei giganti al fianco del futuro Re dei Pirati nel confronto finale contro il Governo Mondiale. Questo scontro vedrebbe Elbaph agire come una potenza militare autonoma, ma alleata, dando vita a una coalizione mai vista prima nel mondo di One Piece. Il finale di One Piece è stato spesso anticipato come una guerra senza precedenti, e il capitolo 1137 fornisce indizi importanti sul ruolo del Governo Mondiale nel tentativo di soggiogare Elbaph attraverso i Cavalieri Divini.
La presenza di Gunko e soprattutto di Shamrock, figlio di Saint Garling e figura autoritaria del Governo, rappresentano una minaccia diretta per la libertà dei giganti, che potrebbero trovarsi costretti a combattere per preservare la loro indipendenza. In questo contesto, Elbaph potrebbe svolgere un ruolo determinante nella resistenza contro il Governo Mondiale. Sotto la guida di un nuovo re con tali ambizioni, i giganti si unirebbero alla flotta di Luffy per affrontare l’elite dei Cavalieri Divini e i poteri dell’Im, degli Astri e della Marina.
La battaglia vedrebbe scontrarsi due filosofie opposte: quella della libertà e dell’unione promossa da Luffy e Hajrudin, contro il controllo oppressivo e la segregazione del Governo Mondiale. Il coinvolgimento di Elbaph potrebbe anche rivelare nuove informazioni sulla Tribù dei Giganti Antichi, suggerendo che la forza latente di questa razza potrebbe essere una chiave per ribaltare le sorti dello scontro. Con Elbaph schierata dalla parte di Cappello di Paglia, lo scontro finale di One Piece potrebbe essere il più grande mai visto, unendo forze da tutto il mondo in nome della libertà.