Joe Rogan ha spesso dimostrato di avere tra le mani uno dei podcast più seguiti e interessanti del web. Ultimamente uno dei suoi episodi è stato caratterizzato dalla presenza di Mark Zuckerberg, il CEO di Meta il quale ha voluto affrontare diversi temi controversi, legati a Apple, vaccini e politica, scatenando di conseguenza dibattiti. Durante l’intervista, disponibile sul canale ufficiale di Joe Rogan, Zuckerberg non ha usato mezze figure, come nel caso di Apple, criticata per la mancanza di innovazione degli ultimi anni.
Secondo il CEO di Meta, dal lancio dell’iPhone sotto la guida di Steve Jobs, il colosso di Cupertino avrebbe smesso di innovare, proponendo aggiornamenti poco significativi che rallentano il ciclo di acquisti degli utenti. Tuttavia, i dati finanziari di Apple raccontano una storia diversa: nel quarto trimestre 2024, l’azienda ha registrato quasi 95 miliardi di dollari di fatturato e una capitalizzazione di mercato di circa 4.000 miliardi di dollari.
Zuckerberg ha attribuito il successo finanziario di Apple a strategie commerciali aggressive, come il prelievo del 30% sulle transazioni di app e la creazione di ecosistemi chiusi con prodotti come gli AirPods. Queste politiche, sostiene, limitano la concorrenza e spingono gli utenti a dipendere esclusivamente dall’hardware Apple.
Mark Zuckerberg e i temi affrontati: politica, fact-checking e l’ombra di Orwell
Zuckerberg ha anche affrontato temi politici e sociali, criticando apertamente l’amministrazione Biden per le pressioni esercitate su Meta durante la pandemia di Covid-19. Ha descritto episodi di tensione con funzionari governativi, che avrebbero cercato di forzare la rimozione di contenuti scettici sui vaccini. Questa esperienza lo ha portato a rivedere l’utilità del fact-checking, definendolo “orwelliano“.
Zuckerberg ha spiegato che la missione di Meta è dare voce alle persone, non decidere unilateralmente cosa sia vero o falso per miliardi di utenti. Questa svolta si collega alla recente decisione di Meta di eliminare il fact-checking da Facebook e Instagram. La mossa, accolta con reazioni contrastanti, riflette una visione più libertaria della moderazione dei contenuti, ma solleva interrogativi sull’impatto di notizie false o disinformazione.
In un contesto di cambiamento politico, Zuckerberg ha adottato una strategia chiara: mantenere buoni rapporti con il neo-presidente Donald Trump. La sua donazione di 1 milione di dollari alla campagna di Trump lo colloca accanto a figure come Elon Musk, Tim Cook e Jeff Bezos, che hanno dimostrato un simile pragmatismo politico. Zuckerberg ha elogiato Trump per la sua visione di un’”America vincente”, allineandosi con una narrativa di rinnovamento e potenziamento del settore tecnologico.
Le parole di Zuckerberg suggeriscono non solo un’insofferenza verso le ingerenze statali, ma anche un chiaro tentativo di posizionarsi come leader di un settore in evoluzione. Il suo intervento mette in luce il delicato equilibrio tra innovazione, regolamentazione e libertà di espressione, temi centrali nel panorama tecnologico e politico globale.