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Telegram e il cambio di politica sulla privacy: aumentati i casi di condivisione dei dati utente con le autorità

Telegram, storicamente considerata una piattaforma incentrata sulla privacy degli utenti, ha pubblicato un rapporto di trasparenza che mostra un netto aumento delle richieste di dati soddisfatte nel 2024. Gli Stati Uniti hanno visto 900 richieste approvate, coinvolgendo 2.253 utenti, mentre in India le richieste accolte sono state 14.641, interessando 23.535 persone. Anche in Italia, Telegram ha risposto a 158 richieste, influendo su 419 utenti. Questi dati segnano un salto significativo rispetto al passato, quando fino a settembre 2024 erano state accolte appena 14 richieste globali.

Il cambiamento è legato alla decisione di Telegram, annunciata nel settembre 2024, di fornire informazioni come indirizzi IP e numeri di telefono in indagini relative ad attività criminali. Questa svolta, riportata da 404Media, rappresenta un passo avanti rispetto alla precedente politica, che limitava la condivisione dei dati ai soli casi di terrorismo. Una delle motivazioni dichiarate è il desiderio di ridurre l’uso improprio di Telegram per attività illecite, un problema che aveva suscitato critiche e pressioni da parte delle autorità globali.

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Le cause e le conseguenze del cambiamento di Telegram

Un evento cruciale per il cambio di politica è stato l’arresto del fondatore Pavel Durov in Francia, nell’agosto 2024. Le accuse includevano complicità in crimini informatici e mancata collaborazione con le autorità. Questo ha spinto Telegram a ridefinire le sue linee guida, ampliando i casi in cui può collaborare con le forze dell’ordine. Le nuove regole includono crimini come frodi online, vendita di beni illegali e sfruttamento informatico, andando oltre la precedente esclusività per casi di terrorismo.

Il cambiamento ha scatenato reazioni opposte. Da un lato, governi e organizzazioni hanno elogiato la maggiore disponibilità della piattaforma a combattere il crimine. Dall’altro, sostenitori della privacy e attivisti temono un indebolimento della sicurezza degli utenti, in particolare in contesti autoritari. La possibilità di condividere dati come indirizzi IP solleva dubbi sulla protezione degli utenti nei paesi dove Telegram è spesso un mezzo per aggirare la censura. I responsabili della piattaforma hanno promesso maggiore trasparenza, introducendo rapporti trimestrali accessibili tramite un bot dedicato.

Inoltre, entro la fine di gennaio 2025 pubblicherà un rapporto annuale in linea con il Digital Services Act (DSA) dell’Unione Europea. Questo regolamento punta a prevenire abusi online e responsabilizzare le piattaforme nella moderazione dei contenuti. Tuttavia, le critiche sull’accesso limitato ai dati di trasparenza in base alla regione evidenziano ancora aree di miglioramento. Telegram si trova in bilico tra il mantenimento della sua reputazione come paladina della privacy e la necessità di adattarsi alle crescenti richieste regolatorie. I prossimi aggiornamenti chiariranno se riuscirà a bilanciare sicurezza e trasparenza senza tradire le aspettative degli utenti.

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Andrea Moffa

Andrea Moffa

Eroe numero 50 di Overwatch 2. Appassionato di notizie videoludiche. Esploro e condivido le avventure e le ultime info di questo mondo in continua espansione.

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