Nuovo trambusto in casa OpenAI. Il CEO Sam Altman è stato accusato dalla sorella minore Annie di abusi sessuali, che lui avrebbe perpetrato nei suoi confronti quando lei era minorenne. Nella denuncia, che Annie ha depositato presso una corte federale del Missouri, si legge che Altman si sarebbe reso colpevole di “numerosi atti di stupro, aggressione sessuale, abuso sessuale, molestie, sodomia e percosse“ in un periodo abbastanza lungo che va dal 1997 al 2006.
Il CEO di OPenAi denunciato per abusi sessuali
Annie sostiene inoltre di aver ricevuto da gravi conseguenze psicologiche e fisiche a causa degli abusi del fratello, tra cui un disturbo da tress post traumatico (PTSD) e depressione. Non è neanche la prima volta che la ragazza accusa pubblicamente il fratello – nell’aprile 2023 aveva scritto un post su X in cui diceva che Sam si era infilato nel suo letto quando lei aveva 4 anni e lui 13 – ma questa è effettivamente la prima volte che lo denuncia.
E c’è da dire che è riuscita a farlo per il pelo: nel Missouri c’è una legge che permette alle vittime di abusi sessuali di intentare cause verso i colpevoli fino a 10 anni dopo il compimento dei 21 anni di età, e Annie l’ha depositata proprio appena due giorni prima del suo trentunesimo compleanno. La ragazza ha chiesto un processo con giuria e un risarcimento di oltre 75.000 dollari, oltre a dei danni punitivi calcolati sul patrimonio netto del capoccia di OpenAI.
La risposta di Sam Altman non si è fatta attendere, con l’imprenditore che ovviamente ha negato qualsiasi accusa mossa contro di lui. E non l’ha fatto da solo ma assieme alla madre e agli altri fratelli più piccoli, che hanno definito false e offensive le parole di Annie in una dichiarazione congiunta.
La famiglia sostanzialmente sostiene che Annie pretenda una sempre più larga fetta del patrimonio del fratello, sottolineando anche come negli anni i fratelli e la madre l’abbiano apparentemente aiutata con le cure nonostante il suo rifiuto di un trattamento convenzionale. La dichiarazione ha un tono abbastanza vittimistico, ma non possiamo giudicare chi abbia ragione in questa storia, in quanto questo è un compito che spetta a una corte del Missouri. La cosa certa è che questo caso potrebbe cambiare in maniera irreversibile il modo in cui viene visto uno dei più grandi individui del settore tecnologico.