Apple spesso si dimostra molto attenta alla tutela della privacy dei suoi utenti, fatta forse eccezione per Siri. Infatti, il colosso tech capitanato da Tim Cook sarà costretto a pagare un risarcimento di 20 dollari a ogni cliente americano “spiato” dal noto assistente virtuale.
Sebbene , a un primo sguardo, la cifra possa sembrare abbastanza esigua assume una certa rilevanza se considerata nella sua interezza. Il totale del risarcimento liquidabile ammonta a circa 95 milioni di dollari. Questo è l’esito di una class action intentata in conseguenza di un’inchiesta del Guardian che ha rivelato come la casa di Cupertino spiasse gli ignari utenti.
Apple dovrà pagare 19 milioni di dollari di risarcimento
L’inchiesta, pubblicata sulla nota testata britannica e risalente al 2019, svelava come Apple, al fine di migliorare il servizio del suo assistente vocale, campionasse le voci degli utenti e le facesse ascoltare anche dal personale umano (i cosiddetti “contractor”).
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In particolare, l’indagine appurava come circa l’1% delle conversazioni giornaliere venissero ascoltate da questi contractor ed evidenziava come tra queste vi fossero anche delle registrazioni accidentali, ossia registrazioni campionate senza che l’utente avesse attivato Siri (né manualmente, né attraverso il comando vocale “Hey Siri”).
L’inchiesta ha immediatamente suscitato lo sdegno dei lettori, sollevando un polverone mediatico: molti consumatori hanno manifestato un certo imbarazzo e una certa preoccupazione circa le conversazioni private captate dal loro dispositivo Apple (che, di frequente, contenevano sia dati sensibili, sia situazioni imbarazzanti).
Presto questi sentimenti si sono trasformati in una class action multimilionaria aperta innanzi al Tribunale della California.
Le condizioni per ottenere il risarcimento da Apple
Stando a quanto emerso, la casa di Cupertino risarcirà solamente gli utenti che hanno acquistato un prodotto Apple idoneo (i dispositivi che supportano Siri) tra il 17 dicembre 2014 e il 31 dicembre 2024.
In aggiunta, l’utente dovrà prestare giuramento solenne sul fatto che Siri si sia attivato in modo accidentale durante una conversazione di natura privata. Gli utenti interessati dovranno depositare la prova dell’acquisto dell’apparecchio e prestare giuramento entro il prossimo 14 febbraio, data in cui la Corte californiana quantificherà l’effettivo ammontare del risarcimento.
Da ultimo, si precisa che l’ascolto da parte di personale umano delle conversazioni con l’assistente vocale di Apple è cessato già nell’estate del 2019, poco dopo la pubblicazione dell’inchiesta.
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