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In Italia le aziende fanno fatica a garantire lo smart working nelle offerte di lavoro, andando contro alle esigenze dei giovani

In Italia le aziende fanno fatica a garantire la presenza di smart working nelle offerte di lavoro, molto più che negli altri paesi occidentali. Questo è quello che viene fuori dall’ultima indagine di Joinrs, una delle più grandi piattaforme di recruiting digitale: il 78,6% delle offerte di lavoro riservate a neolaureati e profili junior non è in smart working, il 20,6% prevede lavoro ibrido e soltanto lo 0,7% prevede il full remote.

Praticamente meno di 3 offerte di lavoro su 10 prevedono lo smart working, cosa che va contro alle domande e le esigenze dei giovani lavoratori della Gen Z: il 37% di loro desidera di fare un lavoro ibrido, mentre il 38% un lavoro in full remote. Gabriele Giugliano, amministratore delegato e co-fondatore di Joirns, ha spiegato a Wired che la resistenza delle aziende all’offrire il full remote deriva da una mentalità ancora tradizionalista, che associa la presenza fisica a controllo e produttività, ma anche dalla mancanza di investimenti nelle tecnologie necessarie per supportare modalità di lavoro più moderne“.

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In Italia spesso non è previsto lo smart working neanche per professioni per cui si potrebbe fare

Secondo quanto viene fuori dall’indagine, il problema non riguarda soltanto un settore ma l’intero sistema. Lo stesso Giugliano non riesce a spiegarsi come mai bisogni pretendere la presenza in ufficio anche per posizioni lavorative come ad esempio quelle che rientrano nel settore Stem (Science, Technology, Engineering e Mathematics), ossia programmatori, sviluppatori e altri profili tecnologici, che in altri paesi possono godere di posizioni full remote.

Non sono poi solo le aziende italiane a essere restie a include il full remote, ma pure le sedi nostrane delle multinazionali. Praticamente da noi i dirigenti fanno fatica a vedere il vantaggio competitivo nella flessibilità, e questo rischia di rallentare l’Italia rispetto a tutti i suoi vicini europei, dove si registrano percentuali sempre basse di posizioni full remote ma più alte del nostro 0,7%.

Le imprese italiane, in generale, non stanno investendo abbastanza in infrastrutture tecnologiche e nella formazione necessaria per abilitare lo smart working su larga scala. Se non si superano queste barriere, il rischio è che l’Italia perda terreno rispetto agli altri paesi europei, non solo in termini di attrattività verso i talenti, ma anche di innovazione e produttività complessiva“, ha detto Giugliano.

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In un clima simile non stupisce dunque che molti giovani scelgano di migrare all’estero, con oltre 550 mila (di cui il 50%n laureati) che sono scappati in altri paesi tra il 2011 e il 2023. Per cambiare questa tendenza, le aziende devono darsi una svegliata e abbracciare il cambiamento, prima di arrivare a essere costretti ad attuare delle soluzioni d’emergenza quando sarà ormai troppo tardi.

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Yoel Carlos Schincaglia

Yoel Carlos Schincaglia

Nato il 14 febbraio 1997 a Bentivoglio, in provincia di Bologna. Grande appassionato principalmente di anime, poi anche di videogiochi e manga. Credo nella canzone che ho nel cuore!

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