In queste ultime settimane si è parlato spesso di Tony Effe per le controversie sui suoi testi, specialmente quelli dove dice cose poco lusinghiere nei confronti delle donne, che hanno portato il sindaco di Roma Gualtieri ad escluderlo dal Concerto di Capodanno. La decisione del sindaco non è stata certo presa troppo positivamente, con polemiche inerenti alla sedicente censura dell’artista.
Negli scorsi giorni a riaccendere le polemiche attorno al giovane rapper ci hanno pensato alcuni suoi colleghi più anziani. Francesco Sarcina, frontman del gruppo Le Vibrazioni, ha mandato a spendere Tony Effe dicendo “Tony Effe dell’Esselunga musicista? Ma vaffan***o anche lui. Ma si può uno che insulta le donne così? Ma che vuol dire? Siamo circondati da rinco**iti, ci dobbiamo svegliare“.
Ma lui non è stato l’unico ad esprimersi negativamente sul rapper. Anche Enrico Ruggeri ha parlato del giovane collega durante a La Repubblica dopo esser tornato sotto i riflettori grazie al programma televisivo Gli occhi del musicista, che mette grande importanza alle esibizioni di musica dal vivo, cosa a cui Ruggeri tiene molto.
Enrico Ruggeri: “Sogno un futuro in cui a vedere Tony Effe non ci va nessuno“
Nell’intervista, Ruggeri ha parlato di diversi argomenti, dalle riflessioni sulla società contenute anche nel suo nuovo album La caverna di Platone (in uscita il 17 gennaio) allo stato attuale dell’industria musicale del nostro paese. Per lui la musica italiana ha subito un impoverimento intellettuale e lessicale, e pare puntare il dito poco sorprendentemente verso musicisti come Tony Effe, tanto da dire: “Sogno un futuro in cui a vedere Tony Effe non ci va nessuno. In giro c’è grande povertà intellettuale, e lo vedo anche nella musica“.
Ruggeri ha poi spiegato che in realtà riconosce il successo di certi generi musicali, ma allo stesso tempo vede una mancanza di onestà intellettuale nel pubblico. Infatti per lui si vanno a difendere artisti come Effe ma non altri artisti come Povia, nonostante entrambi abbiano scritto cose controverse: “Vedo una domanda enorme per certa musica, ma non c’è censura. La questione è l’onestà intellettuale. Andrebbe difeso anche Povia“.