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Tsukihime – A Piece of Blue Glass Moon, la nostra recensione: riscrivere un capolavoro [NO SPOILER]

Viviamo ormai in un’epoca piena di remake e rivisitazioni, forse perché la fantasia inizia a scarseggiare, o forse perché ci sentiamo particolarmente nostalgici e desiderosi di rivivere con le nuove tecnologie le avventure che più di tutte abbiamo amato nel corso del nostro passato, più o meno recente. Sta di fatto che, ormai, quando vengono annunciati remake di videogiochi nessuno si stupisce più di tanto.

Il problema dei remake, semmai, è che oscillano quasi sempre tra due opposti: o si tratta di rivisitazioni iper fedeli al materiale di partenza al punto da soffocare qualsiasi forma di creatività dello staff che ci lavora, oppure si tratta di “falsi” remake, che in realtà puntano a raccontare una storia completamente diversa, spesso mettendo completamente da parte elementi chiave dell’opera madre. Final Fantasy VII Remake, ad esempio, è stato molto criticato proprio perché stravolge completamente la trama del gioco base, trasformandolo in qualcosa di totalmente diverso nonostante fosse stato presentato come “progetto remake“.

Tsukihime – A Piece of Blue Glass Moon riesce a collocarsi al centro dei due opposti, abbracciando i lati migliori di entrambi i fuochi e riuscendo ad emergere, pur con le limitazioni del caso legate al fatto che si tratta di una visual novel abbastanza di nicchia arrivata peraltro da meno di un anno in lingua inglese, come un’operazione vincente sotto tutti i punti di vista.

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Un remake a metà tra fedeltà e cambiamento

Tsukihime – A Piece of Blue Glass Moon è la prima parte del progetto remake dell’omonima visual novel, che si suppone sarà completo con The Other Side of Red Garden. Al suo interno troviamo le due route che in originale componevano il Near Side of the Moon, ossia le route di Arcueid e Ciel.

Sin dall’inizio possiamo notare qualche piccola aggiunta: l’introduzione può vantare di una piccola scena completamente inedita rispetto all’originale, l’evento che dà inizio agli eventi del Near Side di Tsukihime è spostato in avanti di un giorno per dare più tempo per introdurre tutti i personaggi e alcuni piccoli misteri iniziano ad emergere, anche se molto ben nascosti e difficili da notare ad una prima lettura.

Nonostante queste piccole modifiche, comunque, la route di Arcueid sembra procedere in maniera quasi identica all’originale: le nuove aggiunte sono relativamente poche e non influenzano in maniera grave lo scorrere della trama, ed è proprio in questo che Tsukihime – A Piece of Blue Glass Moon riesce laddove invece molto hanno fallito.

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A Piece of Blue Glass Moon riesce, cioè, a svecchiare e modernizzare l’opera madre senza bisogno di stravolgere nulla. All’interno della route di Arcueid non ci sono grandi modifiche, enormi colpi di scena né il lettore si ritroverà mai a saltare dalla sedia per qualcosa di completamente inatteso: pur essendoci dinamiche mai viste prima e personaggi nuovi, tutto procede esattamente come il conoscitore dell’opera di partenza si aspetta, riuscendo a fondersi perfettamente con le novità che non stonano, non sembrano fuori posto, ma sono anzi perfettamente collocate nella narrazione e aiutano la storia a respirare di più e meglio, ingrandendo il mondo di Tsukihime e aiutandoci a conoscerlo meglio.

Ci sono nuovi personaggi e misteri, certo, ma questi non vanno ad intaccare il cuore dell’opera, che in questo remake risulta riproposto fedelmente, così come la storia e il senso profondo dei suoi protagonisti. Ciò si nota già nella route di Arcueid, ma diventa ancora più evidente in quella di Ciel, qui necessariamente bloccata dietro la prima a differenza dell’originale.

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Creare qualcosa di nuovo abbracciando il passato

Tutto ciò che abbiamo detto per la route di Arcueid può essere applicato più o meno perfettamente anche a quella di Ciel, con le dovute differenze: a differenza della prima, infatti, quest’ultima route era quella che più di tutte in originale aveva bisogno di essere rimaneggiata e senza scendere troppo negli spoiler (che faremo comunque a suo tempo) Kinoko Nasu è riuscito nel suo intento.

Se in originale la route di Ciel sembrava un surrogato di quella di Arcueid, fin troppo simile alla prima al punto da soffocare la sua stessa protagonista, in Tsukihime Remake riesce finalmente a spiccare il volo, distaccandosi da quella che un tempo era la sua “gemella” e acquisendo finalmente una propria identità a 360° gradi.

Anche la route di Ciel, come quella di Arcueid, non si distacca da quelli che erano i temi e più in generale il cuore tematico e narrativo della route originale. La differenza più significativa qui è che i nuovi personaggi sono più attivi rispetto alla prima route, più presenti e in grado di influenzare maggiormente lo scorrere degli eventi, rafforzando il messaggio che già nella visual novel originale il personaggio di Ciel e la sua route volevano lasciare ai lettori.

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Se nella visual novel originale Ciel e la sua storia non riuscivano mai a scuotere il lettore, a farlo riflettere su ciò che viene detto e fatto, su cosa i personaggi provano e sul perché, l’enorme merito di Tsukihime – A Piece of Blue Glass Moon è riuscire ad aggiustare e superare tale limite, costringendoci a fronteggiare tutto questo e molto di più grazie alla presenza di un cast molto ben approfondito attorno a Ciel e Shiki.

Ancora una volta, quindi, le novità si fondono perfettamente col materiale originale e da questa unione scaturisce uno dei remake meglio riusciti degli ultimi anni, in grado di essere al tempo stesso sia un tributo all’originale sia qualcosa di completamente nuovo, per scoprire e riscoprire una delle migliori storie che Type-Moon abbia concepito nella sua lunga storia.

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Leggi anche: Tsukihime, in arrivo anche il Remake del Far Side of the Moon

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Daniela Reina

Daniela Reina

Nel tempo libero viaggia attraverso tempo, spazio e mondi di fantasia in compagnia di qualche buona lettura. Il suo manga preferito è Berserk, l'anime Neon Genesis Evangelion.

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