Dobbiamo prepararci all’ormai imminente insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca per il suo secondo mandato, durante il quale cercherà di attuare politiche che vanno a proteggere l’economia americana, con dazi imposti alle importazioni dalla Cina. Questi ultimi potrebbero impattare anche numerose aziende americane, ma alcune potrebbero ottenere un certo favoreggiamento da parte del nuovo presidente ed essere quindi esentate dai dazi.
Apple e Tesla potrebbero essere favorite da Donald Trump
Gene Munster di Deepwater Asset Management sostiene infatti che Apple e Tesla saranno risparmiate dall’ondata di dazi che Trump introdurrà nei prossimi quattro anni. E il motivo è molto semplice: il presidente repubblicano non vuole che i due colossi perdano contro aziende orientali come la cinese BYD e la sudcoreana Samsung, quindi vuole dargli un vantaggio competitivo.
Questa decisione potrebbe essere in parte merito di Apple, considerato che il suo CEO Tim Cook era riuscito a convincere Trump a esentare l’azienda da questi dazi durante il suo primo mandato.
La rivalità tra Apple e Samsung va avanti da anni, mentre quella tra Tesla e BYD è relativamente recente. Basti pensare che, come riportato pochi giorni fa, BYD sta avendo una crescita senza precedenti e potrebbe addirittura superare la storia azienda americana Ford. In generale la Cina è molto più avanti di altri paesi per quanto riguarda l’industria delle auto elettriche, e nei prossimi anni Tesla potrebbe trovare un rivale anche in Xiaomi.
Con l’esenzione dai dazi, Apple e Tesla potrebbero investire i capitali risparmiati nella ricerca oppure nel marketing dei nuovi prodotti, in un tentativo di superare i rivali in maniera definitiva e affermare le loro posizioni di leader dei rispettivi settori. Ma va specificato che questa è soltanto una supposizione, e che non è proprio chiaro se l’esenzione avrà davvero un impatto così significativo sul mercato.
Trump ovviamente vuole usare i dazi per convincere le aziende americane a far tornare la produzione all’interno dei confini statunitensi e disincentivare una possibile collaborazione con la Cina, in modo da limitarne la presenza sul mercato.