Con l’arco di Egghead in pausa, One Piece ha deciso di proporre un remake dell’arco dell’isola degli uomini-pesce per riempire il vuoto settimanale. Sebbene l’idea di rivisitare una parte controversa della saga abbia inizialmente entusiasmato alcuni fan, il risultato ha sollevato più critiche che elogi. Nonostante gli evidenti miglioramenti visivi, il remake lascia perplessi in termini di direzione e ritmo narrativo, portando molti a chiedersi se questa fosse davvero la scelta migliore.
Il remake: un miglioramento visivo indiscutibile per One Piece
Dal punto di vista tecnico, il remake rappresenta un importante passo avanti. Toei Animation ha dimostrato ancora una volta di saper alzare l’asticella, sfruttando le tecniche e lo stile già consolidati durante l’arco di Wano. La palette cromatica più ricca, l’uso delle luci e delle ombre, e un tratto più marcato hanno dato nuova vita a personaggi e ambientazioni. La direzione di Tatsuya Nagamine e i design di Midori Matsuda hanno contribuito a rendere il remake visivamente impressionante, come leggiamo su Screenrant.
Confrontando il remake con la versione originale, le differenze sono lampanti: l’atmosfera dell’isola degli uomini-pesce è più vibrante, e le sequenze d’azione risultano molto più dinamiche. Tuttavia, al netto di questi miglioramenti, non bastano i soli aspetti visivi a riscattare l’arco iconico di One Piece.
I problemi di ritmo e narrazione
Uno dei maggiori difetti del remake è la compressione narrativa. L’arco originale contava 57 episodi, mentre il remake ne include solo 21. Sebbene l’idea fosse quella di eliminare scene inutili e migliorare il ritmo, il risultato è un montaggio spesso affrettato, che sacrifica molte transizioni e inquadrature di contesto. Questo rende il flusso narrativo frammentario e impedisce a momenti importanti, come la ribellione degli uomini-pesce o il confronto finale con Hody Jones, di avere il giusto impatto emotivo.
Ironia della sorte, ciò che avrebbe dovuto risolvere i problemi di ritmo dell’arco originale li ha peggiorati, lasciando molti spettatori insoddisfatti. Un episodio in più per dare respiro a certi momenti cruciali avrebbe sicuramente giovato all’intero adattamento.
Archi che avrebbero meritato di più un remake
Se Toei Animation voleva rilanciare One Piece con un remake, probabilmente avrebbe dovuto scegliere un arco diverso. Tra tutti, Dressrosa sarebbe stato il candidato ideale. Con i suoi 118 episodi, questo arco è uno dei più lunghi e criticati per il ritmo e le inconsistenze visive. Con il confronto tra Luffy e Doflamingo come culmine, un remake di Dressrosa avrebbe potuto esaltare momenti già iconici, grazie alle nuove tecniche di animazione.
Un altro candidato interessante sarebbe stato l’arco di Punk Hazard, spesso trascurato, ma fondamentale per il legame tra i Mugiwara e Law, oltre che per l’introduzione di Caesar Clown e la creazione di alleanze cruciali.
Era davvero necessario questo remake?
Nonostante i miglioramenti tecnici, il remake dell’arco dell’isola degli uomini-pesce non riesce a giustificare pienamente la sua esistenza. Sarebbe stato meglio concentrarsi su altri archi che avrebbero beneficiato maggiormente di un restyling. Resta comunque interessante vedere come Toei Animation stia sperimentando con nuovi adattamenti e forse il futuro ci riserverà remake più mirati e di maggiore impatto. One Piece continua a evolversi, e i fan possono solo sperare che queste operazioni siano sempre più riflettute e incisive.