Il Governo Meloni continua a creare “capolavori” legislativi su “capolavori”, e l’ultimo emendamento proposto dal partito di maggioranza Fratelli d’Italia per la Legge di Bilancio 2025 vuole far progredire il paese dal punto di vista delle infrastrutture informatiche, andando a colpire coloro che non hanno modo di utilizzare internet se non tramite la vecchia rete ADSL di rame.
La controversa proposta di Fratelli d’Italia
La proposta 76.07 del deputato di FdI Fabio Carmine Raimondo recita infatti che “A partire dal 1° gennaio 2025 per tutti i servizi in rame in corso di erogazione è applicato un incremento dei prezzi pari al 10 percento, del valore complessivo. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, è istituito un fondo per lo switch off alimentato con i proventi di cui al precedente comma 11, al fine di contribuire al sostenimento degli oneri di tutti gli operatori per la migrazione degli utenti verso le reti a banda ultra larga ad altissima capacità“.
Fratelli d’Italia punta praticamente ad accelerare forzatamente la dismissione delle reti di rame in favore di quelle in fibra ottica costringendo gli utenti a passare a queste ultime con l’introduzione di aumenti del 10% delle tasse sull’ADSL, che andranno in un nuovo fondo per lo switch off. In realtà l’AGCOM aveva già avviato un processo di dismissione delle reti di rame chiamato decomissioning, il cui completamento era previsto per il 2028. Con questa velocizzazione, il governo vuole arrivare a una copertura della fibra pari al 50% nel 2026 e al 100% nel 2030.
Se l’emendamento dovesse effettivamente passare, entro i primi 60 giorni gli operatori dovrebbero consegnare all’Agcom la lista completa dei clienti che utilizzano le infrastrutture in rame (anche parzialmente). Nei 30 giorni successivi, l’autorità dovrebbe poi creare un database pubblico con tutti gli indirizzi interessati alla migrazione. Non sono previste deroghe neanche per i backup di emergenza usati da aziende e infrastrutture.
Federconsumatori e l’Associazione italiana internet provider (Aiip) non vedono per niente di buon occhio questa proposta, e hanno avvisato circa i possibili danni che la sua approvazione potrebbe portare. L’Aiip sostiene poi che il tutto possa rivelarsi “un aiuto di Stato discriminatorio” perché l’unico operatore che possiede una rete di rame su tutto il territorio di rame è Tim.