Oggi si è fatta la storia: l’Australia è diventata il primo paese al mondo a decidere di bloccare i social per tutti i minori di 16 anni. Il governo laburista del premier Anthony Albanese ha proposto la legge in seguito ai numerosi studi che provano gli effetti negativi che le piattaforme social possono avere sulla salute fisica e mentale dei bambini e degli adolescenti.
A sostenere la legge c’erano anche diversi genitori, come Wayne Holdsworth, padre di Mac, un diciassettenne che si è suicidato per una truffa di sextortion orchestrata da un uomo di Sydney che si fingeva una diciottenne.
L’Australia approva una legge che vieta i social ai minor di 16 anni
La Camera bassa del Parlamento ha approvato la legge con 102 voti favorevoli soltanto 13 voti contrari, e per la sua entrata in vigore mancano soltanto le discussioni parlamentari. La legge obbliga i colossi dei social ad attuare misure ragionevoli per garantire una stringente verifica dell’età degli utenti come la biometria e l’identificazione governativa.
Anche se dovranno usare la biometria, saranno comunque imposti dei limiti a quando i social potranno chiedere. La commissione che ha approvato il disegno di legge ha infatti aggiunto una condizione per la quale i social non potranno chiedere di fornire documenti come il passaporto per dimostrare la propria età. Se essi non si adegueranno entro un anno dalla sua entrata in vigore, riceveranno come pena una multa di 49,5 milioni di dollari australiani (circa 30.5 milioni di euro).
I colossi del web non hanno reagito in maniera positiva alla notizia. Elon Musk, patron di X, ha affermato che questa decisione potrebbe rappresentare una grave violazione della libertà di parola e dei diritti dei bambini. TikTok invece sostiene che la legge necessita di ulteriori consultazioni, mentre Google e Meta chiedono al governo di aspettare finché le sperimentazioni sulla verifica dell’età che richiede non siano terminate.
Il governo ha ottenuto inoltre un’ampia approvazione popolare sia dai cittadini (di cui il 77% si è dimostrato favorevole alla legge) ma anche dai media nazionali come Australian Broadcasting Corp.