Dopo gli ottimi esperimenti effettuati negli Stati Uniti, Neuralink si prepara a fare il passo successivo. Ha infatti annunciato sui social di aver ottenuto il via libera per cominciare un nuovo studio chiamato CONVOY, con il quale l’azienda esplorerà l’utilizzo del suo chip cerebrale per controllare un braccio robotico.
Neuralink avvia uno studio per permettere al suo chip di controllare anche un braccio robotico
Finora i pazienti di Neuralink hanno potuto usare il chip nel loro cervello per controllare i PC e gli smartphone, riuscendo anche a giocare a videogiochi come Civilization. CONVOY estenderà il controllo dell’interfaccia cervello-computer (BCI) in modo che i pazienti possano riuscire a controllare anche una protesi (ossia il braccio robotico sopracitato) e interagire così ancora di più con il mondo a loro circostante.
Inoltre pare che l’impianto rimarrà uguale a quello standard, in quanto il dispositivo BCI sarà sempre di piccole dimensioni e verrà impiantato nella parte del cervello che ha il compito di regolare i movimenti, come previsto dallo studio PRIME. Coloro che hanno preso parte a PRIME potranno ovviamente richiedere di partecipare anche a CONVOY.
Neuralink rivelerà ulteriori informazioni sul nuovo studio in futuro, ma sulla carta esso rappresenta un passo importantissimo che permetterà anche alle persone paralizzate di ottenere una certa libertà fisica, che in futuro potrebbe espandersi grazie ad ulteriori protesi.
Neuralink potrà effettuare degli studi anche all’estero: arriva il via libera di Health Canada
Il permesso di realizzare CONVOY non è l’unica novità dell’azienda. I successi ottenuti negli Stati Uniti nel corso del 2024 hanno fatto sì che Neuralink ottenesse di recente anche l’approvazione di Health Canada per effettuare il suo primo studio internazionale di Neuralink nel paese, denominato CAN-PRIME Study.
Similmente a quanto accaduto negli USA durante lo studio PRIME, i neurochirurghi canadesi recluteranno sei pazienti affetti da paralisi non appena otterranno l’approvazione normativa. Una volta trovati i sei volontari, i neurochirurghi sfrutteranno un robot per impiantare nelle aree del cervello dedicate ai movimenti della mano ben 64 elettrodi con 16 contatti.
All’apertura del Canada potrebbero seguire quelle di tanti altri paesi, soprattutto se saranno registrati altri risultati positivi.