L’appuntamento settimanale di Dragon Ball DAIMA, la serie celebrativa per i 40 anni del celebre franchise di Akira Toriyama, ha regalato ai fan un nuovo capitolo ricco di sorprese con l’uscita dell’episodio 7. Questa volta, i riflettori sono puntati sul misterioso passato di Shin, noto ai più come il Kaiohshin Supremo, e sul Regno dei Demoni. La rivelazione centrale dell’episodio? Shin, nel suo regno d’origine, era conosciuto con un altro nome: Nahare.
Nel corso della puntata, mentre un Goku in versione mini affronta i temibili Tamagami per recuperare la Sfera del Drago a tre stelle del Regno dei Demoni, Shin compie un gesto cruciale rimuovendo la collana di Panzy, rendendo impossibile alla Gendarmeria rintracciarli. Questo atto eroico porta Panzy a chiedergli il suo vero nome, ed è qui che Shin rivela di appartenere ai Glind, una razza originaria del Regno dei Demoni che nasce dagli enigmatici Alberi Glind.
Questa rivelazione aggiunge nuove sfumature al personaggio: i Glind, esseri botanici capaci di sopravvivere con sola acqua, richiamano le caratteristiche dei Namecciani come Piccolo. Inoltre, l’episodio chiarisce che i Glind sono esseri senza genere, nonostante possiedano tratti fisici maschili o femminili. Questo dettaglio, illustrato anche dal personaggio del Dr. Arinsu, ha finalmente risolto un dibattito che i fan avevano da tempo sulla vera natura di Shin.
E dunque, abbiamo un nuovo nome nell’universo di Akira Toriyama, ma quanto durerà? Probabilmente molto poco, se consideriamo l’evolversi della puntata. Goku, infatti, appena sente il nome “Nahare” e apprende che si tratta del vero nome del suo compagno, chiede il permesso di poterlo usare, ma a fine puntata ammette subito di essersi stancato, perché ormai abituato a chiamarlo Kaiohshin. Sicuramente qualche altro personaggio lo chiamerà con il suo nome sporadicamente nel corso della serie, ma per quanto riguarda i personaggi principali, rimarrà la nomea classica.
Tradizione e innovazione: Dragon Ball DAIMA alza il livello
Con Dragon Ball DAIMA, gli autori stanno sfruttando l’occasione per espandere e rivedere alcuni aspetti dell’universo narrativo di Dragon Ball. Non è la prima volta che la serie approfondisce elementi poco esplorati: dagli episodi precedenti, i fan hanno appreso dettagli come le origini demoniache di Piccolo e dei Namecciani, oppure il destino del bastone magico di Goku. Tuttavia, la serie non si limita a completare la mitologia, ma introduce modifiche significative che hanno acceso dibattiti nella community.
Un esempio di queste modifiche è la rivelazione che le Sfere del Drago del Regno dei Demoni esistevano prima delle Super Sfere del Drago, alterando la percezione delle origini di uno degli elementi chiave della saga. O ancora, l’episodio ha spiegato eventi come la cancellazione della fusione Potara tra Goku e Vegeta, mettendo in discussione alcune dinamiche stabilite in “Dragon Ball Super” e “Dragon Ball GT”. Questi cambiamenti stanno portando alcuni fan a chiedersi se la nuova serie voglia riscrivere parti della timeline principale del franchise.
Nonostante le polemiche, la serie sta riuscendo nel difficile compito di mantenere viva l’attenzione e il dibattito intorno all’universo di Dragon Ball. Con ogni episodio, vecchi misteri trovano risposta, mentre nuove domande emergono, rendendo chiaro che l’obiettivo è quello di offrire ai fan un mix di nostalgia e innovazione. Le aspettative per i prossimi episodi sono altissime: il passato e il futuro del franchise potrebbero non essere mai stati così intrecciati.