Linda McMahon, nota per essere stata alla guida della WWE insieme al marito Vince, ha avuto una carriera poliedrica che l’ha portata dal wrestling alla politica di alto livello. Amica di lunga data di Donald Trump, nel 2016 è stata tra i primi sostenitori della sua candidatura presidenziale, finanziando la campagna con ingenti donazioni. Questa vicinanza le ha garantito un ruolo nella sua prima amministrazione come capo della Small Business Administration. Ora, a 76 anni, McMahon è stata scelta da Trump per il delicato incarico di segretaria all’Istruzione, suscitando dibattiti da rappresentanti di destra e di sinistra allo stesso modo.
L’esperienza di McMahon nel settore educativo è limitata: ha fatto parte del Board of Education del Connecticut per un anno e del consiglio della Sacred Heart University. Tuttavia, la sua nomina è vista come un compromesso, non divisivo come altre possibili scelte. Critici progressisti puntano il dito contro la scarsa preparazione in un ambito che influenza direttamente il futuro del Paese, mentre conservatori più radicali la considerano troppo moderata per portare avanti le battaglie culturali promesse da Trump, come l’opposizione alla critical race theory e alla “follia transgender”.
Un’eredità complessa tra politica e controversie
Secondo quanto riportato anche dalla CNN, Linda McMahon è una figura che polarizza opinioni. Nata in una famiglia battista della North Carolina e successivamente convertita al cattolicesimo, ha trasformato insieme al marito Vince la WWE in un colosso globale. Tuttavia, la sua reputazione non è priva di ombre. Recentemente, sia Linda che Vince sono stati accusati di non aver agito in merito a presunte molestie sessuali subite da ex dipendenti adolescenti della WWE, un’accusa che i due negano categoricamente. Parallelamente, Vince ha lasciato la guida dell’azienda dopo essere stato accusato di abusi sessuali, aggiungendo ulteriore tensione alla figura pubblica della coppia.
Sul piano politico, McMahon è anche presidente dell’America First Policy Institute, mirato a promuovere politiche educative con lo scopo di eliminare “concetti non patriottici” dalla Storia americana e a incentivare l’uso di voucher per scuole private e homeschooling. La sua nomina riflette la fedeltà a Trump più che un’esperienza consolidata, una fedeltà che nel tempo si è tradotta in donazioni milionarie e un supporto costante.
Nonostante le critiche, Linda McMahon potrebbe giocare un ruolo chiave in un dipartimento che Trump ha promesso di smantellare, un progetto ambizioso che necessiterebbe di ampio consenso al Senato. La sfida sarà duplice: mantenere la fiducia della base conservatrice e proteggere il sistema educativo da ulteriori polarizzazioni. McMahon, tra successi e polemiche, resta un simbolo di resilienza e adattamento in un panorama politico e culturale complesso.