Il distretto scolastico della Carolina del Sud ha recentemente preso una decisione definitiva riguardo al destino di Assassination Classroom, il celebre manga scritto da Yūsei Matsui. Dopo aver rimosso temporaneamente il manga dalle biblioteche scolastiche nel mese di ottobre, la commissione distrettuale ha annunciato che l’opera sarà bandita per un periodo di cinque anni, impedendo la sua distribuzione nelle scuole locali.
La causa di questa decisione nasce dalla protesta sollevata da una madre, la signora Jennifer Hannigan, che aveva espresso preoccupazione per i contenuti ritenuti inappropriati per un pubblico giovane. In particolare, la donna aveva sollevato lamentele riguardo a scene di violenza, come quelle che coinvolgono pistole, fucili, coltelli e pozioni, e anche a contenuti sessuali, come le “ragazze in lingerie che saltano sopra i ragazzi”. Secondo la madre, il manga avrebbe trattato in maniera inappropriata il tema dell’assassinio di un professore, facendo passare per innocuo ciò che, a suo avviso, rappresentava un cattivo esempio per gli adolescenti.
La decisione, che si riflette in una politica del distretto scolastico che rende impossibile l’appello contro il ban per cinque anni, ha generato una vasta discussione. Molti genitori e sostenitori dei diritti di lettura hanno visto in questa mossa una forma di censura ingiustificata, ritenendo che si tratti di un’ingerenza eccessiva nella libertà di scelta culturale degli studenti. Altri, però, hanno difeso la decisione, sostenendo che certi temi siano troppo maturi per i giovani e possano influenzarli negativamente. Grazie alla nostra fonte WMBF News, abbiamo anche una foto della notifica sulla decisione finale.
Censura o protezione? Le reazioni e il dibattito sul caso “Assassination Classroom”
La scelta del distretto scolastico ha diviso l’opinione pubblica. Da una parte, c’è chi considera il fatto che Assassination Classroom venga bandito, una misura necessaria per proteggere i giovani da contenuti ritenuti problematici, mentre dall’altra, si solleva la questione se limitare l’accesso alla cultura e alla lettura possa essere giustificato dalla preoccupazione per i temi trattati.
In particolare, la politica che prevede un blocco di cinque anni senza possibilità di appello è stata accusata da alcuni di essere troppo rigida e di limitare la libertà educativa, togliendo ai ragazzi la possibilità di confrontarsi con opere che, pur trattando temi complessi, potrebbero stimolare la riflessione. Il manga, infatti, sebbene possa contenere elementi di violenza e scene che non sono adatte a tutte le età, è anche molto apprezzato per le sue tematiche di crescita personale, relazioni e sacrificio.
In molti casi, simili episodi di censura o bandi temporanei di contenuti nelle scuole non sono nuovi, ma continuano a suscitare forti reazioni, mettendo in evidenza le diverse visioni su cosa sia appropriato per i giovani e fino a che punto si debba intervenire nella loro educazione culturale. La vicenda solleva domande più ampie sulla libertà di accesso ai contenuti e sull’equilibrio tra la protezione dei minori e la promozione della loro autonomia intellettuale. La decisione del distretto scolastico, mentre offre una risposta a una richiesta di censura, lascia aperto il dibattito su come gestire in modo equilibrato questi temi nelle scuole.