Un uomo di 60 anni di Genova è stato vittima di una sofisticata truffa telefonica che gli è costata 39.000 euro. I truffatori hanno contattato il povero ignaro spacciandosi per un maresciallo dei carabinieri e un operatore bancario, convincendolo con l’inganno e mettendogli pressione a trasferire i risparmi su un conto “sicuro” che, in realtà, apparteneva ai truffatori stessi.
Il sessantenne, insospettito dalla presunta frode sul suo conto bancario, ha ricevuto due telefonate: la prima da un falso carabiniere che lo avvisava di un’attività sospetta, e la seconda da un falso operatore della banca che confermava l’accaduto e proponeva un rapido trasferimento dei fondi. Spinto dall’urgenza e rassicurato dalla corrispondenza dei numeri di telefono con quelli ufficiali, l’uomo ha seguito le indicazioni, per poi scoprire di essere stato raggirato. La vittima ha sporto denuncia ai veri carabinieri, ma il denaro ormai era già stato trasferito su conti inaccessibili.
Questo inganno è stato reso possibile grazie allo spoofing, una tecnica in cui i truffatori falsificano il numero di telefono che appare sul display del destinatario, utilizzando software per simulare numeri ufficiali di banche o autorità. La tecnica è di vari tipi e di vari livelli (maggiori info sulla pagina Wikipedia), e nel corso degli anni è diventata un vero problema per gli utenti inesperti come l’uomo di Genova, il quale, sul momento, non ha potuto far altro che collaborare, evidentemente spaventato anche dalle possibili conseguenze.
Come difendersi da una truffa telefonica: consigli utili
L’episodio di Genova sottolinea quanto sia fondamentale aumentare la consapevolezza sui rischi legati alle tecnologie moderne utilizzate dai truffatori. Con lo spoofing, una volta ottenuta la fiducia della persona mostrandosi come enti affidabili (solo per il numero), i truffatori riescono nei loro scopi, appropriandosi delle credenziali bancarie e trasferendo il denaro su conti virtuali spesso difficili da rintracciare. Per questo motivo è importante proteggersi in maniera adeguata, seguendo alcuni consigli fondamentali:
- Non condividere mai dati sensibili al telefono.
Le banche e le autorità non richiedono mai informazioni personali, come credenziali bancarie o codici di accesso, tramite telefonate. Se qualcuno insiste, è un campanello d’allarme. - Verificare sempre l’autenticità della chiamata.
In caso di dubbio, non bisogna agire d’impulso. Basta chiudere la chiamata e contattare direttamente l’istituto bancario o l’autorità, utilizzando i numeri ufficiali disponibili sui siti web ufficiali o su documenti verificati. - Diffidare delle urgenze.
I truffatori fanno leva sull’ansia e sull’urgenza per spingere le vittime a prendere decisioni affrettate. Bisogna prendersi sempre il tempo necessario per verificare la situazione. - Strumenti per riconoscere i falsi operatori.
Alcune banche, come ING, offrono sistemi per verificare l’identità di chi chiama, come il servizio “È davvero ING?”. Se la banca non offre un servizio simile, basta chiedere loro come proteggersi in casi sospetti. - Denunciare sempre le frodi.
Se si pensa di essere stati vittima di una truffa, bisogna rivolgersi immediatamente alle forze dell’ordine. Denunciare aiuta a prevenire altri casi simili e supporta le autorità nelle indagini.
Il caso di Genova deve servire da monito per il futuro, in quanto c’è la possibilità che un giorno i truffatori scelgano proprio il vostro numero per il prossimo schema. Essere informati, mantenere la calma e seguire le giuste precauzioni sono i primi passi per proteggere i propri risparmi e evitare di cadere vittima di frodi. La sicurezza finanziaria parte da una maggiore consapevolezza.
