La sceneggiatura di Dragon Age: The Veilguard è uno degli aspetti più criticati del gioco per diverse ragioni, tra cui la presenza di tantissimi dialoghi legati alla cultura woke. E a criticare quest’aspetto del gioco non son o soltanto i fan o i content creator, ma persino persone che lavorano nell’industria videoludica.
Il creatore dei due giochi di Ori critica Dragon Age: The Veilguard
Il creature dei due giochi di Ori (Orin and the Blind Forest e Ori and the Will of the Wisps), Thomas Mahler, ha scritto un lungo post su X/Twitter in cui ha definito il lavoro degli sceneggiatori di Dragon Age: The Veilguard come “sterilizzato” e “disumanizzato” e gli ha invitati praticamente a cambiare mestiere. Il suo messaggio è stato riportato da diverse testate e anche da Midna dei PlayerInside durante l’ultimo episodio de “Le News delle a Settimana“.
Mahler non ha giocato di suo pugno il gioco, ma ha visto un gameplay online, trovando la scrittura estremamente infantile e terribile e dicendo di non sapere come possa essere ritenuto accettabile. “Se questo è il meglio che puoi fare, non dovresti essere uno sceneggiatore. Odio sembrare così duro perché sono sicuro che queste persone avevano le migliori intenzioni, ma questo è ciò che accade quando l’arte è creata da dei dilettanti“.
Critiche ma anche consigli per il futuro: attingere dalle proprie esperienze personali
Ma il commento non è soltanto una critica agli sceneggiatori, in quanto gli ha dato anche dei consigli nella parte finale del suo messaggio: secondo lui bisogna approcciare la scrittura da un punto di vista umano e di attingere sempre dalle proprie esperienze personali.
Tra i dialoghi più criticati del gioco ci sono quelli in cui i personaggi devono esprimere a forza la propria identità di genere, facendo poi ramanzine ai giocatori nei casi dovessero sbagliare pronomi. Un altro punto del giocato criticato è lo stile artistico, che a molti ha ricordato Fortnite o altri giochi per mobile. Pochi giorni fa si è scoperto che Metacritic sta rimuovendo diverse recensioni negative sul titolo.